sabato 31 maggio 2008

Eiaculazione Stern



E’ la finale che tutti volevano, bene o male. Altri livelli, secondo me, rispetto a quelle due magliette che vedete nella foto, ma è ovvio che sia così perché in quel caso parliamo di due dei più grandi mai esistiti. Io vedo i Lakers mentalmente più pronti, sono una squadra tosta. La chiave potrebbe essere il duello Odom-Garnett. Sono curioso di vedere cosa Thibodeau preparerà per Bryant, che rispetto a LeBron James ha compagni migliori e un jumper decisamente più affidabile. Ah, se può interessare, basketblog (che è cresciuto con Magic) questa volta tiferà per i Celtics. a) per la passione accumulata verso tutto ciò che ha anche lontanamente a che fare con l’Irlanda. b) perché non potrei sopportare tutti i kobisti che conosco!

Tempo di finali anche in Italia: Siena-Roma potrebbe essere più equilibrata di quanto faccia pensare quanto mostrato dalle due squadre finora. Il limite della Lottomatica essenzialmente è mentale (e Repesa non mi ha mai fatto impazzire), oltre alla mancanza di un vero pivot. In LegaDue, Caserta parte favorita contro la Jesi dell’amatissimo Capobianco, che però ha già vinto due serie senza fattore campo, l’ultima contro Reggio Emilia, dove inizia a brillare la stella di Nicolò Melli. Qui un video di gara2 (9+5), qui di gara4 (16+15).

martedì 27 maggio 2008

Tciù is megl che uàn



Se è vero, come si dice in giro, che Ksistof è il meno forte dei due Lavrinovic e che Darjus sbarcherà a Siena, non vedo come si possa pensare di impenserire la Montepaschi dei prossimi anni.

sabato 24 maggio 2008

Mock Draft 1.0

Stavo iniziando a pensare un po’ al mio mock draft. Ecco una prima versione, molto provvisoria. Bisognerà poi vedere i workout. Ma tanto il draft non è una scienza esatta e già so che ne beccherò un paio al massimo!


1) CHICAGO: Derrick Rose. Mi sembra al momento l’unico vero fenomeno di questo draft, pieno di buoni giocatori. Point guard di quelle moderne, visione di gioco superba, può giocare sia a metà campo che a ritmi sostenuti (che comunque preferisce), ama buttarsi dentro, il tiro non è male e anche difensivamente non è malvagio. Confermo Hinrich e Deng, cerco di scambiare Gordon per un lungo.
2) MIAMI: Michael Beasley. Se decidono di puntare su Marion possono cedere la scelta, altrimenti il ragazzo diventa il tassello ideale per ricostruire con Wade, magari in un quintetto piccolo che lo veda PF.
3) MINNESOTA: Brook Lopez. Jefferson ha bisogno di una mano là sotto e Lopez ha movimenti in post, un semigancio affidabilissimo e gran senso della stoppata. Più di qualche dubbio in difesa, non sarà mai un all star ma è un bel giocatore.
4) SEATTLE: Jarred Bayless. Di sicuro non è un play tradizionale. Combo-guard alla Monta Ellis, in un quintetto rapido come quello dei Sonics potrebbe dare da subito il suo contributo. Tende a eclissarsi un po’ quando la palla scotta, ma il leader a Seattle già c’è e quindi non è un problema. Se invece alla 4 arriva Lopez possibile che vadano con loro, dopo aver preso per anni dei centri bacchettoni e inutili.
5) MEMPHIS: OJ Mayo. Nel caso Marc Gasol non venisse quest’anno, servirebbe un lungo, ma a meno che Jordan non si riveli già pronto è difficile che alla 5 possano trovare qualcosa di utile. Possono prendere comunque un giocatore un po’ sbruffone ma che non sembra capriccioso come si diceva fino a un anno fa. Il ragazzo comunque ha talento e avrebbe con Gay le chiavi della squadra da subito. Altrimenti possono cedere la scelta e scendere un po’.
6) NEW YORK: Danilo Gallinari. Perché sì. A meno che i Knicks non cerchino di salire alla 2 se Chicago va su Beasley o si gettino su Mayo, non vedo motivi per non prendere Gallinari. E’ intelligente, può giocare 4 ruoli, e D’Antoni lo sa bene.
7) LA CLIPPERS: Russell Westbrook. A meno che cedano Brand e si buttino su Anthony Randolph, serve un play. Westbrook a me non fa impazzire, lo trovo un po’ scemo, ma dall’altra parte dell’oceano è considerato un giocatore concreto e un gran bel difensore. Ai Clippers un play serve…
8 ) MILWAUKEE: Eric Gordon. L’avventura di Redd sembra essere agli sgoccioli, ecco il suo sostituto.
9) CHARLOTTE: Kevin Love. Anche qua qualche dubbio, in Europa dominerebbe perché fa giocate intelligenti e ha una gran bella mano. Rischia di pagare tantissimo in atletismo e di essere troppo lento per giocare 4. Ma gioca nel "right way", e a Brown questo piace,
10) NEW JERSEY: Anthony Randolph. Mah, qua serve un po’ di tutto, specie se Diop saluta la compagnia, e in tal caso si può andare con Jordan. A meno di stravolgimenti di mercato, Randolph potrebbe rappresentare il lungo rapido per giocare con Harris e Carter (Jefferson mi sa che parte).
11) INDIANA: DJ Augustin. Se Westbrook viene chiamato prima. Augustin potrebbe essere il nuovo Tinsley, con meno palle recuperate ma tanta rapidità e più punti. Inoltre è un giocatore diverso da Diener, che lo cambierebbe. Certo, con Dunleavy big guard si creerebbero problemi difensivi non da poco: uno piccolo piccolo, uno grossicello.
12) SACRAMENTO: Donte Greene. Servirebbe un play ma a questo punto del draft sarebbero andati. Come pivot hanno già Hawes, preso solo un anno fa, e allora visto che Artest è sul piede di partenza potrebbero gettarsi su questo interessante tweener.
13) PORTLAND: Joe Alexander. Sempre detto che Gallinari ai Blazers starebbe benissimo. Alexander è la versione USA, con grande etica del lavoro e leadership. Servirebbe un play ma a quello si può arrivare via mercato.
14) GOLDEN STATE: Darrell Arthur. La PF ideale nel sistema Warriors, grande atleta e ottimo realizzatore. Con Biedrins potrebbe formare una signora coppia di lunghi.

mercoledì 21 maggio 2008

Palle di toro

La lottery premia a sorpresa i Bulls e scompiglia un po’ le carte in tavola ad analisti e appassionati. Essì, perché Chicago ha in scadenza sia i contratti di Gordon che di Deng, e quindi bisogna prima fare un po’ di scelte e poi decidere se buttarsi su Rose (mettendo anche Hinrich sull’uscio?) o su Beasley. Gli scenari sono molteplici, Chicago potrebbe puntare sull’ex Kansas State, rinunciando così a Deng e acquisendo un tweener con una discreta presenza in post. Io prenderei Rose, che - attenzione - è proprio della Wind City, è un gran talento e ha già la stoffa del leader. A quel punto confermerei Deng, che a me piace parecchio, e farei piazza pulita, cedendo sia Gordon che Hinrich, cercando di arrivare a un lungo di presenza e a una discreta guardia tiratrice, cosa che Hughes non è.


Anche a Miami la situazione è incasinata: tutto dipende da cosa farà Marion, che ha ancora un anno di contratto ma con opzione per uscire già quest’anno. In teoria non gli converrebbe uscire, perché un’altra squadra che gli snocciola 17mln l’anno non la trova. Ma lui ha detto di voler rinegoziare e tagliarsi lo stipendio per poter rinforzare la squadra. Sfiga, Beasley gioca nel suo stesso ruolo, e se i Bulls vanno con Rose potrebbero non esserci buoni propositi che tengano. Se invece a Chicago si va con Rose… altro scenario interessantissimo, perché a mio avviso l’ex Memphis si pesta un po’ i piedi con Wade, pur essendo un miglior tiratore. Possibile allora che Miami cerchi di cedere la scelta, e - soprattutto se il giocatore in questione è Rose - ci sarà gente disposta a vendere le figlie per la 2. Una di questi è New York (in cambio di Curry?), che altrimenti va alla 6, dove potrebbe benissimo essere preso Gallinari. Andrebbe benissimo a lui, andrebbe benissimo ai Knicks.


Alla 3 inizia il vero e proprio draft. Minnesota avrebbe bisogno di un lungo, l’ideale sarebbe Kevin Love che ha buon tiro dai 5 metri e si accoppierebbe benissimo con Jefferson. Ma per Love è troppo presto e quindi si seguirà la pista Brook Lopez. Altrimenti si cambia scenario e ci si butta su Bayliss, play-guardia. Seattle prenderebbe quello che viene lasciato dai Twolves, essendo in una situazione simile.


Alla cinque i Grizzlies, e a quel punto se le cose sono andate così l’opzione principale sarebbe Mayo. Sono solo ipotesi post-lottery, vedremo i workout come andranno. C’è ancora più di un mese, ne riparleremo. 

lunedì 19 maggio 2008

The Heart Of The Garden

- Nella sua bruttezza, Boston-Cleveland è stata bella come solo una gara-7 può essere. Abbiamo visto un duello fantastico, con Pierce che probabilmente ha giocato la migliore prestazione vista finora in questi playoff (se la batte con quella di Duncan in gara-1 contro i Suns). A The Truth entrava di tutto, ma la cosa migliore è che raramente si trattava di forzature, ma erano tiri presi negli schemi. Pierce si è caricato sulle spalle la squadra, con il peggiore Allen di sempre e un Garnett tenuto abbastanza bene da Ben Wallace. E’ stato allora PJ Brown a segnare canestri importantissimi. Dall’altra parte James ha iniziato male, non mettendo in ritmo i compagni e forzando. Poi si è ripreso ma nel finale ha commesso forzature gravi. Resta che senza un supporting cast adeguato non potrà mai fare molto. James è il miglior giocatore della Lega quando si tratta di attaccare il canestro, in gara-7 ha messo parecchi jumper, ma la serie ha dimostrato che bisogna negargli la penetrazione perché l’affidabilità non è ancora da grandissimo. Intanto, i Pistons possono approfittare della stanchezza di Boston già in gara-1.


- Milano ha fatto un bel miracolo. Non avrei mai immaginato di poterlo dire, ma Caja ha realizzato un’impresa, portando in Eurolega una squadra che arrancava paurosamente. Una volta tanto che azzecco qualche pronostico, me ne vanto: preso il 3-2 e anche il 3-1 di Roma. Ora semifinali interessanti, con Siena che affronta appunto Milano, e una serie appassionante tra Roma e Avellino. Occhio che la stagione magica degli irpini potrebbe non essere finita, visti i vuoti che spesso colpiscono Roma. In LegaDue mi sa che Caserta non avrà rivali, a meno che i miracoli di Capobianco non continuino…


- Sono iniziati anche i playoff Acb, subito con un botto. Il Real Madrid, che in regular season aveva perso solo cinque partite, viene eliminato in due gare dall’Unicaja Malaga di Sergio Scariolo, che di gare in campionato ne aveva perse 17. Passa il Barcellona, alla bella le altre, compreso il Badalona dei miei Ricky&Rudy.

venerdì 16 maggio 2008

Grazie di tutto!


Inutile sprecare fiumi di inchiostro. Il Poz lascia, pare. Noi possiamo far altro che sperare ci ripensi. Il mio rimpianto più grande di quest’anno è non averlo visto dal vivo, era infortunato quando Capo d’Orlando venne a giocare a Napoli. Grazie di tutto.

lunedì 12 maggio 2008

Non amo Kobe Bryant

Mettiamo le cose in chiaro da subito. Non amo Kobe Bryant. Lo reputo il miglior realizzatore dell’Nba, può segnare in qualunque modo, è completissimo, il suo tiro è tanto efficace quanto elegante. Il titolo di Mvp vinto quest’anno lo trovo giusto. C’è a chi piace più Chris Paul (e io sono tra questi) ma non si può dire che non sia meritato. Rispetto agli anni precedenti, infatti, Bryant non solo ha ottenuto risultati migliori di squadra (importantissimi per il Most Valuable Player), ma ha migliorato il proprio gioco. L’uno è conseguenza dell’altro, e l’arrivo di Gasol e Fisher ha sicuramente contribuito a entrambe le cose, ma a me è sembrata anche una questione di atteggiamento. Come se avesse capito che, sì, fare 81 punti in una partita è bellissimo, ma alla fine quello che conta è andare avanti e fare strada nei playoff. Cosa che è possibile solo coinvolgendo i compagni, non importa quanto scarsi questi siano. Anche se, ovviamente, una cosa è avere Gasol e Fisher, un’altra Brown e Smush Parker. Quello che contesto a Bryant è l’incoscienza dei propri limiti. Li avevano Jordan e Magic, figuriamoci lui. E la partita di ieri ne è stata l’esempio. Il 24 ha avuto fortissimi dolori alla schiena per tutto il corso della partita, ciononostante per buona parte del match ha dato il suo contributo con canestri e assist. Poi, nell’ultimo quarto e soprattutto nel supplementare, ha preteso il palcoscenico, forzando l’inverosimile, specie da fuori e sbagliando tiri in quantità. Sembrava tornato quello di due anni fa. E se non metti in ritmo i compagni, non puoi aspettarti che questi segnino l’unico tiro che gli concedi. 33 tiri. Già sono tanti normalmente, figuriamoci in una giornata in cui: a) ti reggi a stento in piedi. b) i tuoi compagni la mettono: perchè Gasol ha segnato, e Fisher (3 triple di fila con 3 assist proprio di Bryant) e Odom hanno realizzato canestri fondamentali.

E’ per partite come queste che Bryant non mi piacerà mai, per quanto forte possa essere.

Due parole anche su Spurs-Hornets, serie cambiata a San Antonio con l’ingresso in quintetto di Ginobili e soprattutto il ritorno alle marcature "originarie". Parker su Paul ma soprattutto Bowen su Stojakovic, che non ne sta imbroccando una. Paul i punti li segna, bisogna fermare i compagni, almeno in trasferta, dove il tiro da fuori tendenzialmente fatica ad entrare. Vedremo in gara-5, ora come ora mi sembra che gli Spurs siano più "pronti"

domenica 11 maggio 2008

Si inizia anche di qua

1 - Al via i playoff più curiosi degli ultimi anni, con piccole come Avellino, Capo d’Orlando (che si affrontano al primo turno) e Montegranaro che possono dire la loro. Siena non dovrebbe avere grossi problemi, ma rischia il contraccolpo della rimonta del Maccabi, e la Fortitudo non è un buon cliente, specie al PalaDozza. Io andrei con il 3-1 per Siena (che se gioca come sa, comunque, non ne perde una) e Roma. Milano rischia di chiudere in 5. Impronosticabile la serie di Avellino, per me vincono gli irpini, del Poz parleremo più avanti.


2 - Carlisle ai Mavs, e qua tocchiamo un tasto dolente, visto che Dallas è la mia squadra Nba. Il coach mi piace, è in gamba, nonostante un caratterino un po’ complicato. Ha fatto bene a Detroit, ha fatto benissimo a Indianapolis, con 61W il primo anno e un vero miracolo la stagione successiva, con un secondo turno raggiunto nonostante gli infortuni e le squalifiche per la rissa di Detroit. I miei dubbi sono legati essenzialmente alla coesistenza del suo gioco a metà campo con un play amante del campo aperto come Kidd. Vedremo, ci aspetta una lunga estate.


3 - Detroit vince a Orlando e dovrebbe aver ipotecato il passaggio del turno. Non è detto sia finita ma per i Magic l’occasione era ghiotta: dopo un primo tempo perfetto, il crollo nel terzo quarto, quando si sono fatti rimontare 15 punti con un break di 18-2. La svolta è arrivata con l’ingresso di Hunter (due triple fondamentali) e quello mentale di Wallace, fino ad allora offensivamente dannoso, in parte a causa dei raddoppi non appena riceveva palla in post. Spettacolare la partita di Hamilton, uno dei giocatori più sottovalutati della Lega: non solo è efficace, ma è piacevolissimo da vedere per la pulizia dei suoi movimenti. I Pistons hanno lavorato alla grande su Howard (ha segnato dal campo solo nel primo quarto, poi basta), Orlando si è affidata a Turkoglu che nel finale ha messo 11 punti di fila. Ultima giocata dei Pistons con canestrone del +1 di Prince, autore di una gran bella partita. E dall’altra parte il turco ha sbagliato. Non capisco, però, come un allenatore abbastanza saggio come Van Gundy possa insistere nel tenere in campo Dooling nei finali di gara. E’ la terza volta in questi playoff che fa una cretinata negli ultimi secondi di gioco: oggi un bel fallo tecnico.

sabato 10 maggio 2008

Lockdown Defense

Siamo sul 66-46 Celtics, Boston in controllo. Garnett stoppa Pavlovic. Rimessa: LeBron James fino a quel momento ha solo 3 canestri segnati dal campo, ha la palla in mano, ma c’è un fischio a centroarea. Il gioco si ferma e LeBron fa uno di quei tiretti che si fanno tanto per… Garnett, quasi fosse l’azione decisiva di una gara-7, scatta come un felino e gliela va a bloccare prima che entri. Il messaggio è chiaro: non ti facciamo segnare neanche a gioco fermo. La difesa dei Celtics si sta dimostrando qualcosa di eccezionale, nell’intervallo della partita Mark Jackson e Jeff Van Gundy hanno evidenziato alcuni aspetti delle scelte difensive di Boston: tanti, tantissimi aiuti difensivi (5 in una stessa azione, da manuale) e LeBron il più possibile lontano dal canestro. I Celtics non vogliono farlo andare a canestro (e infatti il grafico evidenziava le tre realizzazioni, tutte da sotto), e fanno il possibile per farlo tirare in sospensione (nel primo tempo solo dalla parte sinistra dell’attacco!) o farlo scaricare, tramite un raddoppio forte sul pick and roll. Tanto Wallace e Varejao non segnano, Joe Smith e Ilgauskas il tiro in sospensione ce l’hanno ma quanti punti potranno fare? Finora è andato tutto bene, e se Boston arriverà in fondo dovranno fare una statua al signore nella foto. Tom Thibodeau è colui che ha portato i Celtics a questo livello, insegnando loro a difendere alla morte su ogni singolo possesso. Nella sua carriera come assistant coach, ha fatto arrivare la sua squadra nella Top10 difensiva della Lega 11 volte su 14. Gli ultimi veri Knicks (che ultimamente bussano alla sua porta) si sono visti con lui e Jeff Van Gundy. Per arrivare al bottino grosso, però, Boston dovrà radicalmente cambiare atteggiamento in trasferta.

In conclusione, aggiungo che Leon Powe sta diventando davvero un gran bel giocatorino!

mercoledì 7 maggio 2008

Onnipotenza

Se non stiamo assistendo a una dimostrazione di onnipotenza, poco ci manca. Quanto sta facendo Chris Paul quest’anno turba parecchio i sonni delle franchigie Nba. Gli Spurs, giusto per sputtanarmi subito subito, sono riusciti a fare il giusto adeguamento su West, mandando sulle sue piste un Thomas che lo ha contenuto alla grande. Gli Hornets hanno risposto continuando a raddoppiare Duncan, sia con l’altro lungo che con gli esterni, e sfidando San Antonio al tiro da fuori. Ancora una volta, i campioni Nba hanno retto un tempo. Il problema, per i neroargento, è che la marcatura di Paul è davvero un’incognita. Escluso Parker, non in grado di reggere il confronto, lo spostamento di Bowen sul play causa difficoltà a chi deve trovarsi su Stojakovic, che infatti sta giocando una serie stratosferica, dopo che già contro Dallas aveva martellato la retina. Ginobili è un buon difensore, ma è più basso, rispetto all’inizio della sua carriera Nba deve badare di più anche alla fase offensiva, e fisicamente non sembra proprio a posto. Insomma, per gli Spurs l’unica sembra possa essere che Bowen entri nella mente di Paul, ed è probabile che lo farà già in queste due gare a San Antonio, dove la prestazione dell’ex Wake Forest sarà ancora più decisiva, vista la tendenza dei tiratori a segnare di meno in trasferta. Se il difensore passa davanti al blocco, 9 volte su 10 perde Paul. Se scatta il raddoppio, Paul troverà il tiratore libero sul perimetro (Peja, Peterson) o sul gomito (West). Se a raddoppiare è un lungo, parte l’alleyhoop per Chandler. Se la difesa collassa in area, c’è sempre l’opzione dell’arresto e tiro, che non sembra mancargli. Fossi in Popovich, proverei a far passare il difensore dietro al blocco, velocissimamente, ovvio. Se non va bene manco così, non sono poche le possibilità che si torni a New Orleans per il match point. Vedremo, con tutto che è un anno pari, scommettere contro San Antonio può essere sempre pericoloso.

lunedì 5 maggio 2008

Una tranquilla domenica di basket

Iniziamo dal CSKA, facendo il giusto onore a una squadra composta di fenomeni ma guidata da uno dei migliori allenatori di sempre. Va bene il budget miliardario, va bene permettersi di avere Zisis e Goree come elementi complementari delle rotazioni, ma spesso questo non basta e corri il rischio di fare figuracce (vedi le greche di quest’anno). Messina ha compiuto l’ennesimo capolavoro, e fa piacere sapere che rimarrà ancora da questa parte dell’oceano. In America corre il rischio di essere sprecato, vista la rarità degli allenamenti. Certo, la sfida sarebbe interessante e l’idea stuzzica parecchio, ma intanto teniamocelo strettissimo.

Boston ha scacciato la paura e ha battuto facilmente gli Hawks, con una difesa asfissiante che ha impedito ad Atlanta qualsiasi contromisura. Orribile il fallo di Marvin Williams su Rajon Rondo, ma non credo fosse intenzione dell’ex North Carolina fare male al play dei Celtics. Tanto di cappello ad Atlanta, che ora dovrà decidere su chi puntare tra Smith, Williams e Childress. Molto dipenderà anche dalle loro esigenze. Per i Celtics, l’essere arrivati a gara-7 potrebbe essere un aspetto positivo, se avranno imparato a non sottovalutare gli avversari e soprattutto se avranno fatto tesoro delle provocazioni verbali e fisiche usate dagli Hawks nella serie. E’ normale che ci siano, soprattutto nei playoff, ma i giocatori di Boston hanno dato l’impressione di abboccare ogni volta. Questo puoi permettertelo, se ti chiami Celtics, contro gli Hawks, ma di sicuro non puoi farlo contro LeBron James, che ha dimostrato contro i Wizards di reggere alle provocazioni. Possibile che vedremo molto Posey su di lui.

Mi aspettavo una vittoria dei Lakers con discreto margine, tanto da scommetterci su. I Jazz venivano da una dispendiosa gara-6 neanche 48 ore prima. Nel primo tempo non c’è stata storia: L.A. ha riempito l’area, forzando a ripetizione palle perse di Boozer e limitando il pick and roll tra quest’ultimo e Williams. Metro arbitrale per nulla permissivo, tanti viaggi in lunetta per Bryant, che - con un Gasol in difficoltà contro Okur e comunque poco servito - ha trovato un buon contributo da Vujacic. Clamorosa la prova difensiva di Odom, che ormai ci sta abituando a questo tipo di prestazioni. Nella ripresa Utah si è riportata a contatto (da -19 a -2), grazie ad alcuni jumper dai 5 metri e a continui tagli che hanno messo in difficoltà i lacustri. Dall’altra parte, Bryant ha deciso di giocare da solo, forzando l’inanerrabile. Ma la rimonta non è stata portata a compimento. L’impressione è che, per quanto possa essere equilibrata la serie, vinceranno i gialloviola in cinque gare.

domenica 4 maggio 2008

X as Xavier

Dopo gara-1, sembra che la chiave della serie tra Hornets e Spurs sia David West. West, alla sua quinta stagione Nba, sempre con la maglia degli Hornets, si sta dimostrando uno dei 4 più forti del campionato e il complemento ideale di Chris Paul. Uscito dall’università di Xavier, è un’ala forte piuttosto atipica, dotata di meno centimetri rispetto a tanti pariruolo. Riesce però a essere un’arma letale perchè, oltre a essere dotato di un affidabilissimo jumper dai 5 metri, che non puoi assolutamente concedergli, sa mettere palla a terra per attaccare il canestro. Quando raccoglie il palleggio, spesso si appoggia all’avversario per subire il contatto o per rilasciare un morbidissimo semigancio. Il problema per gli Spurs è che in rosa non sembrano avere un giocatore in grado di limitarlo, perchè sia Oberto che Kurt Thomas sono abituati a fare a botte sottocanestro. Horry ormai ha troppe primavere, non resta che Duncan che però potrebbe non avere la stessa velocità di piedi e che inoltre in gara-1 ha giocato una delle sue peggiori partite di sempre (5 punti con 1/9), ben contenuto da Chandler e lo scongelato Ely, che hanno iniziato da subito a mettergli le mani addosso.

L’altro problema per San Antonio resta ovviamente quello di un Chris Paul che, pur non andando incontro alle esplosioni realizzative viste nella serie con i Mavs, è riuscito continuamente a fare quello che voleva. In gara-1 Popovich ha messo il più alto Bowen sul play di Wake Forest, ma la sensazione è che CP3 sia al momento in controllo. Dall’altra parte, Bowen ha approfittato degli spazi lasciati dagli Hornets sugli esterni con cinque triple e 17 punti nel primo tempo. Il piano di Scott è stato quello di lasciare spazio ai tiratori neroargento, che nel primo tempo hanno tirato con 9/17, ma poi si sono progressivamente spenti. Gli Hornets invece hanno continuato a segnare, con contributi importanti da Wells, altro giocatore atipico e difficile da inquadrare come accoppiamento difensivo, e Stojakovic, che ha preso fuoco presto e ha continuato a mettere punti importanti anche in assenza di Paul (e quindi con Bowen in marcatura).

Resta l’impressione di una serie aperta più di quanto dica il punteggio finale.

venerdì 2 maggio 2008

Il crollo di Siena



Siena era entrata in campo con un 8-0 convincente. Il primo quarto terminato addirittura 20-8, umiliando il miglior attacco dell’Eurolega con uno Stonerook sontuoso. Il piano partita di Pianigiani prevedeva un ritmo controllato ma anche una bella esecuzione dei giochi. Finchè la Montepaschi ha tirato bene da 3 è stato un dominio, poi i toscani si sono fossilizzati eccessivamente sulle soluzioni dalla lunga distanza, a parte qualche azione nella ripresa che ha visto Lavrinovic tagliare con decisione a centro area. Dall’altra parte, la splendida difesa del primo tempo è venuta completamente a mancare nei secondi 20′. In particolar modo, Siena ha patito il gioco sugli esterni, lasciando troppo spesso tiri con metri di spazio. Gli israeliani hanno preso fuoco e hanno rosicchiato piano piano tutto il vantaggio. Poi ci si sono messi gli episodi: un layup facilissimo di Sato finito sul ferro, un tecnico per simulazione a Lavrinovic, dubbissimo. E’ stato un peccato, forse è stata una delle classiche partite in cui alla fine conta tantissimo l’esperienza. E l’emblema dell’esperienza, nel Maccabi, è Derrick Sharp.

Palla a due

Dunque, eccoci qua. Questo blog nasce essenzialmente come valvola di sfogo per la mia mania per il fantastico mondo della palla a spicchi. Nba, Ncaa, Eurolega, Campionato italiano. Un po’ di tutto. Non prometto post assidui, considerando che di solito cerco di scrivere su cose e partite che ho visto e sulle quali ho potuto riflettere e trarre le mie conclusioni. Vediamo come va. Per mettere le cose in chiaro, un po’ di storia. La mia passione per il basket nasce grazie a un amico, che mi porta al palazzetto a vedere la Record Cucine Napoli. E’ il 2000/2001, è l’anno di Lamarr Greer (tornerà) e Nikola Radulovic. La squadra gioca bene, ma Fabriano le sbarrerà l’accesso alla serie maggiore. Lì sboccia la passione. Prima di allora, avevo vissuto questo sport grazie ai racconti degli zii, che mi parlavano di Julius Erving e Magic Johnson e che mi facevano vedere le partite della grande Virtus Bologna il sabato su Rai3. Forse non è un caso che io apra questo blog proprio nel periodo in cui Napoli rischia di perdere, per questioni finanziarie, la sua squadra di basket. E’ la paura di un vuoto incolmabile, che può essere riempito solo da tanto basket. Poesia in movimento, come dice Spike Lee.