mercoledì 25 febbraio 2009

De Antisportivo

Si chiacchierava nei giorni scorsi con Dis/Impegno sulla necessità di una riforma regolamentare sul fallo antisportivo. Quante volte, nei secondi finali di una partita punto a punto, viene sanzionato con un antisportivo un fallo effettuato senza cattiveria, al solo scopo di mandare l’avversario in lunetta, solo perché il contatto avviene lateralmente? Nella finale di Coppa abbiamo visto un antisportivo, mi pare di Langford, che aveva semplicemente abbassato il passaggio a livello con un po’ di forza, mi pare su Eze, per evitare che ne facesse due facili. Ciò è eccessivo, ciò snatura il gioco. Tra l’altro si arriva a un punto in cui la discrezionalità è smodata, e quindi possiamo vedere fattispecie simili sanzionate in maniera differente.

La proposta di basketblog è semplice: eliminare il fallo antisportivo prendendo in prestito il flagrant foul di stampo Nba, che viene fischiato in caso di contatto eccessivamente violento (a seconda della violenza abbiamo un flagrant di tipo 1 e uno di tipo 2, che porta all’espulsione). Semplice, no? Appunto…

lunedì 23 febbraio 2009

Da Scafati una buona notizia


Il nuovo coach è Maurizio Bartocci, che era rimasto senza lavoro dopo i noti fatti che avevano coinvolto Napoli (sob…) quest’estate. A Scafati il coach ritrova Bennett Davison, indimenticabile per i suoi salti e per la moglie, e troverà una situazione di classifica non proprio rosea. In bocca al lupo al coach, persona splendida e socievole con i tifosi!

domenica 22 febbraio 2009

Fantasmi

Chissà quante volte, nell’ultimo quarto, nella testa dei giocatori senesi è subentrato il ricordo del secondo tempo delle scorse Final Four di Eurolega, quando, dopo un primo tempo perfetto, avevano regalato la finale al Maccabi continuando a tirare (e sbagliare da 3). Se è vero che la zona, nel caso di oggi la 1-3-1, ti porta a tirare all’inverosimile da fuori, lo stesso credo di poter dire che la Mens Sana tende a fossilizzarsi in maniera eccessiva sul tiro da fuori, e quando inizia a non entrarti più rischi di brutto, anche se dall’altra parte difendi bene. Se poi continui a perdere palla in lunetta, favorisci canestri facili di una Virtus buona e volenterosa. La finale di oggi non ha sconvolto le mie idee: Siena è forte ma in una gara secca può perdere con chiunque, e questo lo puoi pagare in competizioni come la Final Eight o come la Final Four. In una serie scudetto al meglio delle 7 continuo a credere non avranno grossissimi problemi, a meno che il braccino non colpisca troppi giocatori contemporaneamente. Ma se in Italia puoi permetterti, grazie alla tua superiorità, di fossilizzarti sul tiro da 3, in Europa non puoi farlo, Maccabi docet. Resto quindi dell’idea che Siena avrebbe bisogno, per aumentare di un buon 10% le sue comunque discrete possibilità di vittoria europee, di qualcuno a cui affidare la palla per due facili e sicuri nei momenti di difficoltà.

Ah, un’ultima cosa: mica penserete sia stato un caso che la palla sulle ultime due rimesse della Virtus sia stata sporcata in entrambi i casi dall’immenso ricciolone?

giovedì 19 febbraio 2009

Final Eight

Nel 2006 avevo la febbre e finì con Napoli che vinse la Coppa. Quest’anno Napoli non c’è, in compenso c’è una squadra che mi sta parecchio simpatica ed è da 10 giorni che sono a letto con l’influenza…

venerdì 6 febbraio 2009

Rivalry

Vista Celtics-Lakers, possibile anticipo di un rematch che a mio avviso ora come ora vede favoriti i Lakers, che già lo scorso anno riuscirono a reggere discretamente senza Bynum. Ora, tutto quello che scriverò potrà essere smentito da movimenti di mercato, ma la panchina di L.A. mi sembra superiore a quella dei Celtics, che, con la regressione di Powe, alla fine può contare con efficacia solo su House e Davis. Rispetto a qualche mese fa manca PJ Brown, fondamentale in quella gara7 coi Cavs, e soprattutto manca Posey, che offriva innumerevoli vantaggi a Boston: era l’uomo della difesa su Bryant, l’uomo delle triple importanti, l’uomo che - giocando da 4 tattico - permetteva ai Celtics di schierare un quintetto piccolo. Ieri notte Boston non ha sofferto Bryant, ben marcato da Allen e Pierce, ma una partita storta può capitare a tutti, mentre in una serie di 7 non puoi permettertelo. Che poi Bryant abbia giocato gli ultimi 5′ del regolamentare in maniera fantastica è un altro discorso. Allen e Pierce, dicevamo, lo hanno tenuto alla grande, ma probabilmente - e qui subentra un altro aspetto - hanno pagato in termini di lucidità offensiva. Allen ha giocato una signora partita ma ha sbagliato alcuni tiri non contestati che magari avrebbe messo, mentre Pierce è sembrato monocorde nelle soluzioni.

Nonostante questo, va detto che la partita Boston l’avrebbe potuta vincere tranquillamente con meno perse o più semplicemente con scelte migliori nell’ultimo possesso sia dei regolamentari sia (nei due) dei supplementari. Ma soprattutto avrebbe vinto, probabilmente, se solo avesse messo dentro un decimo dei tiri non contestati che la (non) difesa Lakers ha concesso nel primo tempo. Los Angeles non deve rilassarsi pensando alla vittoria, ma deve capire che per vincere l’anello deve difendere con continuità come fatto nel secondo tempo. Perché non sempre sarai fortunato lasciando due metri di spazio agli avversari.

giovedì 5 febbraio 2009

La cosa che più mi sconcerta…


… è che, a 24 anni, può anche migliorare.

mercoledì 4 febbraio 2009

Canestri


Gaza, un paio di settimane fa.

lunedì 2 febbraio 2009

Qualcosa di speciale



Dopo aver visto una squadra recuperare sei punti in tre secondi, avendo anche l’opportunità per vincere prima dei supplementari, dopo aver visto Jaycee Carroll, fino a quel momento abbastanza spento, metterla da 3 di tabella e poi rimetterla sempre da 3 dopo 3 secondi. Dopo aver visto Ryan Hoover finire nei tabelloni pubblicitari per salvare una palla, dopo aver visto Peppe Poeta strappare la rimessa agli avversari, dopo aver visto Valerio Amoroso tenere a galla i suoi con un vastissimo repertorio offensivo, dopo aver visto Brandon Brown mettere dentro canestri importanti. Dopo aver visto tutto questo, resto dell’idea che questa Teramo abbia qualcosa di davvero speciale. Qualcosa che il coach ha saputo trasmettere a questi ragazzi. Capobianco alè.