lunedì 30 marzo 2009

Roma-Ferrara

Approfitto di una trasferta lavorativa romana per andare a vedere Lottomatica-Carife al PalaTiziano. Mi aspettava una facile vittoria dei romani, e invece è stato tutt’altro. Brevi considerazioni.


ROMA: male, malissimo. Poteva chiudere il primo tempo a +20, invece ha concesso più di novanta punti in trasferta a una squadra che, ricordava il mio amico Simone, di solito va sui settanta. Datome in grande spolvero nel primo tempo, poi tante cazzate. Douglas preciso dall’arco, Jaaber contenuto bene per 39′ poi la stava vincendo con due triple quando scottava. Il solito Hutson, elegante e concreto, Brezec in palese difficoltà all’inizio (e beccato dal pubblico), poi aveva ritrovato la mira ma è stato cavalcato poco. Jennings… lampi di classe ma non ha attaccato il canestro. Cerca il passaggio troppo spettacolare. Inoltre non avrei affidato a un diciannovenne il possesso decisivo…


FERRARA: Valli ruota i giocatori con una frequenza incredibile. Ne cambia praticamente uno al minuto. Ebi (ma quanto zompa) e Ray da prendere a schiaffi nel primo tempo, l’ex Villanova funge praticamente da play con Collins da finto 2. Solo che non passa un pallone. Eccezionale invece la sua ripresa, quando ha segnato in ogni modo. Contributo decisivo (e magari inaspettato) dalla panchina: Zanelli ottimo e decisivo, Allegretti chirurgico da fuori. Jamison a mio avviso riceve sempre troppi pochi palloni.


VARIE: Douglas e Ebi sono uguali! E poi c’è la solita questione di cui abbiamo già scritto, ossia la faccenda-antisportivo. Succede che nell’ultimo minuto, squadre a contatto, Allan Ray subisca un fallo duro che lo fa finire a terra con un brutto tonfo. Duro, ma non per far male. Antisportivo, due liberi e palla a Ferrara. Un bel finale che sarebbe potuto essere bellissimo, se non fosse stato condizionato da questo fischio. Insisto: deve essere antisportivo solo un fallo effettuato per far male.

mercoledì 18 marzo 2009

Obama è il mio presidente

Tyler Hansbrough campione NCAA, Louisville e Pitino in finale, Pittsburgh alle Final Four dopo aver battuto Duke, UCLA fuori al primo turno. Probabilmente non andrà così, ma il bracket di Obama va incontro ai miei gusti di quest’anno!


 

venerdì 13 marzo 2009

“Mi scade il grattino del parcheggio!”

Riflettevo su quale pensiero potesse passare per la testa di uno spettatore che ha assistito nella notte a Connecticut-Syracuse. Sei (SEI, 6, SIX) supplementari. Poi la gente mi chiede come faccio ad amare così tanto il basket NCAA.

domenica 8 marzo 2009

Siena-Roma e altro

Partita non bellissima, stranamente la Mens Sana ha difeso maluccio. Visto l’infortunio di Lavrinovic, per poter passare il turno contro il Panathinaikos Siena dovrà chiedere gli straordinari a Mc Intyre e un Kaukenas in miglioramento rispetto alle ultime uscite. Comunque, non è di questo che voglio parlare visto che le considerazioni sulle due squadre non è che siano cambiate di molto in seguito alla partita di oggi. Mi concentrerei invece sull’arbitraggio, prendendo come spunto la partita di oggi e quanto evidenziato da Tranquillo nell’intervallo a proposito della tendenza di non fischiare quello che è stato ribattezzato "quarto tempo". Ossia una penetrazione in cui sostanzialmente i giocatori fanno un passo in più. Nell’intervallo sono state mostrate alcune immagini Nba in cui sono stati mostrati sostenzialmente dei quinti tempi concessi a nomi noti per le loro camminate (Wade, LeBron James). Allo stesso tempo, sono stati fatti vedere molti movimenti sospetti avvenuti nel primo tempo della partita, parlando dell’ipotesi di legalizzarli. Ipotesi che io giudico assurda e che favorirebbe in maniera smodata l’attacco. La verità è che, in vista di un ipotetico spettacolo, la linea è quella di concentrarsi maggiormente su quanto viene fatto con la parte superiore del corpo. Se agli arbitri fosse detto di destinare ai passi un 20% dell’attenzione che questi stanno rivolgendo al palming (il palleggio accompagnato) sarebbe meglio. Ma questa situazione si incastra nell’assurda volontà di complicare questo gioco, vedi la faccenda dell’antisportivo di cui parlavo qualche giorno fa, vedi la ridicola freccia del possesso alternato che ha sostituito una semplicissima contesa, vedi l’orrido semicerchio che al momento fortunatamente esiste solo in Nba ma che dovrebbe essere esportato anche da questa parte dell’Oceano.

sabato 7 marzo 2009

Celtics - Cavaliers: resoconto

Da poco finita la replica di Boston-Cleveland e provo a buttare giù due considerazioni. Sono nuovo del blog, e premetto ai lettori che la mia analisi potrebbe risultare di parte in quanto tifoso, non accanito, ma tifoso dei Celtics.

Per chi non l’avesse vista, Boston iniza con Davis al posto di Garnett, mentre per il Cavs il nuovo arrivato Joe Smith parte dalla panca, dividendosi con il titolare Varejao i minuti del carostoso ed infortunato Ben Wallace. Ad inizio gara è Perkins a fare la voce grossa in attacco, mentre le due stelle James e Pierce sonnecchiano. Il prescelto si segnala per una schiacciata delle sue..sbagliata in contropiede, una di quelle cose che gli spettatori del Garden un giorno potranno raccontare ai nipotini.

Boston prova ad allungare con Allen e Davis, preciso nel tiro dalla media, ma una buona Cleveland ricuce e si va al riposo sul 45 a 43 per i padroni di casa. Si torna in campo et voilà, scintille! Antisportivo di tipo 2 per Davis che cala una doppia mannaia al collo di Ricciolone Varejao. Con Garnett infortunato, senza il positivo Big Baby, tocca a Powe giocare ala forte titolare. Purtroppo per i Cavs.

Dopo una bella tripla di James ed un effimero vantaggio ospite, inizia lo show di Pierce: due triple consecutive, canestro alla Bryant, ma più di tutto mani salde sulla gara. Nel frattempo Powe prende possesso del post basso e, vuoi per aiuti sulle penetrazioni, vuoi per motivi misteriosi, Varejao, Smith ed Ilga non riescono ad arginare il "piccolo" lungo di Boston.

Williams prova a lanciare la rimonta con il tiro da fuori (più un generosissimo fallo fischiato a suo vantaggio contro Mikki Moore), ed alla fine saranno 4 su 5 dalla lunga, ma con i tiri allo scadere Cleveland non riesce ad impensierire la difesa biancoverde, visto anche il sostanziale equilibrio a rimbalzo. Si finisce sul 105 a 94, punteggio relativamente alto, ma abbastanza bugiardo: molto eloquente il numero delle conclusioni tentate, 83 per Boston (difesa e contropiede), 66 per Cleveland (no contropiede).

Casa Celtics: il fattore principale è il controllo del ritmo, forse anche più del campo. Lo si è visto oggi, lo si è visto con i Lakers, nella partita commentata su questi schermi dal buon Vitor: quando Boston costringe gli avversari a giocare contro la difesa schierata, quasi sicuramente porta a casa la parte buona del referto. E in quest’ottica, da tifoso biancoverde temo molto più Kobe che LeBron, per via dell’indiscutibile capacità del primo di creare soluzioni "estemporanee", che oltre ad essere indifendibili sono anche frustranti.

Per i Cavs forse l’unica nota positiva della partita è stato Joe Smith. Ma James e soci, escluso qualche momento del secondo quarto, non sono mai riusciti a creare buoni tiri, men che meno buoni tiri da dentro. Ossia i tiri che, come amo ripetere, fanno vincere le partite. L’area di Cleveland è invece stata abusata sia dai lunghi di Boston, sia dagli esterni. Provo una sincera antipatia nei confronti di Mo Williams e, pur riconoscendone i meriti in attacco, spero che continui a difendere in questo modo.

Omettendo ulteriori valutazioni sui singoli, concludo complimentandomi con gi arbitri per la gestione del fallo antisportivo di Davis (preannunciano a Rivers che avevano deciso per un flagrant di tipo 2, ma che avrebbero guardato le immagini prima di prendere la decisione definitiva) e con le due franchigie per le divise, intese non come maglie, ma come tute, shooting shirts etc. Questi sono alcuni dei "dettagli" per i quali, nonostante il divario "tecnico" tenda lentamente a colmarsi e quello tattico forse non ci sia più, la Nba resterà "avanti" ancora per molto, molto tempo.

Belgrado


 


 

venerdì 6 marzo 2009

Piccola news

Per una curiosissima coincidenza che evito di spiegarvi per amor di brevità, ho iniziato a scrivere per un sito di sport USA. Loro cercavano qualcuno che volesse scrivere di NCAA, io avevo voglia di scrivere di NCAA, e allora potrete leggermi su Play.it USA. Ben sapendo che il college basket è per pochi aficionados, non mi offenderò se nessuno mi cagherà di striscio!

mercoledì 4 marzo 2009

A mente fredda

Signore e signori, lo scritto che leggerete di seguito non mi appartiene, ma è del mio amico Francesco aka Dis/Impegno, mio compagno di palazzetto prima che si trasferisse a Milano e la squadra facesse la fine che ha fatto. E’ un grande appassionato di basket, scrive bene e per molte cose la vediamo allo stesso modo, quindi rispecchia i dettami della linea editoriale. Questo è solo un suo post, ma la mia speranza è che finalmente lo abbia convinto a mettere per iscritto ogni tanto i suoi pensieri. In questo caso, leggerete qualche altra sua cazzata qui sopra.



Mercoledì scorso sono stato al Forum di Assago per assistere a “The Texas Chainsaw Massacre” applicato alla pallacanestro. Il Tau, al terzo posto nella mia personalissima classifica tra le squadre europee, ha spiegato il gioco di Naismith ad una malcapitata Armani Jeans. Si potrebbe tranquillamente dire che i 30 minuti finali siano stati puro garbage time, ma non lo faccio per la bellezza dei giochi mostratici dalla squadra basca per tutta la durata della gara. I Milano Generals hanno potuto obiettivamente poco, con il loro attacco di uscite in punta, riccioli e quarti di campo liberati per isolamenti: ad una certa, l’unica opzione offensiva credibile era quella di sbagliare la conclusione e sperare nel rimbalzo d’attacco di Katelynas.


Domenica ho seguito, come sempre, il campionato italiano e mi sono balzati agli occhi alcuni dati: Valerio Spinelli, nella simpatica Biella, compete con Terrell McIntyre per il primato tra gli assistman al minuto della Lega A. Alessandro Cittadini con 15 rimbalzi in 21 minuti dà una grossa spallata al Re che cade, sotto i colpi del (proprio) tiro dalla lunga che non entra. Per inciso, l’altra spallata l’ha data quel Matteo Malaventura autore di una delle più belle pagine recenti della storia del basket Napoli. Ai suddetti aggiungerei anche il buon Simone Flamini, atleta che rende possibile qualsiasi tipo di cambio difensivo, a terminare l’ossatura italiana di un’ipotetica squadra.


Beh, guardando questi giocatori fare così bene in un campionato dominato dagli americani, ho pensato a come sarebbe bello vederli insieme, loro ed altri come loro, allenati da qualcuno che li lasci giocare in base alle loro caratteristiche e secondo i loro meriti, senza preconcetti. Ho pensato ad una squadra che non punti a sedersi al tavolo delle grandi, ma che giochi campionati onesti e che a fine stagione non debba rifare daccapo la rosa, sapendo che i buoni americani pescati partiranno per altri lidi più remunerativi. E ci sono rimasto male pensando a quelli che, sia “tecnicamente” che “societariamente”, hanno distrutto dei veri e propri patrimoni del basket nazionale.


Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Come faremmo senza di lui?


Shaquille O’Neal non è solo un grande giocatore di basket, ma è soprattutto un personaggio meraviglioso. Nella foto sopra potete vedere quanto sia avanti… il primo Superman dei Magic è stato lui, capito Dwight Howard? Quello che però è magnifico è la simpatia di questo grosso omone, che ha sempre la battuta o la puttanata pronta, e dice quello che pensa senza farsi troppi problemi. Bella forza direte voi, provate a reagire e fate una brutta fine…


Comunque, recentemente Shaq è stato stuzzicato da Chris Bosh dopo una partita in cui O’Neal ha fatto quello che ha voluto: 45+11 e tutti i lunghi dei Raps espulsi o quasi per falli nel tentativo di arginarlo. Ora, dopo una scoppola simile una persona sana di mente si starebbe zitta… e invece Bosh è andato a lagnarsi di presunte mancanze arbitrali sui 3 secondi in attacco di Shaq (che poi magari ci stanno pure, però dopo un’asfaltata non fai bella figura).


Di seguito, la risposta di Shaq: "I heard what Chris Bosh said, and that’s strong words coming from the RuPaul of big men," O’Neal said. "I’m going to do the same thing (in their next meeting) I did before - make him quit. Make ‘em quit and complain. It’s what I do."


Per chi non lo sapesse, ecco chi è RuPaul.


 


Come faremo senza di lui quando si ritirerà?

domenica 1 marzo 2009

Rieti

Leggo di difficoltà enormi da parte di Rieti, con Papalia che avrebbe convocato un CdA per decidere se mettere la società in liquidazione o cedere il titolo sportivo. Il dispiacere sarebbe tanto, perché il pubblico reatino è commovente, un’altra piazza storica rischierebbe di sparire, e perché Lardo quest’anno sta cercando di realizzare l’ennesimo miracolo. Però la cosa non mi stupisce. Son due anni che Rieti è in difficoltà, prima fu salvata dalla cessione di Pape Sow, poi s’è beccata la penalizzazione… quest’estate la sospetta rinuncia a Pickett e Harvey.


La cosa più triste è che sembra di assistere a Dieci piccoli indiani: se prima erano diciotto adesso sono sedici. Il numero è destinato a calare?