giovedì 29 ottobre 2009

Porta girevole

Volevo scrivere che questo post aveva lo scopo di fare un po’ d’ordine, ma mi rendo conto sarebbe impossibile. Facciamo così, io metto i fatti, puri e semplici. Giudicate voi questi due mesi di montagne russe.


5 agosto: conferenza stampa al PalaBarbuto, Papalia presenta la società. Della rosa dello scorso anno restano Gigena e Spippoli.
9 agosto: Franco Marcelletti è l’allenatore (vabbè…).
10 agosto: arriva il primo acquisto, è Lance Allred, centro che come vedremo ha la penna facile.
11 agosto: il secondo acquisto è Davide Bonora, play di esperienza (pure troppa).
17 agosto: arriva Terrence Oglesby, guardia USA con passaporto norvegese. E’ un 2 che ama tirare e fa solo quello. Marcelletti lo vorrà far ragionare, si arrenderà presto.
20 agosto: è il turno di Dragisa Drobnjak, 4/5 dal cognome difficile. E mi fermo qui.
22 agosto: JR Reynolds, visto a Soresina e campione di Francia, è la guardia titolare.
24 agosto: altro tassello, Kevin Kruger, play.
31 agosto: inizia il raduno, ci sono anche un finlandese anoressico il cui nome ricorda il vecchio capitano di Napoli, Kimmo Muurinen, e Sestokas, l’unico lituano che non sa giocare al basket. Alla fine si andrà sul Kate Moss di Finlandia.
25 agosto: arriva lo sponsor, è la finanziaria Martos.
14 settembre: primi addii. Oglesby non ha le caratteristiche adatte, Allred sputtana coach e società sul suo blog. Fanno entrambi le valigie.
30 settembre: Kenny Adeleke, pivottone con breve passato Nba, sbarca in città.
2 ottobre: arriva Dimitris Tsaldaris, greco ex Aris.
6 ottobre: a cinque giorni dall’esordio in campionato, fugge JR Reynolds. Probabilmente per attriti con il coach.
9 ottobre: viene presentata la squadra a bordo di una nave da crociera MSC. Aprea fischietta Titanic…
11 ottobre: sgambata a Siena: -39
15 ottobre: ecco il colpaccio. Damon Jones, personaggione con ricca carriera in Nba. Insieme a lui arriva Roberto Gabini.
18 ottobre: sgambata con Avellino: -24
19 ottobre: la penalizzazione viene ridotta di due punti, si son messi la mano sulla coscienza.
21 ottobre: Damon Jones viene presentato alla stampa e ai tifosi. Alla conferenza non partecipa Marcelletti, di fatto esonerato. Non sarà fatto nessun comunicato ufficiale.
25 ottobre: buona partita a Bologna, al 35′ si è sotto di 2. Finisce -14. Ancora male Kruger, e si pensa a quale play possa sostituirlo.
26 ottobre: Tyrone Grant sbarca a Capodichino, fa un allenamento. Il giorno dopo va a Milano a ritirare il passaporto italiano e resta là.
28 ottobre: arriva Armands Skele, 2/3 che in Lettonia spaccava i culi. Adeleke viene sospeso dal club per insulti a dirigenti e rifiuti ad allenarsi (almeno così dice Papalia su Facebook), il Mattino parla di un caso-Gigena, che sarebbe a Livorno per inadempienze dello scorso anno.


Ho mal di testa.

martedì 27 ottobre 2009

Una partita di basket

Ore 10:00 - L’alcool della sera precedente e l’ostilità del centro di Bologna nei confronti delle macchine suggeriscono un cambiamento di programma. Si pranza a Milano.


Ore 13:00 – Pasta al forno con prosciutto cotto, provola affumicata e cavolo, “salamelle” con patate, frutta, caffè, limoncello e crostata. Mia madre contribuisce al buon esito della trasferta: non si segue la squadra a stomaco vuoto.


Ore 14:45 – Partenza per Bologna


Ore 16:50 – Arrivo alla Futur Show Station. Prima tappa in biglietteria, dove non hanno neanche stampato i biglietti per il settore ospiti. Scherzando, ipotizziamo di essere gli unici “napoletani” (il mio compagno di trasferta è bolzanino). Scopriremo che è proprio così.


Ore 17:25 – Entriamo. La polizia, forse per far vedere che non sono là a non fare davvero un cazzo, ci controlla le tasche. Prendiamo possesso del settore ospiti, pensando a cosa fare per attirare un po’ l’attenzione dei tifosi avversari, che ci mancano clamorosamente di rispetto non dedicandoci neanche un coro.


Ore 17:45 – Un altro napoletano nel settore accanto. Guarderemo la partita insieme, in piedi, appoggiati alle transenne che dividono le due zone. La curiosità è per Damon Jones: con tutto il cuore speriamo che sfoderi uno One-Man-Show, forzando tutto il forzabile per farci divertire. Intanto scopriamo di avere un bar dedicato esclusivamente a noi e ogni tanto andiamo a far compagnia al barista, sentendoci un po’ in colpa per la sua solitudine.


Ore 18:15 – Il nostro pensiero va al mai rimpianto Franco Marcelletti: comunque vada, sarà un successo. Ed in un bel palazzetto non troppo vuoto, inizia la gara.


Ore 18:35 – In effetti è una gara. La Virus è in controllo, ma non ci sentiamo in imbarazzo. Moss e Penn fanno pentole e coperchi, la nostra transizione difensiva è a dir poco rivedibile, però in qualche modo si gioca. Il primo quarto termina 20 a 12 per i padroni di casa.


Ore 18:55 – Fine primo tempo. I ragazzi non mollano. Il punteggio recita 42-33, 9 punti di scarto che potevano essere tranquillamente meno. Sugli scudi, Dimitrios Tsaldaris e Dragisa “Udite Udite!” Drobnjak. Il greco spiega basket, realizzando 11 punti, ma non limitandosi a questo. Inoltre, smentisce chi lo considera solo un tiratore bucando più volte la difesa tortellina. Drobnjak, dopo un avvio da brividi, sfrutta delle buone ricezioni vicino a canestro trasformandole con discreta sicurezza.
Jones? Molto ordinato, non troppo coinvolto, gioca un primo tempo più per gli altri che per sé. Si vede che con Tsaldaris parla una lingua per lo più sconosciuta ai compagni di squadra. Male Kruger (un buon canestro e basta) e Adeleke, troppo servito sul pick’n’roll (che non è arte sua) invece che con ricezioni statiche in post.


Ore 19:30 – 12 -10 è il parziale del 3° quarto. Problemi di falli per il nostro centrone e per Mimmo il finlandese, non in buone condizioni fisiche. La difesa a zona dà qualche frutto, ma quando Kenny non è in campo soffriamo (e molto) a rimbalzo. Gabini dà senso alla sua gara assestando una mannaia mica da ridere a Fajardo, ma purtroppo la rissa viene subito scongiurata. Bonora a lungo in campo, Tsaldaris si raffredda e Jones scalda la mano.


Ore 19:40 – Ad un tratto il tabellone recita 55-53 per i padroni di casa. Drobnjak continua a segnare ed è sfortunato quando un clamoroso dentro-fuori gli nega la tripla del sorpasso. La chiave della “rimonta” però ha su la faccia enorme di Kenny Adeleke (autore di 7 punti) e quella bellissima (cit.) di Damon Jones: ci aspettavamo un pazzo arrivato a fare la star in Europa, abbiamo un giocatore intelligente, non abilissimo a costruirsi il tiro, ma che prima si è messo a disposizione dei compagni e poi si è caricato la squadra sulle spalle. E che meccanica di tiro!


Ore 19:55 – Non dico che ci eravamo illusi di vincere, però sentire un po’ di paura tra i bolognesi ci ha dato soddisfazione. Sanikidze e Fajardo sono degli ossessi a rimbalzo offensivo, e gli extra-possessi danno la vittoria ad una Virtus non molto precisa. Tsaldaris realizza 7 punti nel finale, permettendoci di superare gli agognati 60 punti.


Ore 20:20 – Post partita: giocatori delusi per la sconfitta, ma c’è un po’ di ottimismo. Faccio i miei complimenti ad un frastornato Jones e al greco amareggiato. Il presidente invece è incontenibile. Si fanno voci, qualcuno probabilmente saluterà. Sabato prossimo il derby con Caserta, ma l’appuntamento principale è fissato per l’8 novembre: a Bologna sarebbe dovuto essere un brodino caldo, a Cremona di sicuro ci saranno gli gnocchi fritti!

mercoledì 21 ottobre 2009

The Hired Gun

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photo by Pierre.

martedì 20 ottobre 2009

Desio stiamo arrivando!

Atto di misericordia e i punti di penalizzazione passano da 4 a 2. Possiamo dire di aver battuto Siena. E probabilmente faremo la stessa fine delle squadre che hanno vinto con la Mens Sana negli ultimi anni. Sospiro di sollievo della Irge Desio, un altro paio di decisioni di questo tipo e il loro record di 0 punti in stagione è salvo.


E ora, cinque facili mosse per evitare altre figure di merda. Non dico per salvarci, ma almeno per dare un senso a questa stagione. Ovviamente se ci sono i soldi, ma alla fine non si tratta di mosse costosissime. Insomma, non chiedo di prendere Gelabale come esterno comunitario e un 4 USA. Ma se volessero non direi di no.
1) Mettere alla porta Franco Marcelletti. Non ci piacciono i matrimoni impossibili. Vorreste vedere Mazzone allenare la Lazio? No! E perché noi dobbiamo vedere il Professore sulla nostra panchina? Le sue scelte di mercato son scappate tutte, s’è fatto sfanculare persino da Muurinen che da quando è a Napoli avrà pronunciato sì e non tre parole. Volete un casertano in panchina? C’è Maurizio Bartocci libero. Brava persona, buon allenatore, appassionato e competente, non legato a un basket in cui si giocava 30 secondi a possesso, amato da tifosi e giocatori.
2) Kevin Kruger. Ragazzo mio, mi spiace ma io bipedi così lenti non li vedevo da quando giocai a un torneo contro l’alterego di Filini pensionato. Per carità, hai delle qualità, sei un ragazzo disponibile anche se non sorridi mai, il tuo tiro non è certo quello visto con Avellino, ma la LegaA è per gente seria e cattiva. Vuoi passare tutte le domeniche col mal di testa perché i Dee Brown della situazione ti fanno impazzire? Non ti son bastati i lividi fatti da Hawkins e Sato? Ci son tanti lavori al mondo per un ragazzo bianco…
3) Abbandonato il tristo mietitore, si libera un posto per un americano. Assodato l’arrivo di Damon Jones, al quale sarà necessario procurare il prima possibile un paio di compagne di classe di Noemi Letizia onde evitare fuga alla Anthony Carter/Scafati, la mia idea è che Tzatzikis da ala piccola possa soffrire, e tanto, la fisicità di gente come Forbes. Allora perché non puntare su una coppia di esterni Jones-Tsaldaris, che si completa bene, e giocarsi il jolly dell’americano su un 3 che metta palla a terra con rapidità, batta l’uomo dal palleggio e vada dritto al ferro? Qualcuno in grado di darci un po’ di dimensione interna. Mentre scrivo leggo che è stato tagliato Demetris Nichols.
4) Chiamare il caro Minucci, promettergli lo ius primae noctis delle cheerleaders viste (poco) domenica, anche se a lui queste cose materiali non interessano, e chiedergli di accelerare le pratiche per il passaporto italiano di Tyrone Grant. A quel punto metterlo sotto contratto e fargli fare il cambio di Gabini e Adeleke.
5) Tagliare Drobnjak (ma tutti qua gli slavi che non sanno giocare a basket?) e prendere un 2/3 comunitario che possa far rifiatare il greco e il 3 americano di cui sopra. Magari qualcuno a cui il pubblico è affezionato. Magari qualcuno che si sbatta in difesa per 10/15′ e che metta anche qualche piazzato? Magari irlandese. Magari Jay Larranaga.


Per i ringraziamenti a fine stagione.

lunedì 19 ottobre 2009

Mortis-Avellino 58-82

E che vuoi scrivere dopo una partita di questo tipo, se partita la si può chiamare? L’ideale sarebbe lasciare un post vuoto, ma il duro mestiere dello scriba impone rispetto per il suo pubblico. Innanzitutto l’atmosfera: palazzetto semivuoto rispetto agli standard degli ultimi anni ma, considerando la prevista assenza degli ultras, temevo molto peggio. Ovviamente i tifosi di Avellino fanno un bordello di pazzi, noi riusciamo a farci sentire giusto un po’ nell’ultimo quarto.
Impossibile scrivere qualcosa di tecnico, in un contesto di questo simile. Certo, le rotazioni di Marcelletti sono qualcosa di incomprensibile, una sorta di platoon system che ha come logica l’errore: sbagli? Sei panchinato. E così Adeleke si fa 25 minuti, quando uno così, in questa situazione, dovrebbe lasciare il campo per ultimo.
La realtà è che di giocatori di basket ne abbiamo due. Il centrone e il greco. Il primo ha fatto pentole e coperchi in avvio, ma se vai da lui per le prime sei azioni della partita lo spompi e qualsiasi allenatore, persino Pancotto, capisce la situazione e dice ai suoi di concentrarsi un po’ di più su di lui. L’altro è Tsaldaris, che davvero non capisco cosa abbia fatto di male nella vita per finire qui, visto che s’è fatto le sue belle stagioni di Eurolega da protagonista. Volendo essere generosi, possiamo inserirci anche il buon Muurinen, che poverino almeno si sbatte e se gli lasci il tiro piazzato la mette anche. Gabini invece fisicamente è ancora lontano dai tempi migliori, se mai ci sono stati.
Il resto è sinceramente un pianto greco, da Drobnjak che commette un’infrazione di passi allucinante a Kruger che chiude con -39 di plus/minus e 0/9 al tiro, compreso un layup 1 vs 0 che finisce sotto (non su) al ferro. Ora, a Kevin voglio bene, è un ragazzo disponibile e una brava persona, anche se mi mette un po’ di tristezza quando ci parli, ma sinceramente la serie A non è cosa sua. Non ho mai visto un giocatore così lento, incapace di dare una minima accelerata all’azione. E questo lo paghi in attacco, dove giochi a ritmi da anni ‘30, ma soprattutto in difesa, dove perde sistematicamente l’avversario al primo passaggio, senza neanche bisogno di un blocco. Avellino faceva un passaggio e la nostra difesa era già sputtanata.

sabato 17 ottobre 2009

27/04/08 - 18/10/09

Ok, c’è stato solo un anno di pausa. Non tantissimo, lo so. Ma vi assicuro che per me è stato lungo come un secolo. Domani si torna al PalaBarbuto. L’ultima volta, allenamenti a parte, era stato un Napoli-Biella, ultima giornata di campionato. Mason Rocca salutava il pubblico napoletano in lacrime, lasciandoci come ricordo una gara delle sue, con tanto di tripla doppia (26 punti, 16 rimbalzi, 10 falli subiti, 42 di valutazione). Keith Langford, forse in un momento di premonizione, d’altra parte è sempre stato un giocatore dotato di cervello, sbaglia di proposito allo scadere i due liberi regalandoci l’ultima soddisfazione. Quel giorno rimasi ancora più del solito nel palazzetto, lo vidi svuotarsi piano piano. Non sapevamo se l’anno dopo avremmo rivisto il basket, e così è stato.
Domani si torna al PalaBarbuto. In un modo strano, neanche tanto pulito. Con una squadra che probabilmente ne prenderà 25 da Avellino. Ma non sarà certo questo a rovinarmi questa giornata.

venerdì 16 ottobre 2009

Prossima frontiera?

La Nba sdogana le passeggiate. I giocatori potranno fare due passi senza palleggiare, in qualsiasi circostanza. Già c’era l’odiato semicerchio a far storcere il naso agli appassionati di tutto il mondo, ma con questa decisione diventa chiara la direzione verso cui la Nba vuole tendere: non il tecnico basket Fiba, ma lo Slamball!
Diventa di fatto impossibile contenere una partenza in palleggio (due passi fronte a canestro senza mettere palla a terra sono per forza più rapidi di uno scivolamento), era già difficile prendere uno sfondamento. Su queste basi il miglior difensore della lega è per forza Dwight Howard. Che poi, visti i precedenti verrebbe da chiedere se i fischietti vorranno essere fiscali almeno sui due passi.
Comunque, il commissioner David Stern avrebbe dichiarato che non intende fermarsi qua. Dopo la tolleranza zero contro i gesti di stizza, le reazioni emotive (soprattutto non violente, chiedere a Stat e Diaw), ma anche la difesa ed i fondamentali, farà guerra ai canestri: così piccoli e così alti rappresentano degli ostacoli insormontabili per gli aspiranti tiratori e schiacciatori asiatici, sudamericani e in genere di tutti quei mercati cui il circo della palla a spicchi da tempo strizza gli occhi.

mercoledì 14 ottobre 2009

Il Gaucho & il Dj

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Abbandoniamo la nostra tradizionale scaramanzia e parliamo dei due probabili arrivi a Napoli. Innanzitutto bisogna prendersela ancora una volta con la sordità della dirigenza, che già due anni fa (anche se era dirigenza diversa) ci portò Jumaine Jones e ora sembra voler prendere Damon Jones. Ma cosa c’è di così complicato nel capire che noi VOGLIAMO DONTAE’ JONES?
Detto questo, partiamo dall’acquisto più probabile, ossia quello di Roberto Gabini. Simpaticamente descrittomi da un amico biellese, dove è stato in prova, in condizioni simili a quelle di una balena arenata, il Gaucho non mi è mai piaciuto, l’ho sempre trovato dannoso come giocatore. Detto questo, a sta squadra serve un quattro che in attacco allarghi l’area per Adeleke e in difesa chiavi mazzate alla cecata. Bene Gabini, quindi.
Damon Jones non ha bisogno di presentazioni. Giocatore folle, si è autodefinito il miglior tiratore dell’Nba e uno dei giocatori più belli. Gran realizzatore da 3, può dare una mano in regia a Kruger. Tuttavia non credo sia lui quello che ci serve, avrei preferito un 2/3 in grado di attaccare con continuità il canestro invece di un giocatore che prevalentemente tira da dietro l’arco e che non conosce il significato della parola “difesa”, creandoci decisi problemi di accoppiamento là dietro.
Comunque, nel caso dovesse venire, ben venga. Soprattutto perché è un personaggione, ci farà divertire e probabilmente farà sbarellare Marcelletti. A questo punto lo schema principale sarà palla ad Adeleke sotto e scarico per i vari tiratori (Kruger, Tsaldaris, Jones, Muurinen).

lunedì 12 ottobre 2009

Vagliagli (sarebbe Siena-Napoli)

Il suono della sveglia di domenica mattina alle 7, dopo una giornata passata col naso otturato, ha suscitato in me la più scontata delle domande: “Ma chi cazzo me lo fa fare?”. In realtà è andata alla grande. Oh se volete qualcosa sulla partita, se di partita si può parlare, andate qualche rigo più giù o su qualche sito serio.
Viaggio tranquillo, si arriva nel ridente borgo di Vagliagli (15km a nord di Siena) che son le 12.30, in attesa di un paio di commensali che sono in zona. Antipasti senesi, degli ottimi salumi e un simpatico pecorino, tagliatelle con funghi porcini e una meravigliosa tagliata di cinta senese. Vino quanto basta per rimanere un minimo lucidi, gemellaggio con tanto di foto con sciarpe con una simpatica tavolata di arzilli “vagliaglini” che festeggiavano le nozze d’oro, foto, baci abbracci e torta. Il ristorante è la Taverna di Vagliagli, se passate da quelle parti e volete farvi una bella mangiata, fateci tranquillamente un salto.
Il Palasclavo me lo ricordavo più bello. Nel nostro settore siam sette, folta rappresentanza. Siamo talmente insignificanti che una poliziotta mi lancia uno sguardo di pena e che i senesi ci dedicano un “Napoli merda” giusto per dare un senso alla nostra venuta.
“Non faremo le vittime sacrificali”, ha detto il nostro simpaticissimo coach casertano. Una frase che si candida a leit-motiv della stagione. Detto questo, sin dai primi minuti sembra ovvio che ai ragazzi è pervenuto il mio messaggio: le ultime squadre a vincere con Siena in regular season sono state Varese e Bologna (Fortitudo), poi retrocesse. L’obiettivo è quindi quello di far vincere la Mens Sana per incrementare le nostre speranze di salvezza. Missione compiuta.
Volete qualcosina di tecnico? E va bene… Kruger bella mano ma mi sembra giochi a una marcia, e molto bassa. Rischia di non battere mai un uomo dal palleggio in tutta la stagione, e la cosa brutta è che sembra saperlo e quindi non ci prova. Tsaldaris deve aver fatto qualcosa di male per essere finito qua in mezzo, tipo un mutuo a tasso variabile o roba del genere. Alla sua prima partita gioca 36 minuti in tre ruoli diversi. Muurinen come cambio è ok. Drobnjak nun se po’ guardà. Adeleke… hmmm… è in ritardo di preparazione, sembra mancare totalmente di verticalità e c’è pure il fatto che è bassino. Occupa bene l’area, però sembra avere solo movimenti in avvicinamento. Come rimbalzista è discreto, in difesa è pessimo.
Urge un esterno da 20 punti in grado di attaccare con continuità il canestro (non Coby Karl, che però ha il pregio di essere il figlio di un coach rompicoglioni e quindi potrebbe sopportare Marcelletti. Quindi non Coby Karl) e un 4 titolare, che però deve essere italiano, a meno che non si voglia tagliare Drobnjak (per carità, se è buono dove si firma?).
A parte questo tutto bene, e i ragazzi so’ simpatici.


Ah, dimenticavo… Bucchi prrrrrrrrrr!

martedì 6 ottobre 2009

Ciao J.R.

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Sarà difficile dimenticare il gesto della frusta fatto a Piero. J.R. Reynolds lascia Napoli, e a cinque giorni dall’inizio del campionato ci troviamo ancora più zoppi di prima.
Ora si tratta di capire se, effettivamente, si tratta di una questione economica, come trapela da Eurobasket, o se hanno ragione le nostre fonti, solitamente affidabilissime. Che lasciano trapelare che il secondo addio “tecnico” di quest’anno potrebbe essere legato ad addii di altro tipo avvenuti in società, che hanno come filo comune la stessa persona.

lunedì 5 ottobre 2009

Ranking

Atteso tanto quanto Chinese Democracy, Duke Nukem Forever e uno schema originale di Piero Bucchi, arriva il ranking di basketblog per l’ormai imminente campionato di basket! Donne, masturbatevi con il virtuosismo lessicale di Dis/Impegno, che ha sopperito alle mie mancanze dovute a inevitabili impegni (Fifa 2010 è Fifa 2010…).

Ranking Serie A.

1) …… e che ne parliamo a fare?
2) AJ “Simpson” Milano: super quintetto, se Rocca sta bene anche una valida panchina (almeno per quanto riguarda i giocatori). Quest’anno Bucchi ha il play con le caratteristiche desiderate, due centri che rollano da far sentire profumo d’erba ganja e una guardia potenzialmente dominante. In più, gerarchie e ruoli sembrano definiti.
3) Benetton. Treviso ci sta abituando a rose belle come la Lolita di Nabokov: il problema è proprio la giovinezza, eccessiva. E anche un po’ d’intimidazione a centro area. Ovviamente parlo di Lolita. Hackett ha le chiavi della squadra, alle sue spalle Kus, più un cecchino che una guida. Il rischio è quello di brancolare nel buio, nel frattempo ci gustiamo questi Motejunas e gli altri giovanotti che hanno tutto quello che serve per volare alto.
4) Roma. Forse manca un’ala piccola. Scherzo. C’è l’equivoco playmaker, come sempre in presenza di Amadeus Vitali, Gentile deve ancora dimostrare di valere una panchina del genere e sotto canestro non sembra esserci troppa consistenza. Il talento però è tanto.
5) Virus Bo. Lardo. Koponen. Moss. Basterebbe questo per metterla su un ideale podio. In realtà l’infortunio a Collins ed un reparto lunghi abbastanza carente a rimbalzo fanno scendere le Vu nere di qualche posizione.
6) Cremona. Esterni tra i migliori della Lega per assortimento tra cui la pantera Forbes, che suo malgrado ha lasciato assaporare le sue grazie senza mai concedersi ai tifosi napoletani. Brandon Brown è una certezza per la squadra potenzialmente più divertente del campionato.
7) Avellino. Anche qua, reparto esterni che ha tutto per essere devastante, la stella senza cielo Akyol ed il sottovalutatissimo “Uomo della Verità” sotto canestro. L’incognita? Forse il simpatico quanto imprevedibile presidente.
8) Pesaro. Con Williams abile e arruolabile hanno un grande asse play-pivot, Sakota, Hicks a fare pentole e coperchi. Forse non è ancora completa nel settore esterni, ma sembra già molto solida. Senza Williams è un’altra storia…
9) Biella. Tolti Smith e Soragna, non è proprio una squadra di filosofi del gioco. Però viene da un anno trionfale ed hanno il talento per giocarsela con (quasi) tutti. Qui è a metà classifica, ma nessun’altra squadra può come Biella finire altissima o scendere molto in basso.
10) Teramo. Il Cocch è sempre il Cocch, ci sono Poeta e Amoroso. Ma sulla carta non convince. James Thomas dovrebbe essere un’idiosincrasia per tutti quelli che amano il gioco e con Jones al posto di Moss, Teramo si candida ad essere ostaggio delle proprie percentuali.
11) Caserta. Bowers e Jones a guidare l’attacco, il tuttofare Ebi potrebbe essere una sorpresa del campionato. Qualche dubbio sui play e sui centri, ma Sacripanti sa il fatto suo. Playoff sicuramente alla portata.
12) Cantù. Jerry Green è un signor giocatore, così come Markoishvili. Jeffers è un paraculo che si mette spesso nei guai, ma in un modo o nell’altro riesce a venirne fuori. E fisicamente è messo benino. Con lui che si butta dentro ed il Cardinale che spara da fuori, Cantù può andare forte. Ago della bilancia sono i minuti che Lydeka riuscirà a garantire e soprattutto Leunen.
13) Ferrara. Due combo guardie in regia, il nobile decaduto Jackson, Jamison a fare legna. Ricambi sotto la sufficienza.
14) Montegranaro. Frates non ci è mai piaciuto. Sappiamo che è un nostro problema, ma è anche uno dei motivi per cui mettiamo i simpatici marchigiani così bassi. Maestranzi è molto più di un’incognita, Hite e Marquinos garantiscono tanti punti, così come tolgono spazio all’eterna promessa Antonutti. Il reparto lunghi è molto “interno” e non molto atletico.
15) Varese. Non c’è un centro, Childress va per i 38 e si rischia di dipendere troppo dalle prestazioni balistiche di Thomas. Il baby Martinoni può incantare, Morandais e Slay sono due teste di ciuffo.
16) Napoli. Un cantiere. Con Adeleke e Tsaldaris ci hanno messo una pezza ma, scaramanzia o no, siamo sempre in fondo alla griglia. Il quintetto è fin troppo quadrato, l’apporto della panca in attacco è “limitato” (eufemismo), ma forse il mercato non è ancora chiuso. E c’è una settimana di precampionato in più degli altri.