sabato 27 febbraio 2010

Samardo Samuels

Strano giocatore il nostro Samardone, dal nome buffo quasi quanto la sua faccia, con quel naso così schiacciato. Ma questo non glielo diremmo, se non a distanza di sicurezza.

Samardo Samuels, dunque, pivot di Louisville al secondo anno. Un giocatore che l’anno scorso, con una edizione dei Cardinals fortariella, mostrò dei discreti lampi di classe, pur evidenziando che c’era ancora parecchio da affinare. Quest’anno, con maggiori responsabilità, sta confermando pregi e difetti visti nella sua prima stagione al college. Espn parla di un’altezza di 6-9, a me sinceramente sembra più basso. Detto questo, può considerarsi un ottimo realizzatore di post. Oltretutto, è un voracissimo rimbalzista offensivo, e questo gli permette di aggiungere altri punti a tabellone e di ottenere spesso contatti che lo mandano in lunetta, dove non se la cava benissimo ma neanche in maniera disastrosa (70% quest’anno, essenzialmente quando ne tira molti sembra segnare parecchio: 11/15 contro Morgan State, 11/12 contro Oral Roberts, 13/13 contro Villanova, 16/19 nella gara contro Notre Dame). E’ grosso, prende bene posizione e cerca di colpire generalmente ricevendo in post e lasciando andare un semigancio destro oppure assestando una bella culata al difensore per avvicinarsi e concludere in sottomano. Il problema è appunto quello dell’altezza, unito a un’esplosività da rivedere, che non sembra metterlo in condizione di battagliare contro i lunghi Nba.

Anche in difesa è croce e delizia. Gli spostamenti laterali sono di buon livello, ma è incredibile come alla sua presenza a rimbalzo d’attacco (3.2 di media) si accompagni una deleteria inconsistenza sotto il proprio tabellone (3.9 a partita quest’anno, nella stagione precedente prese addirittura più rimbalzi in attacco che in difesa!).

Prospetto interessante, ma in ottica Nba c’è da lavorare parecchio. Al momento potrebbe essere una solida scelta al secondo giro.

domenica 21 febbraio 2010

Sleepy 8

Il buon Delonte non sarà d’accordo, lo so. Ma a me sto ragazzo fa cestisticamente arrapare. Lo so, il suo “matrimonio” che gli ha fatto ottenere la cittadinanza italiana è farlocco. Lo so, non è il massimo della correttezza e gli arbitri gli permettono di tutto. Ma gioca con un’intelligenza e con un’abilità nelle letture che non possono non affascinarmi. Anche stasera, in una finale più aperta di quanto si pensasse, ha chiuso lui la contesa. Dopo un primo tempo equilibrato e dopo la consueta scoppola di inizio terzo quarto made in Siena, Bologna rialza leggermente la testa e si porta a -8. Tripla e schiacciata, discorso chiuso.
A margine, una Final8 davvero scialba. Mi ha fatto piacere rivedere King David tornare ai suoi standard e Koponen che sta diventando quel bel giocatorino che speravo potesse essere quando arrivarono le prime voci su sto ragazzino finlandese.
Per il resto, livello davvero bassino. Partite noiose, talento poco, giusto la soddisfazione di vedere Bucchi gettare la partita…














“Vediamo, come la vinco questa?”

venerdì 19 febbraio 2010

Non ci deludi mai

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Nella foto Ciamillo-Castoria, Piero Bucchi ci illustra il nuovo e innovativo schema inserito nel suo già vasto playbook, consistente nell’indirizzare dalla panchina il pallone verso il canestro con la sola imposizione delle mani.
Dopo quanto accaduto ad Avellino, non sembra che i ragazzi lo abbiano ancora assimilato.

domenica 14 febbraio 2010

Eventi che ci interessano più dell’ASG

- Enel Brindisi - Prima Veroli con telecronaca di Franco Lauro
- ll pranzo con la nonna e le sue compagne di ikebana
- La serata finale di Amici di Maria de Filippi
- Baciami ancora
- Un approfondimento sul caso Morgan
- Il Codice da Vinci
- Gossip Girl
- Una diretta televisiva per celebrare la terza era geologica di attività dei Pooh, presentato da Travis Best
- Atalanta - Chievo. A pallacanestro.
- Sentieri
- L’iPad
- La retrospettiva su uno dei massimi autori d’arte preistorica: Travis Best
- Un saggio di Francesco Alberoni
- La moviola di Maurizio Pistocchi
- Una telecronaca di Pozzecco, anche senza partita
- Il Festival di Sanremo
- La gara di “tiro” del sabato alle Colonne di Porta Ticinese
- Alberto Angela
- La tv in assenza di segnale

EVENTI CHE CI INTERESSANO MENO DELL’ASG:
- Gli aggiornamenti di Piero sui telefilm americani

martedì 9 febbraio 2010

Attenti a quei due

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Che io non ami Kobe Bryant è risaputo. Che le due vittorie dei Lakers senza di lui abbiano un impatto relativo, visto che quando conterà davvero ci sarà necessariamente bisogno di lui, pure.
Però vedere i gialloviola Kobeless giocare è veramente piacevole per gli occhi. Prendete la gara contro gli Spurs. Aumentate le situazioni di Triangolo, un sistema che esalta le capacità dei passatori. E i Lakers di passatori validi ne hanno. Vedere la palla andare con continuità da Odom e Gasol, fenomenali nel leggere le situazioni e pescare i tagli con precisione, è una gioia per gli occhi. Vedere Lamar prendere il rimbalzo, spingere la transizione e pescare un contropiedista come Pau (gran gara in difesa contro Duncan) per un facile layup, incarna la transizione perfetta.
Certo, Odom non è sempre Lamarvelous, con le sue continue pause. Certo, Gasol non è probabilmente il primo violino da una squadra da titolo. Certo, Bryant è probabilmente il giocatore più letale sulla terra.
Ma, a parte lo schiaffo morale agli imbecilli che parlano di “Gasoft” (andatevi a vedere il palmares…), queste due gare hanno fatto vedere che i Lakers sono una squadra, rinforzando le convinzioni del supporting cast, e lanciandoli sempre di più verso il titolo.

lunedì 8 febbraio 2010

Greg Monroe

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“Shawn (Taggart, ndV), quando Greg riceve in quella posizione ti conviene avvicinarti un po’ che l’assist è dietro l’angolo…”


Quest’anno non sto riuscendo a seguire il college basketball quanto vorrei, anche a causa della mia consueta pigrizia che ci mette il suo. In altri casi è mancanza di tempo, in altri è che - per quanto mi possa piacere vedermi una partitella di sti giovinotti - ammetto che a volte preferisco fare altro.

Detto questo, nella serata di sabato ho avuto modo di gettare un po’ l’occhio su Georgetown-Villanova, e di riguardare Greg Monroe all’opera. Il lungo degli Hoyas sta disputando un’ottima stagione, con 15 punti, 9.6 rimbalzi e 1.7 stoppate di media. Eppure i mock lo mettono dietro a giocatori molto più acerbi come Ed Davis e Derrick Favors. Come mai?

Mancino, 6-11 con braccia lunghissime che gli permettono di essere fastidiosissimo in aiuto, Monroe ha un raggio di tiro ampio, sa giocare il pick and roll e nonostante l’altezza può anche mettere palla a terra per battere il marcatore più lento.

Ma soprattutto è un passatore formidabile. Sono tre gli assist di media per il ragazzo (secondo di squadra), che quando riceve palla in post alto è abilissimo nel servire i tagli dei compagni e nel far girare la Princeton offense di coach John Thompson III.

Insomma, ricapitoliamo: dimensione interna ed anche esterna, diciamo fino ai cinque metri siam tranquilli. A dire il vero il jumper quest’anno va e viene. Ai liberi è una macchina. Stoppa. Mani morbide. La passa divinamente. Siamo a quasi dieci rimbalzi di media… Cosa c’è che non va?

Parte delle perplessità viene probabilmente dalla scarsa esplosività di cui gode Greg. Non è un atleta di prim’ordine, è anche piuttosto longilineo, e soprattutto non sempre sembra aggressivo. Da freshman non ha convinto a pieno come rimbalzista: quattro doppie doppie e un high di 11 rodmans. Quest’anno i progressi sono sotto gli occhi di tutti. Le partite con almeno 10 punti e 10 rimbalzi sono già raddoppiate, e sarebbero potute essere di più se non fosse stato per un paio di gare offensive sballate. Contro Harvard (vabbè…) e nella prima gara di questa stagione con Villanova ha portato il suo high di rimbalzi a 16.
Lo scorso anno Georgetown è crollata a metà stagione, dopo un’inizio eccezionale, e lui - che, va detto, era solo un freshman - non ha dato segnali di reazione sperati. Le perplessità maggiori sono sulle sue possibilità di andare a sbattere ripetutamente contro i corpaccioni Nba. Diamo un’occhiata ad alcune shot charts che ci possono aiutare a comprendere il suo gioco offensivo.

La sconfitta con Villanova del 17 gennaio, dove ha chiuso con 29+16, 9/13 dal campo e 10/15 ai liberi.

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E la vittoria contro Pittsburgh: 13+11 ma 4/14 al tiro.

http://i45.tinypic.com/2v0cxmw.jpg

Le immagini, rapportate alle cifre, parlano da sole. Se Monroe ha la possibilità (e contro i più bassi Wildcats ce l’ha avuta) di giocare più vicino al canestro, i numeri salgono in maniera esponenziale. Il grafico magari non lo fa vedere benissimo perché si sovrappongono, ma la maggior parte dei suoi tiri sono stati da sotto canestro. Certo, dall’altro lato della medaglia vai a vedere che più conclusioni voglion dire meno assist e gli Hoyas hanno perso.

Contro Pitt, squadra più fisica, la maggior parte delle sue conclusioni sono tiri in sospensione dai 3-4 metri. Interessante notare come vengano comunque quasi tutti dalla zona pitturata, fronte a canestro e perpendicolarmente.
Il rischio è appunto questo, che Monroe non riesca (e non voglia) giocarsela fisicamente, e tenda ad accontentarsi dei jumper.

martedì 2 febbraio 2010

Il bachelor tiratore

Settimana ricca di soddisfazioni per Danilo Gallinari: dopo essere stato incluso dal NY Post nella top 12 del single più desiderabili della Grande Mela, sarà a breve ufficialmente invitato alla gara di tiro da 3 punti dell’All Star Game.
Gallo, siamo con te! Se poi ci presenti pure qualche amica…

lunedì 1 febbraio 2010

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Vi abbiamo già detto che adoriamo Steve Nash?