martedì 29 giugno 2010

Un nuovo tentativo

Da Il Mattino di oggi

Fermento nel basket napoletano. Dopo il fallimento del progetto-Papalia e la mortificazione nazionale in un campionato a metà, si prova a ripartire dal basso, con umiltà e pazienza. Dopo il superclub giovanile nato dal consorzio tra Vivibasket, Partenope, Flegrea, Pianura, ora decolla anche il progetto-Collana con l'acquisizione di un titolo di serie B dilettanti e la nascita di un nuovo club: la Nuova Pallacanestro Napoli che giocherà il prossimo campionato al Palabarbuto. Le trattative condotte dalla dirigenza partenopea con varie società pronte a cedere i diritti sportivi, alla fine hanno trovato sbocco nell'accordo con il Battipaglia che giocherà quindi in serie C naturalmente al posto del Collana. Un'operazione studiata con gran attenzione per sfruttare anche la creazione della Lega3, il nuovo campionato di sviluppo della Fip che nascerà nella stagione 2011-2012. La neo società napoletana punterà inoltre al doppio salto di categoria grazie alla wild card che sarà data a società che rappresentano grandi città e che oggi sono fuori dal giro. E in questo discorso Napoli è evidentemente in pole. Soci del nuovo sodalizio sono l'avvocato Antonio Cirillo, già presidente del Collana e ora amministratore unico della Nuova Pallacanestro Napoli e Gerald Robert Daly, che sarà il dirigente responsabile della società. Sono poi attualmente in corso di acquisizione quote di partecipazione da parte di nuovi soci, così come è in fase di completamento l'organigramma della struttura societaria. «Il progetto ora è cosa fatta - spiega Cirillo - prima dobbiamo strutturare il club e poi penseremo alla squadra. Ci saranno alcuni ragazzi del roster di questa stagione che resteranno, ma ovviamente prenderemo nuovi giocatori adeguati alla serie B. Anche il coach Massimo Massaro è confermato, così come il ds Antonio Ambrosino. Importante adesso sarà l'acquisizione di un primo sponsor importante». Tra i giocatori si punta alla riconferma di Tammaro, Cristiano e Pignalosa. E il neonato club già può contare su una base di tifoseria affezionata che ha riempito in questa stagione il palasport di Cercola dove giocava il Collana, oltre ad un nutrito numero di ex tifosi del Basket Napoli che hanno stretto alleanza con la società.



Vediamo come si sviluppa. L'idea è interessante, e con delle basi solide si può tenere botta in un campionato comunque competitivo come la B Dilettanti. L'idea del doppio salto, con l'introduzione della nuova categoria, può far storcere il naso, però... Attendiamo le evoluzioni dei prossimi giorni.

lunedì 28 giugno 2010

2010 Draft Recap

Con un po' di ritardo, eccoci qui a dare un'occhiata a come è andata la notte delle scelte. Draft non dei più avvincenti, con poca suspance nelle prime scelte e pochissime trade di rilievo a movimentare la serata. E' chiaro che tutti aspettano la free agency di quest'estate.

ATLANTA: Probabilmente il draft rappresenta solo l'inizio di una lunga estate per la franchigia della Georgia che, dopo l'addio a coach Woodson, vedrà quasi sicuramente andare via anche Joe Johnson. Per precauzionarsi, gli Hawks hanno preso Jordan Crawford, giocatore probabilmente più simile all'altro Crawford, Jamal, che hanno in rosa. Mossa che fa pensare che lo stesso Jamal potrebbe fare le valigie a breve.
BOSTON: Decisamente intriganti le mosse dei Celtics, che cercano di puntellare la panchina. Bradley può essere un legittimo cambio per Rondo, mentre è molto affascinante l'ipotesi Harangody. Posto che per me è fatto per l'Europa a causa di un atletismo molto ridotto, l'ex Notre Dame può fornire un buon contributo offensivo dalla panchina, offrendo un'alternativa a Glen Davis e soprattutto sostituendo Scalabrine nei cuori dei tifosi bostoniani.
CHARLOTTE: Draft immobile, almeno alla prova dei fatti, per i Bobcats.
CHICAGO: I Bulls hanno usato la notte del draft per continuare nella loro opera di smaltimento contratti in vista della caccia a LeBron James. A salutare Chicago è stato Kirk Hinrich, autore di un buon finale di stagione, che è volato a Washington insieme alla pick numero 17 in cambio di nulla. Peccato, perché Hinrich fa sempre comodo. L'estate ci dirà se i Bulls hanno fatto bene.
CLEVELAND: Nulla di fatto in casa Cavs, son tutti col fiato sospeso per James.
DALLAS: I Mavs non avevano scelte al primo giro, ma sono riuscita ad ottenerla in cambio di nulla. Dominique Jones è un realizzatore, in grado di raggiungere il ferro con facilità. Ma ad oggi il reparto esterni di Dallas risulta intasato, quindi aspettiamoci l'ennesima estate alla Cuban. Al secondo giro è stato scelto Alabi, poi spedito a Toronto per scelte future. Sarebbe potuto essere utile, ma bisognerà vedere cosa ricaveranno da queste picks.
DENVER: Nulla di fatto anche in casa Nuggets.
DETROIT: I Pistons hanno preso Monroe, giocatore di cui abbiamo parlato in passato. Sul valore del giocatore nulla da dire, aggiunge talento in una front line deficitaria. Restano perplessità sull'approccio un po' soft dell'ex Georgetown, in un reparto che comprende non proprio giocatori di intensità come Villanueva e Wilcox. Vediamo come evolverà il giocatore. Al secondo giro Terrico White è una buona presa per cambiare Stuckey, o anche giocare con lui.
GOLDEN STATE: Pick intrigante, quella di Udoh, che forse avrebbe avuto un senso se effettuata qualche scelta più in basso. Il giocatore ci piace, ma temiamo si perderà nel gulag di Oakland.
HOUSTON: Patrick Patterson rappresenta un'ottima aggiunta nel reparto lunghi dei Rockets, buona presa.
INDIANA: Draft decisamente incomprensibile da parte dei Pacers, che hanno nell'ala Danny Granger il loro miglior giocatore. Di conseguenza, risulta strano vedere Indiana scegliere con la #10 un'altra ala piccola, ossia Paul George, giocatore non di primissimo piano NCAA, le cui quotazioni sono schizzate negli ultimi mesi. George ha sicuramente talento, ma bisognerà verificare la coesistenza con Granger. Ancora più incomprensibile la scelta al secondo giro di Lance Stephenson, giocatore sicuramente interessante e scommessa da fare a quel punto del draft ma - guarda un po' - un altro esterno che ha bisogno di palloni per creare dal palleggio.
L.A. CLIPPERS: La squadra più simpatica di Los Angeles conduce un gran bel draft, mettendo a segno tre colpi intriganti. Aminu va a colmare la lacuna in ala piccola: quest'anno si è visto poco ma già un anno fa aveva mostrato qualcosa di più di flash di atletismo. Canestri di talento, capacità di mettere palla a terra e di arrivare in fondo, quanto di mettere a segno un palleggio, arresto e tiro. Bledsoe può fare la squadra da subito, come utile backup per il Barone. Nel caso il progetto dell'ex Kentucky non andasse a buon fine, ecco arrivare da Oklahoma, e dalle paludi del secondo giro, Willie Warren, che lo scorso anno veniva pronosticato in lottery. Buon realizzatore, ha già giocato con Blake Griffin, che l'anno prossimo sarà a tutti gli effetti uno dei rookie dei Clippes.
L.A. LAKERS: Interessante il draft dei bi-campioni, con due scelte al secondo giro di sicuro talento, ma anche con discreti punti interrogativi. Devin Ebanks magari non entrerà in rotazione, ma diventa una delle alternative in ala; Derrick Caracter è una signora scommessa: lungo di gran talento ma dalla testa disabilitata e dalla tendenza a mettere su chili, starà a Bryant e (soprattutto, se non lascia) coach Zen forgiarlo in primis dal punto di vista dell'approccio mentale al gioco. Se va male, pazienza.
MEMPHIS: Buon draft anche per i Grizzlies. A essere sincero, come detto in sede di pre-draft, Henry lo vedo troppo tiratore, troppo guardia, per rappresentare un'alternativa o un rimpiazzo a Rudy Gay. Probabile che finirà per fare la riserva a Mayo. Grande felicità nel vedere che Vasquez è riuscito a finire nel primo giro, perché lo reputo un signor giocatore, di grande talento e intelligenza cestistica, in grado di dare un po' di playmaking alla squadra.
MIAMI: Tre terze scelte per Miami, che ha ceduto la #18. Pittman deve innanzitutto tenere a bada i chili di troppo, Haslem potrà insegnargli tanto. Varnado è uno stoppatore devastante, e potrebbe essere destinato a prendere il ruolo che finora è stato di Joel Anthony, al momento free agent. Da'Sean Butler è arrivato al secondo giro solo in quanto reduce da un infortunio, può venire fuori qualcosa di valido.
MILWAUKEE: I Bucks hanno puntato su un lungo, Larry Sanders, in grado di dare una mano a Bogut, spesso troppo solo sotto i tabelloni. In quest'ottica si inseriscono anche le scelte di Jerome Jordan e Tiny Gallon, ai quali bisogna aggiungere Hobson. Forse non vedranno mai il campo NBA, ma Milwaukee ha deciso di puntare su ali e centri dopo essersi mossa, nei giorni precedenti al draft, per accaparrarsi Maggette e Douglas-Roberts.
MINNESOTA: Se il 2009 era stato l'anno dei play, per i Timberwolves, questa volta Kahn ha preferito concentrarsi sulle ali piccole. Wesley Johnson piace molto, è in grado di difendere, di andare a rimbalzo, di segnare in penetrazione o da fuori. E' una scelta comprensibile, così come si può capire la volontà di prendere lui e non Cousins, che ha maggiori "red flags". Poi è stato il turno di Luke Babbitt, spedito a Portland assieme a Ryan Gomes in cambio di Webster. E poi Lazar Hayward, abituato a giocare da lungo in NCAA. Piace parecchio, ma è tutto da verificare al piano di sopra. Al secondo giro occhio a Bjelica, che si farà le ossa a Treviso.
NEW JERSEY: Favors è sicuramente una buona presa, e può formare da subito una coppia di lunghi solida a est con Brook Lopez. Damion James è un altro giocatore che piace molto, e anche lui può essere mandato in campo sin dal primo giorno. Poco upside, magari, ma giocatore di talento.
NEW ORLEANS: Un 3 e un 4 per gli Hornets, che hanno preferito puntare sulla quantità piuttosto che sulla qualità, scambiando la #11.
NEW YORK: Aspettando l'estate attesa da anni nella Grande Mela, i Knicks mettono su una presa interessante come quella di Andy Rautins. Folle tiratore, è in grado di far girare una squadra ed è un tentacolare ladro di palloni. Pick meno interessante quella di Fields. E' chiaro, comunque, che nell'estate dei Knicks il draft rappresentava solo una parentesi.
OKLAHOMA CITY: I Thunder avevano bisogno di un centro, e lo hanno trovato. Aldrich dà difesa, rimbalzi, solidità, intimidazione. Era quello di cui avevano bisogno a Oklahoma City. Bledsoe avrebbe rappresentato un'interessante alternativa a Westbrook, ma scambiare una #18 con una futura prima scelta dei Clippers è sempre cosa buona e giusta, vista la tradizione da lottery che hanno sulla sponda sfortunata di Los Angeles.
ORLANDO: Bel draft da parte di Orlando, che ha preso con la #29 un giocatore di prospettiva come Orton. Utilizzato pochissimo a Kentucky, tanto che ci si chiedeva che si fosse dichiarato a fare, avrà tutto il tempo per crescere dietro ad Howard e Gortat. Con la #59, invece, un giocatore un po' più solido come Stanley Robinson, ala piccola dalle grandi capacità atletiche, forse poco tiratore per il sistema di Van Gundy.
PHILADELPHIA: Poco da dire sul draft di Philadelphia. I Sixers sono andati a letto presto, giusto il tempo di prendere con la #2 il miglior giocatore disponibile (e forse il migliore del draft, al momento). Evan Turner rappresenta un'ottima aggiunta nello scacchiere della città dell'amore fraterno, pronto anche ad essere il leader da subito in caso di partenza di Iguodala.
PHOENIX: Rinforzi sotto i tabelloni per i Suns. Lawal è sicuramente più intrigante di Collins, che probabilmente finirà in qualche squadra europea.
PORTLAND: Ultimo giorno di lavoro, ingiustamente, per il GM Kevin Pritchard, che ha regalato le ultime chicche ai Blazers. Luke Babbitt può punire dall'arco ed è arrivato insieme a un giocatore prezioso come Ryan Gomes (che però potrebbe fare nuovamente le valigie). Williams e Johnson vanno a intasare ulteriormente l'affollato reparto guardie di Portland, in attesa di capire cosa farà Fernandez.
SACRAMENTO: I Kings incassano con la #5 un potenziale crack come DeMarcus Cousins. Sta ora a loro forgiarlo come persona e come giocatore. Se tutto andrà liscio, il rischio è quello di trovarsi un all star. Se qualcosa andrà storto, Sacramento ha pronta un'altra scommessa, ossia Hassan Whiteside, a lungo oggetto misterioso di questo draft, accreditato anche di una scelta in lottery. E' finito al secondo giro, vedremo se sarà solo una polizza assicurativa o qualcosa di più.
SAN ANTONIO: James Anderson è un signor realizzatore, ma ha toppato il torneo NCAA (breve e sotto le attese) ha suscitato qualche perplessità. In ogni caso, Popovich saprà come forgiarlo, e a San Antonio dovrà dare il suo contributo nel sistema, non dovendo prendersi troppe responsabilità ma facendo quello che gli sarà richiesto. In quest'ottica, è la solita - e solida - presa da parte degli Spurs.
TORONTO: Sono stato un ammiratore del primo Ed Davis, ma guardandolo con maggiore attenzione il mio entusiasmo nei suoi confronti è calato drasticamente. Mi sembra il classico giocatore di cui ti innamori vedendone un'azione, ma poi lo osservi con maggiore attenzione e saltano fuori tutti i ma e i però del caso. La stessa coesistenza con Bargnani può apparire rischiosa, soprattutto dal punto di vista della solidità, della sfrontatezza e della tenuta mentale. Ci si potrebbe trovare davanti a una coppia di "e se...?", cioè due giocatori ai quali manca qualche centesimo per fare il proverbiale dollaro. Al secondo giro arriva Solomon Alabi, altro lungo che non eccelle per completezza, ma che può dare un discreto contributo offensivo. Con la #50 potrebbe essere una buona presa.
UTAH: Diciamo solo che ci fa enormemente piacere vedere Gordon Hayward al servizio di Sloan.
WASHINGTON: Tre scelte al primo giro per i Wizards. La prima, ovvia e scontata. Le altre due da verificare. Ma che sembrano positive. Seraphin arriva con la scelta presa dai Bulls assieme ad Hinrich (che farà a tutti gli effetti la SG, dando però il fosforo che manca a Wall e Arenas): con il francese a Washington sperano di aver trovato un nuovo Ibaka. Booker è un giocatore che mi piace molto, perché è un buon rimbalzista, è intelligente, sa passare la palla. Sa giocare a basket, insomma. Undersized, ma nel nulla di Washington può dire la sua.

domenica 27 giugno 2010

Both teams played hard


A quanto pare dall'anno prossimo l'Nba sarà meno bella da vedere, e anche più noiosa. Sembra che il caro vecchio Sheed si ritiri, privandoci del suo splendido gioco in post e della sua grande difesa. Ma anche delle liti con gli arbitri, dei siparietti con avversari e compagni di squadra, delle conferenze stampa post partita...
Grazie di tutto, Sheed!

venerdì 25 giugno 2010

Commenti al Draft

La notizia principale del draft non è che, come fa notare l'ineffabile Dagdam0r nei commenti, abbiamo preso tutti i 14 giocatori della lotteria, seppur con qualche variazione. La notizia è che Luke Harangody è andato nella mia Boston. Luke il rosso ai Celtics: alla peggio abbiamo trovato l'erede di Scalabrine. Alla 19 mi sarebbe piaciuto Damion James, ma tant'è e forse un backup affidabile per Rondo serviva di più.



Danny Orton e Hassan Whiteside sono precipitati: del primo ho saputo che ha fatto tutto quello che un giocatore non dovrebbe fare prima del draft, del secondo penso che abbia pagato le sue dichiarazioni immature.
Rautins a New York può essere un furto, Pierfrancesco permettendo. Jarvis Varnado ottimo alla 41, Minnesota comunque prende il suo giocatore di post con Paulao Prestes. Gli Spurs scommettono sull'inglese Ryan Richards e, purtroppo, forse anche i Lakers potrebbero aver preso bene con Caracter.

mercoledì 23 giugno 2010

Il draft di Poetry in motion

Lo scorso anno una levataccia prevista per il giorno dopo, con tanto di trasferta lavorativa romana, mi impedì di godere a pieno del Draft. Quest'anno la storia si ripete parzialmente, nel senso che anche questa volta il giorno dopo ci sarà una trasferta, fortunatamente goliardica. Certo, è da evidenziare come la sfiga ci veda benissimo, visto che avevo programmato sto viaggio da gennaio e lo sciopero dei trasporti cade proprio venerdì...

Questo non ci ha impedito di fare una versione originalissima (se non avete mai letto ESPN) del draft. Quello che leggerete non è un mock vero e proprio. Bensì io (in rosso) e il mio socio Dis/Impegno (in blu) ci improvviseremo GM (se lo fa Chris Wallace, perché noi no) e di volta in volta faremo la pick che più ci piace Con tanto di eventuale replica dell'altro. Buona lettura!

1.
Allora, probabilmente la mia prima mossa come GM dei Wizards sarebbe quella di rassegnare le mie dimissioni. Comunque ho la fortuna di scegliere alla 1 e per forza di cose vado su Wall. A dire il vero qualche red flag a mio avviso c'è: poco tiro da fuori, letture non sempre corrette. Effettivamente avendo già Arenas la convivenza non sembra delle più facili, però con quei due lì dietro il talento è parecchio. Serve necessariamente un back-up ragionatore e difensore, e lo spazio salariale per attirare qualche FA di medio livello c'è. E poi si vede a giugno prossimo.
Beh, anche per me scelta scontata: Wall e Arenas per me fanno un back-cout di combo guard che può completarsi bene, ma tutto dipende dalla testa di Agent Zero, ossia se "cagherà o meno nelle scarpe del suo rookie" (cit.). Se Arenas ha la testa giusta, con Saunders in panca possono venir fuori belle cose, se la testa non c'è, beh, Wall mi sembra un buon punto di partenza.
2.
Avevo sentito voci secondo le quali Philly potrebbe scendere per prendere Cousins; non entrando nel merito tecnico, se anche i 76ers scendessero alla seconda sarà chiamato Evan Turner. Che per di più a Philadelphia starebbe benissimo...
Evan è chiaramente il giocatore più forte AL MOMENTO di quelli presenti al draft. Paga forse un potenziale meno ampio rispetto a quello di Wall. Tra l'altro, paradossalmente, può essere più lui a dare una mano a Holiday, che viceversa. E per un rookie non c'è male.
3.
Pick numero 3. Oh bene, ho appena avuto il lavoro dei miei sogni, lavoro per un magnate russo che ama circondarsi di belle donne. Non vedo cosa ci possa essere di meglio in questa Lega, forse giusto far vincere un titolo a Mark Cuban.
Sfiga, le palline non hanno detto benissimo ai Nets. Le ipotesi sono tre: Favors (favorito), Johnson e Cousins, che pure ha convinto in un recente workout per il suo range di tiro. Probabilmente sceglieranno Favors, che può accoppiarsi bene difensivamente con Lopez, ma io spiazzo tutti e vado sul secondo pupillo del draft: Wesley Johnson. Mi fa impazzire, sa fare di tutto. Segna da fuori, attacca il canestro, va a rimbalzo, difende. E soprattutto lo fa sorridendo.
I Nets hanno tanto spazio salariale, la scelta di Johnson permetterebbe loro di cercare di prendere uno dei 4 che saranno Free Agent quest'estate.
Per me Cousins dei tre è il giocatore dal valore assoluto maggiore, ma andrebbe a sovrapporsi ad uno dei pochi punti fermi dei Nets; Favors starebbe bene accanto a Lopez, ma forse i Nets hanno più bisogno di un 3 che di un 4 e la chiamata di Johnson potrebbe starci.
C'è pur sempre il cinese volante!
4.
Se non scelto alla 3, Favors va a Minneapolis. Ad onor di cronaca, Kahn sta cercando di portare Pekovic al di là dell'oceano: operazione difficile, ma Cousins a questo punto potrebbe essere una buona alternativa al Montenegrino. In ogni caso penso che Favors possa completarsi meglio con i lunghi a disposizione di coach Rambis, quindi vado con lui.
Per immedesimarti adeguatamente in Khan, avresti dovuto draftare un playmaker... Credo comunque che i Twolves dovranno presto scegliere tra Love e Jefferson.
Per questo non credo che prendere un altro giocatore di post (tenendo conto che vorrebbero confermare anche Milicic) possa aiutare.
5.
Hmmm alla 5 un po' sono in difficoltà. L'idea di vedere Greg Monroe a Sacramento, a raccoghliere l'eredità di Webber, è stuzzicante. Però credo che con il parco lunghi che hanno i Kings (Thompson, Landry e momentaneamente Dalembert) possa servire più un lungo alla Cousins, guardando più al futuro che a questa stagione. Quindi vado con DeMarcus, nonostante la sua percentuale di grasso corporeo e il suo accendersi e spegnersi (non che Monroe...) e procedo con la Calipari-connection alla Arco Arena. In particolare, mi piace come abbia saputo migliorare nel corso della sua stagione a Kentucky.
Hai citato Chris Webber, che di recente ha espresso la sua a proposito dei Kings. In particolare, ha fatto notare come siano cattivi passatori in relazione a quell'università della pallacanestro che giocava all'Arco Arena. Per questo, i Kings potrebbero funzionare se alzassero il ritmo delle loro partite, cercando continuamente la transizione. L'acquisto di Dalembert (smerdatissimo di recente dai giornali di Philadelphia) potrebbe andare in quel senso.. quindi Cousins potrebbe anche starci perchè è forse il più forte dei rimasti e sarebbe un buon complemento all'haitiano se rimanesse, ma io se fossi nei Kings spenderei la chiamata per Al-Farouq Aminu.
Ipotesi affascinante, effettivamente Aminu potrebbe permettere quintetti rapidi con l'ex Wake Forest schierato da 4. Però poi Sacramento mi sembrerebbe un po' leggerina sotto. Se è libero DeMarcus, confermo la mia scelta.
6.
Ah che culo! Mi tocca prevedere Don Nelson... Greg Monroe? Io l'accendo. Credo che il lungo da Georgetown possa dare un po' di playmaking all'anarchia disorganizzata di Oakland. E poi mi piacerebbe vederlo giocare con Stephen Curry.
Anche qua però non avrei visto male Aminu, se davvero intendono privarsi di Anthony Randolph mi sembra un giocatore adatto alla NellieBall. Benissimo Monroe, ma a Oakland i blocchi chi li fa? Ok ok lo so... domanda inutile.
Vero, anche Aminu starebbe benissimo a Golden State, ma penso che Monroe possa dare un po' di quel QI che manca ai Warriors. Posto che con i Warriors non si può ragionare come per una squadra normale...
7.
Scelta difficile quella dei Pistons. L'ideale per me sarebbe Aldrich, safe pick se ce n'è una. Ma sinceramente credo che alla 7 sia troppo in alto. Quindi, a meno che non si provi a fare qualche trade per scendere (ma ne vale la pena?), a sto punto chiamo Ekpe Udoh. Probabilmente scelto un po' in alto, ma lo preferisco a uno come Ed Davis che finora ha dimostrato pochissimo. E' un'ottimo stoppatore, è atletico, può giocare dentro e fuori, è un ottimo rimbalzista offensivo.
Vero, ma per me Aldrich è fatto e finito per i Pistons: penso che a Detroit abbiano bisogno di giocatori con un'identità cestistica definita, perchè da quelle parti gli ibridi, gli incompiuti, i progetti sono anche troppi. Aldrich mi sembra quello che da subito possa più d'altri dare il suo contributo.
Però resta un giocatore che a livello collegiale aveva un impatto importante prevalentemente nella propria metà campo. Credo che scivolerà di diverse posizioni durante il draft.
8.
I Clippers st'anno avranno due rookies: Blake Griffin e Aminu. All'ala da Wake Forest staranno fischiando le orecchie, visto che lo tiriamo in ballo da varie posizioni, ma penso che un 3 delle caratteristiche di Aminu possa far comodo.
Davis, Gordon, Griffin, Kaman, Jordan: sono i soli giocatori a contratto il prossimo anno. Sterling probabilmente rimarrebbe con solo questi giocatori in busta paga, ma se arriva un free agent di fascia alta qua la squadra è buona...
9.
Oh, i Jazz... hmmm, anche qua forse sarebbe il caso di puntare su un lungo, visto il probabile addio a Boozer. Però quelli che mi piacciono sono già andati via. Davis con Sloan porterebbe rapporti problematici. Quindi cambio radicalmente e vado con Paul George, ala piccola da Fresno State. Anche in questo caso probabilmente gli faccio guadagnare qualche posizione (ci sarebbe Hayward, ad esempio), ma credo che ai Jazz possa fare bene un po' di esplosività e un'altra opzione offensiva.
Invece se non va ai Pistons, per me Davis va ai Jazz. Che al più potrebbero colmare le lacune alla posizione 3 con Babbitt, e i Jazz hanno bisogno di un tiratore in quintetto...
Beh Korver è in scadenza, un altro biancone... e poi dopo Joe Alexander non riesco più a puntare sulle SF bianche. Farò un'eccezione per Hayward.
Meno male che non lavoravi per i Celtics nel 1979...
10.
Indiana vorrebbe liberarsi di Murphy, ha Hansbrough che ha dato poco o niente lo scorso anno: la scelta più logica sarebbe prendere un 4 da affiancare a Hibbert. Ed Davis per una front-line giovine e aitante!
E soft.
11.

Bene, passiamo agli Hornets... Bel casino. Non so se riusciranno a convincere Paul a rimanere. Fortunatamente per loro, l'ultimo draft ha portato belle soddisfazioni, con Collison e Thornton in rampa di lancio. A questo punto, essendo libero e fidandomi poco di Okafor, io vado su Cole Aldrich, che con West si accoppierebbe benissimo (che brutta immagine...) e darebbe profondità al settore lunghi. Ma mi sa che corriamo il rischio di trovarci a vestire i panni del GM degli Hornets per vari anni...
Aldrich sarebbe una scelta abbastanza logica, come sarebbe logico cercare nel già menzionato Babbitt un sostituto di Peja...
Mica ti sarai innamorato dell'ex Nevada?
12.
No, sai bene che preferisco i tipi alla Cousins... rimanendo in tema, ai Grizzlies tutto dipende da Rudy Gay. Resta, va, nel dubbio prendono Xavier Henry (cognome caro a Vitor), che ben si "sposerebbe" con Mayo.
Hmmmm, stavolta non sono d'accordissimo. Henry (a casa, francesi del cazzo) mi sembra troppo fossilizzato sul suo tiro e troppo poco esplosivo per poter sostituire Gay. Probabilmente qui ci sarebbe stato bene George, che però ho già mandato sul lago salato.
13.
Toronto è un altro caso clinico. Che si fa con Bosh? E con Calderon? E Turkoglu, lo si tiene scontento o lo si manda via per noccioline? Sarà una lunga estate canadese. A sto punto io inizio a pensare a come rimpiazzare il turco, scusate. Anche se trovare qualcuno che se lo piglia, dopo quella stagione e con quel contrattone, mi pare difficile. Quindi vado con Bab... no, prendo Hayward! Il ragazzo ha una grande intelligenza cestistica, e mi sembra che i Raptors ne difettino. Lui e DeRozan possono formare una coppia di esterni complementare. A quel punto mando affanculo tutto il resto: Belinelli, Weems, Wright. E poi si vede come rifondare.
Hayward vorrebbe dire in un certo senso proseguire il "progetto" tecnico di Toronto (anche se mi rendo conto che "proseguire" e "progetto" siano paroloni); ammesso e non concesso che sia così, il turco era stato preso per risolvere le partite negli ultimi minuti, più che per una particolare compatibilità con i punti di forza della squadra, specie in difesa. Io forse proverei più a coprire lo spot di 4 con un Patterson..
15.
...che se non va a Toronto potrebbe andare a Houston! Fin troppo ricca di esterni, con Scola in scadenza la dirigenza dei razzi potrebbe puntare sul lungo ex Kentucky, meno efficace in post del Professore argentino, ma di sicuro molto versatile...

Ecco quindi il tabellone finale...
1) WIZARDS: John Wall

2) SIXERS: Evan Turner
3) NETS: Wesley Johnson
4) TIMBERWOLVES: Derrick Favors
5) KINGS: DeMarcus Cousins
6) WARRIORS: Greg Monroe
7) PISTONS: Ekpe Udoh
8) CLIPPERS: Al-Farouq Aminu
9) JAZZ: Paul George
10) PACERS: Ed Davis
11) HORNETS: Cole Aldrich
12) GRIZZLIES: Xavier Henry
13) RAPTORS: Gordon Hayward
14) ROCKETS: Patrick Patterson
Postilla. Se siete arrivati fin qui, complimenti.
Best of the rest: draft profondo, anche al secondo giro si potrà pescare bella roba. Un po' di pupilli che speriamo possano fare bella figura: Damion James (Texas), Dominique Jones (South Florida), Greivis Vasquez (Maryland), James Anderson (Oklahoma State), Jarvis Varnado (Mississippi State), Trevor Booker (Clemson), Lazar Hayward (Marquette).
Tanta curiosità anche su Jordan Crawford, Solomon Alabi, Stanley Robinson, Luke Harangody (Europa! Europa! Europa!), Dexter Pittman e quella testa calda di Derrick Caracter. E ovviamente Samhan!

martedì 22 giugno 2010

Wikipediando...



Regalo dei tanti sostenitori milanesi, immagino...

sabato 19 giugno 2010

Manute

Notizia pessima per i cultori di questo gioco. A quanto pare ci ha abbandonato Manute Bol. Un idolo, più che un fenomeno da baraccone. Non ha avuto vita facile, sto ragazzo. Anzi, diciamola tutta. Per quanto possa essere sfortunato un africano che finisce a giocare nella Nba, è stato parecchio sfigato.
Lo ricordiamo con questo mix, che parte da una sua tripla. Essì, perché come ricordato da qualcuno più bravo di noi a parlare di basket, quel mattacchione di Don Nelson pensò che sto spilungone, che in attacco era inguardabile, poteva pure provare a tirare dai tre punti. Ovviamente non può mancare la celebre azione delle quattro stoppate.

venerdì 18 giugno 2010

Su gara7...

Uno vorrebbe anche scrivere qualcosa, poi si ritrova a leggere questo post dell'ineffabile Gerry.
E allora posa la penna.

mercoledì 16 giugno 2010

Matteo Malaventura oooo ooooo



Mi avrebbe fatto piacere vedere salire Forlì, ma il fatto che l'abbia decisa lui cancella tutto.

lunedì 14 giugno 2010

Il Triangolo no, non l'avevo considerato

Premessa: ci focalizziamo sull'attacco dei Lakers, ma è ovvio che non bisogna limitare il discorso a questo. Perché se parliamo della mancanza del Triangolo, non è solo perché Artest sta fuori posizione, ma anche e soprattutto perché i Celtics hanno impedito il corretto posizionamento degli avversari. Se Bryant ha tirato solo lui nel terzo quarto, ciò non è avvenuto solo perché a Kobe vengono i cinque minuti, ma perché i Celtics hanno fatto ottime scelte difensive.
Si parla di attacco, quindi, ma tutto nasce da una grande difesa di Boston.

Prima di mandare in onda gara-5, Sky ha visualizzato una schermata riferita alla partita precedente. Il 30% delle azioni dei Lakers venivano da isolamenti.
La situazione non è cambiata nell'ultima sfida del Garden. Poca Triangle Post Offense, poche anche le situazioni di pick and roll centrale, altra soluzione che i Celtics hanno sembrato soffrire, vista soprattutto nel primo quarto, l'unico in cui Bynum è stato in campo come giocatore e non come comparsa.
Poi, nel terzo quarto è successo quanto riporto.

11:19 Kevin Garnett blocks Pau Gasol's layup 39-47
10:53 Kobe Bryant misses technical free throw 39-50
10:42 Kobe Bryant makes 15-foot two point shot 41-50
9:59 Kobe Bryant makes 20-foot jumper 43-52
9:07 Kobe Bryant makes 25-foot three point jumper 46-54
8:38 Kobe Bryant bad pass (Kevin Garnett steals) 46-56
8:15 Kobe Bryant makes 25-foot three pointer 49-56
7:47 Kobe Bryant offensive foul (Ray Allen draws the foul) 49-58
7:47 Kobe Bryant turnover 49-58
7:24 Kobe Bryant makes 19-foot two point shot (Derek Fisher assists) 51-60
6:48 Kobe Bryant makes 2-foot two point shot (Derek Fisher assists) 53-62
6:09 Kobe Bryant makes 28-foot three point jumper (Ron Artest assists) 56-64
5:22 Kobe Bryant misses 21-foot jumper 56-64
4:54 Kevin Garnett blocks Pau Gasol's layup 56-67
4:54 Kobe Bryant offensive rebound 56-67
4:52 Kobe Bryant makes free throw 1 of 2 57-67
4:52 Kobe Bryant makes free throw 2 of 2 58-67
3:53 Kobe Bryant misses 21-foot jumper 58-69
3:13 Luke Walton bad pass (Kevin Garnett steals) 58-69
2:49 Derek Fisher misses 21-foot jumper 58-71
2:15 Pau Gasol makes driving layup 60-71


Bryant si è totalmente impossessato del proscenio. Lo sapete, non sono un fan delle sue forzature. Effettivamente, però, il resto dei Lakers non stava convincendo, non sembrava affatto in partita. Odom lasciato in panchina, Artest perfetto sì, ma nel congelare l'attacco, Bynum scricchiolante, Gasol stuprato da Garnett.
E allora Bryant ha iniziato a tirare, tirare, tirare. E ha segnato, segnato, segnato. 19 punti lui, 0 i compagni, se ho contato bene. Controllando il play by play, che ho depurato delle azioni dei Celtics, abbiamo sei minuti esatti in cui ha TIRATO (non segnato, tirato) solo Bryant: da 10:42 a 4:54. Il primo Laker andato a referto, oltre al 24, è stato Gasol con il layup del -9 a 2:15 dalla fine.
Due frasi spiegano questo break. Una viene da un time out di Doc Rivers: "Non ci interessa cosa fa Kobe Bryant, dobbiamo fermare gli altri". Un'opinione ribadita nell'intervista a cavallo tra il terzo e il quarto fallo. Kobe i suoi punti li fa, si tratta di tenere gli altri fuori dalla partita.
L'altra è di Flavio Tranquillo, che in cronaca ha detto "Non ho mai visto una prestazione individuale di questo tipo non avere un'influenza sul risultato". Ed effettivamente, andando a vedere il parziale di cui sopra, il primo canestro di Bryant ha portato i Lakers sul -9. L'ultimo, sei minuti dopo, ha portato Los Angeles ancora sul -9. Una grande prestazione individuale, quindi, che però non ha fatto svoltare il match. Questo perché i Celtics, consapevoli dell'impossibilità di contenere la sfuriata di Bryant in atto, hanno continuato ad eseguire con tranquillità in attacco. Tanto che Rivers non ha inserito l'agente speciale Tony Allen, enciclopedico in difesa su Bryant in questa serie. E Boston, continuando ad eseguire, ha continuato a tirare con percentuali considerevoli.

Match point per i Celtics, quindi, ma ho come la sensazione che si andrà a gara-7...

domenica 13 giugno 2010

A1òòòò!

E chi l'avrebbe detto, dopo quella gara-1? Io sicuramente no, e basta vedere i post di qualche giorno fa. E invece sale Sassari, ed è una gran festa. La vince con un quarto quarto sontuoso, trascinata (e chi l'avrebbe detto, parte seconda) da Jason Rowe. Ma la capacità della Dinamo è stata quella di trovare punti non solo dai big three, con Vanuzzo da 17+8 (e 4/5 da 3) e gli 8 punti di Binetti. Di caricare di falli Gatto, mai entrato in partita, Rossi, e Hines, che ha chiuso con 20+6 ma non ha potuto incidere più di tanto in difesa.
Male Draper, male Nissim, a comandare il gioco è stato Rosselli (22+10). Veroli paga forse anche l'eccessiva sicurezza che circolava nell'ambiente, rinfrancata dalla netta vittoria in gara-1.
Sale Sassari, e probabilmente sarà un'estate lunga per la Dinamo. Ma con il basso livello della LegaA, basterebbero 3/4 innesti per avere una squadra in grado di lottare per salvarsi.
Nota a margine sulla solita Rai, che chiude il collegamento prima della premiazione, per mandare l'ennesima inutile replica.

sabato 12 giugno 2010

Dico la mia?

Non ne sentite il bisogno? Lo faccio lo stesso: chi vince questa, vince tutto.

venerdì 11 giugno 2010

4 su 32

E' la percentuale da 2 di Milano escludendo il solito, commovente, Mason Rocca. Mettendo anche i suoi tiri, siamo a 10 su 40. Questo vuol dire che a giocarsi (vabbè...) lo scudetto andrà una squadra che ha tirato con il 25% da 2.
Ma che si gioca a fare?

E comunque una la vincono anche quest'anno.

martedì 8 giugno 2010

Frammenti di gara2

Sassari c'ha provato in tutti i modi a perdere questa partita, con una serie di imbarazzanti scelte offensive che hanno riguardato tanto Rowe quanto Kemp, e con il mancato tagliafuori di Hubalek su Gatto che ha mandato il 4 verolano in lunetta sul -2 a due secondi dalla fine, con l'occasione di arricchire ulteriormente il parziale di 13-0 con cui la Prima si era miracolosamente riportata in gara.
Ma si sa che tirare i primi liberi a due secondi dalla fine del match non è proprio una delle situazioni più piacevoli al mondo, e infatti Gatto ha sbagliato il primo e, di proposito, il secondo.
Vince Sassari, quindi, in una gara equilibrata e totalmente diversa da gara1. Diversa perché Kemp, cazzata clamorosa finale a parte, ha disputato un match totale: 30 punti, percentuali sopra il 50%, 7 recuperi e 8 falli subiti. Diversa perché Sacchetti ha avuto il coraggio di panchinare a inizio secondo tempo un Rowe deleterio, dopo una persa con tanto di fallo antisportivo. A quel punto Sassari è riuscita a costruire il suo parziale, riuscendo a trovare canestri importantissimi da Vanuzzo e Devecchi. Il folletto è rientrato a fine terzo quarto per un canestro sulla sirena, ma anche nell'ultima frazione ha convinto poco, e ha anche lui sulla coscienza una scelta scriteriata nel finale.
Un buon Hubalek, a parte il mancato tagliafuori su Gatto, ma mi sembra evidente che necessiti di giocare affianco a un rimbalzista.

Per Veroli da segnalare il solito Hines, potente e dominante, Draper sottotono ma ancora una gran gare di Nissim: fosforo tanto ma soprattutto coglioni, con le due triple nel finale che hanno riaperto il match.

Uomini in grigio

Milano-Caserta: partita decisa da una mostruosa tripla di Jumaine Jones.. e da un fallo tecnico di Fabio Facchini alla Fabio Facchini, per dirla alla Flavio Tranquillo.
Lakers - Celtics: due gare di finale, tantissimi errori, che al limite potrebbero anche starci, ma soprattutto due direzioni con metri molto diversi.
E' possibile che a questo punto della stagione non sia chiaro se "proteggere le superstar" (vedi gara 1), se applicare la "tolleranza zero sui contatti" (gara 2), senza tenere conto che è cosa buona e giusta che ai playoff un po' se le diano? E' possibile che non venga detto chiaramente a certi fischietti di darsi una regolata? Vero che fanno così da sempre, ma avrebbero anche un po' rotto i maroni.

lunedì 7 giugno 2010

Ciociaria coast to coast

Come detto qualche giorno fa, mi piace essere snob. E così, se l'Italia cestistica attende senza troppa ansia di conoscere chi avrà l'onore di essere battuta in finale da Siena, e se il mondo palpita davanti all'ennesima sfida tra Lakers e Celtics, io me ne frego (classico detto ciociaro) e mi faccio una bella scampagnata nel Frusinate, che culmina in Veroli-Sassari, gara-1 della finale promozione.
Grazie alla gentilezza della segreteria della Prima, riusciamo a comprare tre biglietti nella parte di tribuna dedicata agli ospiti. Il clima sarà comunque tranquillissimo e potevamo stare in qualsiasi parte del palazzetto di Frosinone. D'altra parte, il sassarese adottivo Simone non è noto per manifestare in maniera molto evidente le sue emozioni.
Ma alla partita arriviamo dopo. Prima il resoconto della giornata, che potete benissimo saltare.

Dunque, l'arroccata Veroli vince la palma di mvp della giornata. Paesino piacevole e rilassante, in fermento per l'evento. Tra l'altro, se il centro è arroccato, l'estensione del comune è ENORME, tanto che il ristorante che avevamo individuato (La Locanda del Brigante) è a 7/8km. Ma, come vedremo, Veroli si estende fino all'abbazia di Casamari.
Ristorante scelto un po' alla cieca. Trattasi di una classica trattoria a conduzione familiare. Antipasto nella norma, taglierini coi fagioli deludenti, ottimi invece i secondi (abbacchio allo scottadito e bocconcini di vitello al Trebbiano d'Abruzzo).
Dopodiché un salto all'abbazia di Casamari, con tanto di tabaccheria che si pregia del titolo di ricevitoria più vincente d'Italia, vantando nientemeno che una partecipazione a Porta a Porta. Apprendiamo inoltre con entusiasmo che a fine agosto si esibiranno Martufello e Luisa Corna per una due giorni che si preannuncia indimenticabile.
Dopodiché è indispensabile una tappa a Isola del Liri, cittadina bagnata appunto dal fiume Liri, che si contraddistingue per una bellissima cascata che è proprio nel bel mezzo del centro. Fattosta che le strade nelle immediate prossimità della cascata lasciano la forte sensazione di trovarsi di fronte ad un'occasione mancata. Sulla costa destra c'è il Municipio e un megaedificio in costruzione, che non preannuncia nulla di buono. L'altra riva è tra l'abbandono e il degrado, quando la si potrebbe tranquillamente riqualificare con un paio di locali e tavolini vista cascata.
L'improvviso temporale ci conferma che la Ciociaria non è baciata dal bel tempo, ma non ci ferma nel visitare Alatri con la sua acropoli. Affrettatevi se volete comprare libro e dvd che ripercorrono 60 anni di venerdì santo del paesello.
Di Frosinone è meglio che non parlo, che faccio un piacere alla città.

Il momento della partita, dunque. Spalti gremiti in ogni ordine di posti, e anche di più, visto che hanno pensato di far entrare gratis i bambini sotto i 12 anni e non sanno dove metterli. Per radio, dopo la partita, parlavano del grande calore del tifo, ma sinceramente ho visto di molto meglio. Colpa più del resto del palazzo che della curva, direi. Nutrita la rappresentanza sassarese. Purtroppo c'è anche Franco Lauro.
Come previsto, la Prima è nettamente superiore. Quello che non immaginavo è la pochezza di Sassari. Ok, si sapeva che tutto passa da Rowe, Kemp e Hubalek, ma la situazione non è delle più rosee. Innanzitutto, difensivamente siamo a livelli pessimi. La transizione difensiva è agghiacciante. Rowe non tiene Draper, Sacchetti mette Hubalek su Gatto e Vanuzzo su Hines, con il risultato che l'americano polipone prende in un amen tre rimbalzi offensivi. Veroli chiude con il 78% da 2.
In attacco Hubalek gioca un primo tempo sontuoso, poi viene dimenticato. Kemp è costretto a giocare di isolamenti. Tutto nasce, e di conseguenza muore, da Rowe. Me lo ricordavo ai tempi di Livorno, e già non mi piaceva, ma non mi ricordavo fosse così dannoso, almeno per una squadra che si sta giocando una promozione. I suoi punti li mette anche, ma nascono tutti da situazioni in cui prende la palla e tira. Non mette in ritmo nessuno. Ma nessuno proprio. Nella ripresa, come detto, Hubalek non vede un pallone, e per segnare decide che l'unica è prendere il rimbalzo e farsi un coast to coast. E' successo due volte. Lo stesso Kemp (nervosetto anche con gli arbitri) per mettere a referto i suoi punti deve andare a prendere palla dalla rimessa e giocarsela lui. Fatto sta che Veroli può permettersi il lusso di far riposare Hines per gran parte della ripresa e, quando la Dinamo torna a contatto, è di nuovo Rowe a mandare tutto all'aria con quattro (QUATTRO) perse consecutive.
Dall'altra parte, la Prima dimostra di essere una squadra pronta al grande salto. Draper, che Napoli aveva preso due anni fa prima di essere esclusa, e che nelle prime apparizioni in amichevole non mi aveva colpito più di tanto, ha giocato una gran gara non solo dal punto di vista realizzativo, ma soprattutto ha esercitato il controllo totale del match. Buon primo passo e anche mano calda da fuori. Nissim è stata un'ottima spalla.
Hines non coinvoltissimo, un po' frenato dai falli, ma ha portato a casa il suo solito mattoncino. Se da una parte Sassari si basa essenzialmente su tre giocatori (e basta, davvero basta... giusto qualcosina da Binetti che tra l'altro andrebbe coinvolto di più in regia, vedasi anche plus/minus di +6), Veroli è riuscita a far segnare chiunque. 17 di Gatto con il 70% al tiro, 10 di Gigena che fa 4/6, 13 per Foiera (!) con 5/6.

sabato 5 giugno 2010

Dieci minuti di silenzio


Uno non basta. Il leggendario John Wooden ci lascia. Raccontare cosa ha rappresentato per il basket è impossibile in tante righe, figuriamoci in poche.
Qui la sua bio su wikipedia.
Qui alcune sue frasi.

venerdì 4 giugno 2010

Lo chiamavano Gasoft


Sarà che non si batte il pugno sul petto quando fa una giocata importante. Sarà che è bianco e tecnico, che si muove con eleganza e agilità. Ma i tifosi lacustri sono sempre stati critici con Pau Gasol, chiamandolo a volte con l'appellativo che vedete nel titolo, e altre volte con un forse ancora più umiliante Gasolina. Il catalano ha pagato in questi anni le Finals 2008, dove si trovò ad affrontare il più affamato dei Garnett, e pagò pesantemente dazio. Un po' di comprensione era dovuta: Gasol era arrivato da pochi mesi, doveva ancora inserirsi del tutto nel sistema di squadra, non era abituato, nazionale a parte, a giocare ad altissimi livelli, e l'avversario non è che fosse dei più facili.
Le Finals 2008 hanno contribuito però a consegnarci il Gasol di oggi. Il catalano, come riportava Bill Simmons nella sua preview alle Finals, nelle 39 gare di post season giocate da allora segna queste medie: 19.0 PPG, 10.9 RPG, 1.9 BPG, 58 percent FG.
Il suo alto QI cestistico gli permette di essere un meraviglioso giocatore da Triangle Post Offense, un sistema che lo esalta e che lui è in grado di esaltare. Lo scrissi qualche mese fa, in contumacia Bryant: vedere i Lakers giocare con il catalano e Odom è una gioia per gli occhi.
Questa notte 23 punti ma soprattutto 14 rimbalzi, di cui 8 offensivi. L'impressione è che ci troviamo di fronte al miglior secondo violino degli ultimi anni.

giovedì 3 giugno 2010

Che ci frega di Lakers-Celtics...





... noi c'abbiamo Veroli-Sassari!

ossia la sfida tra due pupilli del sottoscritto. A sinistra, per i sardi, Marcelus Kemp, 21+6 di media in questi playoff. A destra Kyle Hines, che veleggia a 18+10+3 stoppate e 3.7 recuperi! Mi spiace per Simone, sale Veroli in 4.