tag:blogger.com,1999:blog-9380763238927631912024-03-13T11:33:01.140+01:00Poetry in motionIl basket è una cosa seria. Noi no.garbagemenhttp://www.blogger.com/profile/00415317654391630859noreply@blogger.comBlogger396125tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-50964470071914678902015-06-02T14:36:00.001+02:002015-06-02T14:44:25.522+02:00Cookies<p>Il blog fa uso di Cookies a fini statistici/analitici nonché per la migliore fruizione dei contenuti. In particolare durante la navigazione è possibile ricevere i seguenti tipi di Cookies:</p>
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Scritto per <a href="http://hoopsdemocracy.tumblr.com/">HoopsDemocracy</a><br />
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<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Droid Sans'; line-height: 18px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<em>Down to the crossroads, fell down on my knees.</em><em><br /></em><em>Asked the Lord above for mercy, “Save me if you please.”</em></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Droid Sans'; line-height: 18px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<em>(Cream - Crossroads, tratta dal Cross Road Blues di Robert Johnson)</em></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Droid Sans'; line-height: 18px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<em>L’uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni.</em></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Droid Sans'; line-height: 18px; margin-bottom: 20px; padding: 0px;">
<em>(Paulo Coelho</em><em>, </em><em>Monte Cinque</em><em>, 1996)</em></div>
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Cadere è facile, rialzarsi è difficilissimo. Figuriamoci farlo più volte.</div>
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Iniziamo dalla caduta. Dontae’ Antijuane Jones è un ragazzo che gioca da junior nella squadra di basket della Stratford High School. Dontae’ (con l’apostrofo, per volere della madre), come gran parte dei giovani del Sud, era cresciuto seguendo i dettami del Dio Football sotto la guida del padre, suo primo istruttore. Ma aveva presto scoperto il basket, giocando con la gente del vicinato.</div>
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Il ragazzo ha talento ma si infortuna al ginocchio ed è costretto a saltare la stagione. Depresso per l’impossibilità di poter giocare, abbandona gli studi e sbarca il lunario preparando il pollo in una catena di fast food, il Kenny Rogers Toaster.</div>
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In certi contesti, il rischio di trovarsi in mezzo ad una strada, con tutte le conseguenze del caso, è molto alto. Ma a Nashville la polizia ha promosso la nascita di una lega, la Midnight League, finalizzata proprio a tenere i ragazzi lontani da certe situazioni problematiche. Si gioca di notte, e si cerca di far capire ai giovani a rischio che ci sono altre strade oltre a quelle del crimine. Ristabilitosi dall’infortunio, Jones di giorno trincia polli e la sera gioca a basket sui campi della lega.<em>“Giocare in quel contesto mi ha permesso di mettere in mostra le mie abilità, anche se ero tra i più giovani in campo”</em>, spiega.</div>
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Lo nota Kindell Stephens, in passato Sports Information Director a Tennessee State, che lo avvicina e lo convince ad affrontare il GED test, l’equivalente di un diploma di High School. Jones lo supera e per lui si spalancano le porte dello Junior College di Northeast Mississippi State. E’ il 1993.</div>
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In campo Dontae’ domina, con la sua elevazione da 40 pollici (circa un metro) e il suo tremendo bagaglio tecnico: il primo anno le medie parlano di 25 punti e 11 rimbalzi; nel secondo si migliora (28.7+13.3). In entrambe le stagioni è uno Junior College All-America. Le sue prestazioni fanno notizia, tanto che tra il pubblico inizia a fare capolino Richard Williams, coach di Mississippi State. E proprio di fronte a lui Jones chiude una partita con 52 punti, 21 rimbalzi, e una netta sensazione di onnipotenza. Williams è incantato, vuole allenare quel ragazzo.</div>
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Ma c’è un problema: come spesso accade in quella particolare zona grigia che c’è nel basket NCAA, Jones ha trascurato gli studi. <em>“Pensavo che tutto quello che dovessi fare era giocare a basket, e loro ti avrebbero fatto andare avanti</em>”, ricorda. Necessita di 36 crediti per cambiare ateneo ed essere eleggibile: un altro bivio, un’altra sfida.</div>
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Dontae’ non si dà per vinto, e passa l’estate sui libri per poter raggiungere l’obiettivo: ottiene 21 crediti a Northeast Mississippi e il resto in corsi per corrispondenza a Southern Miss, creando un precedente al quale la NCAA rimedierà successivamente, con una regola che oggi porta proprio il suo nome. Qualche anno dopo, un’insegnante di psicologia, Peggy Wroten, farà causa agli amministratori di Northeast Mississippi, accusandoli di averla licenziata perché si era rifiutata di cambiare i voti di Jones. La professoressa vincerà la causa.</div>
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<a href="http://media.tumblr.com/a31ae7e9bf5989397dea1c6237cae51e/tumblr_inline_mho4tmHU501qz4rgp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://media.tumblr.com/a31ae7e9bf5989397dea1c6237cae51e/tumblr_inline_mho4tmHU501qz4rgp.jpg" /></a></div>
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Jones si trasferisce così a Mississippi State, per affrontare con i Bulldogs la stagione 1995/1996. L’ateneo non ha una tradizione cestistica di alto livello, a parte una storica qualificazione alle Sweet Sixteen del 1963. Ma l’ossatura di quei Bulldogs è molto buona, con la guardia Darryl Wilson, tiratore micidiale che vedremo in Italia (Livorno, Ragusa, Osimo, Scafati, Montecatini) e il centro Erick Dampier, futura pick numero 10 al draft NBA, lega nella quale militerà per 16 anni.</div>
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I Bulldogs iniziano la stagione agevolmente (8-1), ma quando iniziano le partite contro le avversarie di conference qualcosa non va per il verso giusto. Ne perdono 4 su 7 e terminano la stagione regolare con un record di 10-6. Nonostante tutto, Jones si integra bene (14.7 punti e 6.8 rimbalzi): <em>“Conoscevo i ragazzi della squadra già quando andavo allo Junior College. Poi mi sono trasferito lì e loro erano sicuri – e anche io lo ero – che fossi il pezzo mancante per una grande stagione. Sai, a volte si crea quell’atmosfera speciale, come poi mi è successo anche a Napoli, con un gruppo di ragazzi bravi che insieme possono essere grandi”.</em></div>
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Coach Williams concorda, seppure con qualche eccezione. <em>“E’ il giocatore di basket con più talento che abbia mai allenato. La sua capacità di relazionarsi con gli altri ha aiutato molto me e la nostra squadra: è uno di quelli che la gente descriverebbe come spirito libero. Ma ci sono delle volte in cui vorresti strozzarlo perché non fa quello che tu gli chiedi”.</em></div>
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Al torneo di Conference si scrive la storia dell’ateneo: sconfitte Auburn e Georgia, la finale è contro i Kentucky Wildcats di Rick Pitino e Jim O’Brien. Li chiamano “The Untouchables”. <a href="http://www.youtube.com/watch?v=Vz0v8c06lNA" style="color: #ff5400; outline: none; text-decoration: initial;" target="_blank">Mississippi State vince 84-73</a>, contro una squadra composta da nove futuri giocatori NBA. MVP del torneo, neanche a dirlo, è Dontae’ Jones, autore di 28 punti e 11 rimbalzi nella gara decisiva. Touchables.</div>
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Al torneo NCAA i Bulldogs continuano a vincere: si sbarazzano di Virginia Commonwealth e Princeton. Nelle Sweet Sixteen fanno fuori 60-55 la Connecticut di Ray Allen. Al turno successivo ad essere spazzata via è Cincinnati, con Jones ancora protagonista (23+13): i Bulldogs approdano alla loro prima Final Four della storia, dove perderanno con Syracuse. A vincere il titolo sarà quella Kentucky battuta nella finale della SEC.</div>
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<a href="http://media.tumblr.com/efe11aa859bb9a2927cb79a6670fe1f9/tumblr_inline_mho4ybbVag1qz4rgp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://media.tumblr.com/efe11aa859bb9a2927cb79a6670fe1f9/tumblr_inline_mho4ybbVag1qz4rgp.jpg" width="210" /></a></div>
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A questo punto il nome di Dontae’ Jones è sulla bocca di tutti, e la sua storia sulle pagine dei giornali. Impossibile non resistere alle tentazioni dell’NBA. Tra le squadre che gli offrono un workout ci sono i Lakers. La dirigenza gialloviola gli contrappone – in un provino che entrerà nella storia del gioco – un ragazzino appena uscito dall’high school: Kobe Bryant.</div>
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“<em>Di quel tryout si è discusso molto, ma credo che lo stesso Bryant non abbia mai avuto la possibilità di parlarne direttamente. A quel provino eravamo noi due, Jerry West, Mitch Kupchak e Larry Drew. Fu molto, molto competitivo, e mi piacerebbe avere la versione di Kobe su ciò che successe a Inglewood. Alcuni reports dicono che lui dominò, ma sono decisamente falsi: entrambi abbiamo dato il massimo. Fu un grande workout anche per me, perché mi permise di vedere in prima persona uno dei più grandi giovani giocatori di basket del pianeta. Mi divertii molto a stare in campo con lui e sono sicuro che per Kobe fu lo stesso. Fu un grande workout, di sicuro non fui spazzato via dal campo e potrei dirlo ovunque e sempre, anche davanti a Kobe: nessuno fu battuto pesantemente”.</em></div>
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Come andarono realmente le cose non ci è dato saperlo, ma in quel momento non cambia solo la storia della vita di due giocatori e di due uomini, ma dei successivi 15 anni di NBA.</div>
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<a href="http://media.tumblr.com/2150de49ffd3da95bbb7be715beb7465/tumblr_inline_mho535aIz21qz4rgp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="http://media.tumblr.com/2150de49ffd3da95bbb7be715beb7465/tumblr_inline_mho535aIz21qz4rgp.jpg" width="320" /></a></div>
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Rutherford, New Jersey. E’ il 26 giugno 1996, la notte di uno dei Draft NBA con la maggiore quantità di talento della storia. Stringono la mano a David Stern giocatori del calibro di Allen Iverson, Marcus Camby, Shareef Abdur-Rahim, Stephon Marbury, Ray Allen, Antoine Walker. La 13sima pick è per un ragazzino di nome Kobe Bryant. Dontae’ Jones viene scelto alla numero 21 dai New York Knicks. <a href="http://www.youtube.com/watch?v=kob7HqJaKPo" style="color: #ff5400; outline: none; text-decoration: initial;" target="_blank">Evento rarissimo: alla chiamata l’esigente pubblico newyorkese esulta</a>. Ma le cose non andranno nel modo sperato né dalla franchigia, né dai tifosi, né dallo stesso Jones. Un infortunio al piede gli fa saltare l’intera stagione. Torna l’estate successiva, disputa una buona Summer League, ma nel suo stesso draft i Knicks avevano selezionato altre due ali (John Wallace e Walter McCarty); di spazio ce n’è poco, e quindi lo spediscono a Boston. Quindici gare non indimenticabili con i Celtics, dove si fa notare principalmente per aver dato il cinque in un pre-gara a Henry Louis Gates, ospite d’onore dei biancoverdi e stimatissimo professore afro-americano da Harvard, che aveva precedentemente ricevuto rispettosissime strette di mano dagli ossequiosi compagni di squadra. Ma Dontae’ è così: vero, entusiasta, sincero.</div>
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<a href="http://media.tumblr.com/a4e668f6840dda4a885a24c275562b10/tumblr_inline_mho54e4DqQ1qz4rgp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://media.tumblr.com/a4e668f6840dda4a885a24c275562b10/tumblr_inline_mho54e4DqQ1qz4rgp.jpg" width="227" /></a></div>
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Le porte della NBA si chiudono presto. Inizia la trafila delle leghe minori: CBA, ABA, Venezuela. All’improvviso, nell’estate 2001, la svolta. Dall’Italia arriva la chiamata di Napoli, in LegaDue. Fallita la promozione nella stagione precedente, cambiata la proprietà, la squadra partenopea è ambiziosa, e deve sostituire Ira Bowman, volato proprio negli States per cercare fortuna in NBA. Jones sbarca in Italia con tanti dubbi sulla sua integrità fisica, ma il ds Andrea Fadini ha l’occhio lungo. Ci vogliono solo tre partite per convincere gli scettici: contro Borgomanero Jones segna 26 punti e colleziona 9 rimbalzi. Scatta la scintilla, Napoli lo adotta. Il pubblico affolla il palasport di Monterusciello e lo ama non solo per le sue qualità tecniche e per il suo gioco improntato allo spettacolo (in una partita sbaglia un libero, salta per andare a rimbalzo e schiaccia al volo), ma anche per i suoi problemi passati e per la sua storia. Dontae’ è caduto in basso e sta cercando di cancellare il passato per riscattarsi. Napoli – e la Napoli dei canestri – anche. E in una città che vive un rapporto viscerale con i giocatori forti e bizzosi, Jones non può fare eccezione.</div>
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“<em>Avevo una scimmia sulla spalla: volevo dimostrare alla gente che appartenevo all’NBA e che, ovunque fossi, ero il migliore dei giocatori sul campo. Napoli è stata la cosa migliore che mi sia accaduta in carriera: non dimenticherò mai la gente di là per come hanno accolto me e mia moglie”.</em></div>
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<a href="http://media.tumblr.com/612441f37aab9aa9db02411246a9328a/tumblr_inline_mho55pKanF1qz4rgp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://media.tumblr.com/612441f37aab9aa9db02411246a9328a/tumblr_inline_mho55pKanF1qz4rgp.jpg" /></a></div>
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Il riscatto definitivo arriverà nei playoff. Jones li domina: 18.9 punti e 11.5 rimbalzi di media, il 50% da 2 e il 40% da 3. In finale, Napoli si gioca la promozione contro la dominatrice della regular season, Reggio Emilia. Dopo una serie combattutissima si arriva alla decisiva gara-5, che si gioca in Emilia. Dontae’ inizia con il freno a mano tirato: nei primi tre minuti tocca solo una volta il pallone, e il suo tiro finisce sul ferro. Qualcosa non funziona: manca la fascetta.</div>
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Ecco, per cercare di capire Dontae’ Jones bisogna parlare della fascetta, che gli veniva solitamente consegnata dopo l’huddle pre-match dall’amico Giampaolo. Durante la settimana, i due si sentono per telefono e Jones in base alle sensazioni decide il colore per la domenica.</div>
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Torniamo a Reggio: quel primo tiro è finito sul ferro. Dontae’ guarda tra il pubblico e fa il segno della fascia, che gli viene prontamente fatta avere in panchina durante un timeout, al termine di più passaggi di mano. Jones esce dal minuto di sospensione con la headband bianca in testa, ruba palla a Dell’Agnello e va a schiacciare. Inizia così <a href="http://www.youtube.com/watch?v=pzmH_vxXCIU" style="color: #ff5400; outline: none; text-decoration: initial;" target="_blank">una delle prestazioni più clamorose viste in Italia</a>: chiude il primo quarto con 15 punti. Il tabellino finale recita 34 punti, 14 rimbalzi, 8 falli subiti, 5 recuperi e 52 di valutazione. Napoli torna in A e a distanza di più di dieci anni lui giura di non aver mai visto quella gara.</div>
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La città lo celebra e ne fa il simbolo della campagna abbonamenti per la stagione successiva. Lui, da uomo del “dirty South”, si sente a suo agio nel “dirty South italiano” e vive un rapporto viscerale con la gente. A Potenza, al termine di un torneo di prestagione, alcuni ragazzini si avvicinano. Dontae’ regala ad uno la maglietta, ad uno la fascetta, ad uno il polsino. Ma loro sono tanti: via anche i pantaloncini e le scarpe. Jones è mezzo nudo, circondato da bambini che non hanno ancora avuto un cimelio. Li tranquillizza, si allontana un attimo e va dai compagni di squadra: nessuno tornò a mani vuote, quella sera. Perché Jones è così, sempre pronto ad aiutare gli altri, ma con valori ben saldi, come la fedeltà alla moglie Jamelia. Non a caso quella volta che, a Napoli, ospitò per un mese una spogliarellista a casa sua, la signorina dormiva nel letto e lui rigorosamente sul divano.</div>
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<a href="http://media.tumblr.com/83e81ebca28593571c25da80a828dbbd/tumblr_inline_mho575091t1qz4rgp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://media.tumblr.com/83e81ebca28593571c25da80a828dbbd/tumblr_inline_mho575091t1qz4rgp.jpg" width="213" /></a></div>
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La stagione inizia, e Jones non sembra soffrire l’impatto con la massima serie. Viaggia a 14 punti e 7.6 rimbalzi di media, con il 42% da 3. Segna 27 punti in 21 minuti a Pesaro, in diretta tv, tirando 7/8 da 3. Al termine di quella partita, viene sorteggiato per l’antidoping.</div>
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“<em>Mi sono rilassato, credevo di avercela fatta. Invece mi sono lasciato andare a quei comportamenti tipici da ragazzo che già mi costarono la mia migliore opportunità con i Knicks. Non posso dare la colpa a nessuno, se non a me stesso: non ero un bad guy e tutti mi volevano bene, ma a volte ci si infila in una buca da cui si può uscire solo con le proprie forze. Ero troppo rilassato e ho lasciato che alcune cose prendessero la piega sbagliata”.</em></div>
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La notizia della squalifica gli arriva mentre è negli States, in permesso. Cannabis.</div>
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Chiede di poter tornare a Napoli per scusarsi con compagni e tifosi. Al suo ingresso nel palasport riceve un’ovazione.</div>
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A quel punto la sua carriera imbocca la parte discendente della parabola: prova a riprendersi in Porto Rico, poi ritenta l’avventura europea all’Apollon (26 gare, 13 di media). Viene accostato a Roseto nel 2004, ma non se ne fa nulla. Per lui c’è l’Estremo Oriente: Corea del Sud e Cina, dove<a href="http://www.youtube.com/watch?v=dvy-9aHjWLU" style="color: #ff5400; outline: none; text-decoration: initial;" target="_blank">scherza gli avversari</a> e segna più di 30 punti a partita. Poi Messico, infine appende le scarpe al chiodo.</div>
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Intraprende la carriera di rapper e di produttore, con il nome di <a href="http://www.youtube.com/watch?v=P36ny5IuCYg" style="color: #ff5400; outline: none; text-decoration: initial;" target="_blank">Mr. 615</a>. <em>“La musica è un hobby, la pallacanestro è quello che sono veramente. Ora insegno ai ragazzi il gioco del basket e il gioco della vita”. </em>Per spiegare loro che, quando commetti un errore o quando la sorte si è accanita contro di te, puoi sempre trovare la forza di recuperare ed imboccare la strada giusta. Lo sa bene Dontae’, una vita caratterizzata da bivi e da decisioni, giuste e sbagliate. Da tante cadute e dalla capacità di rialzarsi e di superarle, con caparbietà e con quella faccia tosta segnata da un sorriso a trentadue denti.</div>
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drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-16596291169717356872013-02-11T21:08:00.003+01:002013-02-12T16:13:45.011+01:00La Final Eight (comodamente) vista dal divano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://l.yimg.com/bt/api/res/1.2/R2Xm3VAkHIXQ8tst6WlGCg--/YXBwaWQ9eW5ld3M7Y2g9MzYwO2NyPTE7Y3c9NjQwO2R4PTA7ZHk9MDtmaT11bGNyb3A7aD0zNTU7cT04NTt3PTYzMA--/http://media.zenfs.com/it_IT/Sports/Eurosport/952620-15667336-640-360.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="http://l.yimg.com/bt/api/res/1.2/R2Xm3VAkHIXQ8tst6WlGCg--/YXBwaWQ9eW5ld3M7Y2g9MzYwO2NyPTE7Y3c9NjQwO2R4PTA7ZHk9MDtmaT11bGNyb3A7aD0zNTU7cT04NTt3PTYzMA--/http://media.zenfs.com/it_IT/Sports/Eurosport/952620-15667336-640-360.jpg" width="320" /></a></div>
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E' stata una bella Final Eight. Tanto equilibrio in campo (solo una partita finita con un distacco superiore ai dieci punti), prestazioni individuali notevoli, alcuni italiani in rampa di lancio.</div>
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Siena vince, meritatamente, per la quinta volta consecutiva, mettendo a tacere chi pensava che il ciclo fosse concluso solamente perché non domina più il campionato come negli scorsi anni. E infatti tutte e tre le partite della Mens Sana sono state sofferte: con Reggio Emilia l'accelerazione è arrivata nel terzo quarto, con Sassari è stato necessario un ultimo periodo da 33 punti, con Varese invece è stato necessario contenere il ritorno della Cimberio dopo quel 18-0 iniziale che aveva indirizzato subito la partita sui binari giusti. Una sfuriata senza precedenti, spiegabile in buona parte con l'attitudine della Monte dei Paschi alla vittoria. Ad accomunare le tre vittorie, le prestazioni di Daniel Hackett, giustamente premiato MVP del torneo, e sempre più mister Quarto quarto: 6 punti, 4 rimbalzi e 2 assist nei minuti finali con Reggio Emilia; 12 punti (e 20 di valutazione!) nel periodo finale con Sassari; la tripla decisiva nella finale, che ha ricacciato indietro una Varese che aveva impedito ai campioni d'Italia di trovare il canestro per i primi sette minuti della quarta frazione di gioco.</div>
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Hackett, ma non solo: Bobby Brown ha scollinato due volte quota 20 punti, Janning ha saputo ritagliarsi un ruolo fondamentale (e con lui in campo la squadra gioca meglio), Moss ha risposto presente, Ress non ha giocato in finale ma è stato determinante con il suo 3/4 da 3 contro Sassari. La solita Siena: difesa, talento, ma soprattutto collettivo.</div>
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Varese ha vissuto un primo quarto da incubo, poi è stata bravissima a non uscire totalmente dal match grazie al talento di Mike Green. E' mancato Banks (3.5 di media tra semifinale e finale, dove ha chiuso con un bell'ovetto) e, a differenza della semifinale, non è arrivato il contributo inatteso di Sakota, che contro Roma aveva saputo approfittare alla grande (21 punti, 5/7 da 3) degli spazi concessi sul perimetro dalla difesa di Calvani, che aveva preferito chiudere l'area per scoraggiare i post-up di Green e le penetrazioni di Banks. Non ne facciamo una colpa all'allenatore capitolino: la strategia aveva un senso e sarebbe anche stata vincente, senza la prestazione del lungo serbo. Comunque occhio a questa Varese, soprattutto se l'anno prossimo conserva il <i>core</i> della squadra.</div>
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Tra le semifinaliste, Roma è piaciuta con i suoi alti e bassi ben evidenziati in campo da Bobby Jones. La crescita di Datome ormai è nota, e sa rendersi utile anche quando non trova il canestro. Servirebbe una riserva valida per Lawal, ma i soldi son quelli. Sassari ha mostrato i suoi soliti pregi e difetti: ingiocabile quando l'attacco gira, ha visto mancare il contributo dei Diener nel momento decisivo: 2 punti totali per Travis e Drake nel quarto quarto con Siena. Per Thornton sono finiti gli aggettivi.</div>
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Se per Reggio Emilia e Brindisi, entrambe neopromosse, già la partecipazione alla Coppa era una grande vittoria (e comunque hanno fatto una dignitosissima figura), le delusioni sono da ricercare in Lombardia. Fuori subito Cantù, che priva di Tyus ha sofferto tremendamente a rimbalzo contro Roma (39-23 il conto, con 18 rimbalzi offensivi a 2 per i giallorossi) e ha vanificato una gara in cui la squadra ha tirato 14/25 da 3. Restiamo dell'idea che sostituire Markoishvili con Mancinelli sia come passare da Penelope Cruz ad Arisa, ma il tempo per lavorare c'è e il manico è quello giusto, se non ci sono troppe distrazioni dalla Grecia.</div>
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Milano fallisce un altro obiettivo e pensa all'ennesimo avvicendamento di mercato (si parla di un addio a Fotsis). Langford predica nel deserto e Bourousis continua ad avere un minutaggio da ragazzino da non bruciare più che da fuoriclasse quale è. Ma, si sa, era colpa di Frates.</div>
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P.S.: Dell'atmosfera sul posto preferiamo ne parli chi c'era. Dalla televisione si vedevano troppi, troppi spazi vuoti, per quello che dovrebbe essere uno degli eventi cestistici più importanti della stagione. E' vero che c'è la crisi e la gente non lavora più, ma forse sarebbe il caso di far slittare l'inizio della prima partita della giornata dalle 17.45 almeno alle 18.30. </div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-56827248930479422152013-01-21T14:11:00.000+01:002013-01-21T14:11:38.496+01:00Quando l'NBA va alle urne<div style="text-align: justify;">
La stagione NBA entra nel pieno, ma come sapete in Italia al momento l'attenzione è focalizzata sulle prossime consultazioni elettorali.</div>
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Nel corso di una camminata sotto la pioggia le due cose si sono fuse magicamente. Ecco il risultato. Nella produzione di questo pezzo non sono state utilizzate sostanze dopanti. Giuro.</div>
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"Presidente" uscente, amato e coccolato dai poteri forti dell'NBA grazie agli introiti che è in grado di generare, <b>LeBron James</b> è <b>Mario Monti</b>, e chi vorrà fare il bis dovrà necessariamente vedersela con lui e con i suoi alleati, tra i quali bisogna annoverare il traditore <b>Ray Allen</b> (nella parte di <b>Gianfranco Fini</b>). Potrebbe non fare il bis, ma in un modo o nell'altro vince sempre lui.</div>
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Non è in grado di far eccitare le masse ma è solido e supportato da una squadra in grado di competere. Non è ancora il momento del ricambio generazionale per <b>Tim Duncan</b> (<b>Pierluigi Bersani</b>). Piccolo problema: se il centrosinistra, una volta vinte le elezioni, non è mai riuscito a durare per tutta la legislatura, così gli Spurs non sono mai riusciti a bissare la vittoria dell'anello.</div>
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Piace a molti, ma qualcuno pensa che non sia ancora il suo momento perché troppo giovane. Ha avuto l'occasione per proporsi alla ribalta nazionale, ma è stato sconfitto in finale. Intanto può consolarsi con consensi sempre crescenti e qualche riconoscimento a livello individuale. Stiamo parlando di <b>Kevin Durant</b> o di <b>Matteo Renzi</b>?</div>
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Vabbè, questa è facile. Lo si ama o lo si odia, non ci sono vie di mezzo. Il vecchio squalo che sembrava ormai morto ed è tornato per un ultimo disperato tentativo, dopo aver dominato gli scenari degli ultimi anni. <b>Kobe Bryant</b> è <b>Silvio Berlusconi</b>: i suoi fan lo venerano e quando le cose vanno male danno la colpa agli alleati. Gli hater invece gli attribuiscono anche il peccato originale di Adamo ed Eva. Sono più numerosi i tiri del primo o le presenze in televisione del secondo?</div>
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Attorno a questi, si muovono personaggi minori ma che comunque hanno un ruolo da sottolineare. I <b>Los Angeles Clippers</b> di <b>Chris Paul</b>, totalmente inesperti a competere ad alti livelli, ma protagonisti di un'ascesa considerevole e spettacolare, con highlights che sono cliccatissimi sui social network, ricordano il boom (anche su internet) del <b>MoVimento 5 Stelle</b>. Vedremo se alla prova dei fatti l'inesperienza si farà sentire.</div>
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<b>Mark Cuban</b> per anni è stato l'<b>Antonio Di Pietro</b> dell'NBA: contro tutto e tutti. I <b>Mavericks </b>negli ultimi due anni hanno bruciato quanto fatto di buono così come l'<b>Italia dei Valori</b> ha precipitosamente perso consensi.</div>
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I <b>Boston Celtics</b>, anche per una questione cromatica, sono come la <b>Lega Nord</b>: in un modo o nell'altro sono sempre lì, nulla li scalfisce. E in un modo o nell'altro bisogna avere a che fare con loro ed i loro tifosi, anche se al momento sono in una fase di transizione dal vecchio (<b>Garnett/Bossi</b>, con il trash talking e gli insulti) al nuovo (<b>Rondo/Maroni</b>).</div>
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Divertente, in grado di coinvolgere i giovani, con tanti ideali e soprattutto senza una stella vera: il gioco dei <b>Denver Nuggets</b> è un po' comunista. Fatichiamo ad associare <b>George Karl</b> a <b>Nichi Vendola</b>, ma potrebbero avere una cosa in comune: al momento di agire la troppa democrazia può creare delle difficoltà.</div>
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Essenziali, non bellissimi da vedere, con un leader barbuto: i <b>Memphis Grizzlies</b> ricordano <b>Fermare il Declino</b>, il movimento di Giannino. Occhio però, ai playoff potrebbero non superare lo sbarramento.</div>
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Arancioni come il movimento di <b>de Magistris</b>, nessuno si aspettava che i <b>Knicks </b>di quest'anno potessero andare così forte. Allo stesso modo, pochi mesi fa nessuno pensava che <b>Rivoluzione Civile </b>di <b>Ingroia </b>potesse - almeno da sondaggi - superare lo sbarramento.Ma la convivenza <b>Anthony/Stoudemire</b> rischia di essere difficile come quella tra Ingroia e il sindaco napoletano...</div>
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drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-23018584269408246042013-01-03T15:40:00.000+01:002013-01-03T17:59:09.641+01:00Caro 2013<div style="text-align: justify;">
Caro 2013,</div>
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ci aspettiamo molte cose da te. Quello appena passato è stato un anno particolare. L'anno di LeBron James, innanzitutto, che in pochi mesi ha vinto il suo primo anello e si è portato a casa anche l'oro olimpico. L'anno in cui la Nazionale ha convinto in seguito ad una incredibile estate di successi. La Linsanity. L'anno della fine del ciclo di Siena e della possibile apertura di uno nuovo. E un sacco di altra robetta, bella e brutta.</div>
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<a href="http://rlv.zcache.com.au/class_of_2013_basketball_ornament-p175298730627218279env4m_216.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://rlv.zcache.com.au/class_of_2013_basketball_ornament-p175298730627218279env4m_216.jpg" /></a></div>
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Cosa ti chiediamo, caro 2013?</div>
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1) LeBron è fortissimo e tutto quello che vuoi tu, però non sarebbe male che a vincere il titolo quest'anno sia la squadra di quel ragazzo che sta facendo una stagione da 28 punti di media tirando con percentuali superiori al 50% da 2, il 40% da 3 e il 90% ai liberi. Insomma, è arrivato il momento di Kevin Durant, no?</div>
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2) In tema Oklahoma City, non è che potresti iniziare a sollecitare qualche tuo collega (tipo il 2014, il 2015) per il ritorno della NBA a Seattle? No, perché le tre puntate di Buffa che parlava del basketball nella città della pioggia mi hanno strappato il cuore.</div>
<div style="text-align: justify;">
3) Restituiscici un Derrick Rose sano e magari vincente. Il futuro della lega passa da lui. Poi, se ti avanza un po' di salute da elargire, ci sarebbe sempre quel ragazzo... eh, quello che giocava a Portland... sì, ora è a Minneapolis, si chiama Brandon, ha provato a rientrare ma ora è di nuovo fermo.</div>
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4) Non ti chiedo di levare qualche anno dalla carta di identità di Tim Duncan, perché magari non sarebbe la stessa cosa. Ma preservalo perché possa ritirarsi all'età di Dikembe Mutombo.</div>
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5) Non ti chiedo neanche una squadra di basket a Napoli, perché le ultime che mi hanno portato i tuoi colleghi (sì, l'eredità dei governi precedenti...) si sono rotte subito. Mettiamola così: portamela solamente se ha una garanzia di 7 anni, tipo le auto. </div>
<div style="text-align: justify;">
6) Già che ci sei, ti dispiacerebbe fare in modo che si decida cosa fare con un basket italiano sempre più morente? Quest'estate sono scomparse tante squadre, e dei tre campionati principali due te li sei ritrovati già monchi (LegaDue a 15 e DNA a 18, ma sulla carta dovevano essere 20). Invece di riformare i campionati, non è il caso di riformare proprio uno sport che è alla canna del gas? Magari a partire dagli uomini. Ti suggerisco due nomi: Mario Boni e Gianmarco Pozzecco. Sono sempre state due teste calde, ma hanno idee ed ognuno di loro, nel proprio settore, sta dimostrando di poter fare di più di tanti giganti buoni. Io scorro l'elenco dei candidati al Consiglio Federale e vedo sempre gli stessi nomi...</div>
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7) E' l'anno degli Europei: preserva Gigi Datome, Achille Polonara, Daniel Hackett.</div>
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8) Fa che Milano continui ad essere Milano anche quest'anno, con i suoi ingaggi stellari e i dodici cambi in corsa. Sennò come ci divertiamo?</div>
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9) Non sarebbe bello rivedere gli Hoosiers vincere il titolo NCAA?</div>
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10) Un'ultima cortesia: inverti questo trend per il quale l'informazione cestistica italiana assomiglia sempre di più a quella calcistica. Noi appassionati siamo per gli approfondimenti, le analisi fatte davanti ad una birra o a un piatto di pasta, magari con un po' di ironia. I finti scoop urlati lasciamoli ad altri.</div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-90506460591029276172012-12-20T15:53:00.000+01:002012-12-20T16:06:40.003+01:00Napoli muore (ancora)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://images.corrieredelmezzogiorno.corriereobjects.it/campania/fotogallery/2010/07/palargento/img_palargento/180720105406_672-458_resize.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="218" src="http://images.corrieredelmezzogiorno.corriereobjects.it/campania/fotogallery/2010/07/palargento/img_palargento/180720105406_672-458_resize.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un palasport in rovina per un movimento in rovina</td></tr>
</tbody></table>
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Napoli è morta. Ancora una volta. E sinceramente si inizia a perdere il conto.</div>
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Dall'esclusione della squadra di Maione ad oggi si sono succedute la Nuova Sebastiani Napoli, la Nuova Pallacanestro Napoli, il Napoli Basketball, il Nuovo Napoli Basket.</div>
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Delle quattro società (in cinque anni), solo il Napoli Basketball ha terminato la stagione, e ha dovuto creare questa strana creatura a due teste con la Pallacanestro Sant'Antimo nella speranza di non morire. Anche in questo caso, nulla da fare, con la squadra esclusa dopo sole tre giornate. Un record difficile da battere.</div>
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C'è poco da commentare, ci sarebbe tanto da scrivere ma al momento preferisco lasciar perdere.</div>
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Queste esperienze sono nate da basi diverse: c'è chi ha provato a partire dal basso, chi a coinvolgere i tifosi. Il comune denominatore è il loro fallimento, che lascia l'impressione che a Napoli sia impossibile fare basket, in una città dove tra l'altro il calcio monopolizza l'attenzione. In un movimento che necessiterebbe di riforme radicali per poter essere nuovamente appetibile per imprenditori seri.</div>
<div style="text-align: justify;">
La chiave è il Mario Argento, dicono in città. Ma la sensazione è che, ormai, sia diventato una giustificazione.</div>
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Può un uomo solo salvare una squadra allo sbando, con un impatto tale da risolvere ogni problema del team, anche quello per il quale l'uomo in questione (e lo stesso team) è decisamente carente? Perché è di questo che stiamo parlando.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://cdn.bleacherreport.net/images_root/slides/photos/002/826/369/hi-res-153842866_crop_650x440.jpg?1355457416" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="216" src="http://cdn.bleacherreport.net/images_root/slides/photos/002/826/369/hi-res-153842866_crop_650x440.jpg?1355457416" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nash indica a Gasol il numero delle penetrazioni tenute dalla difesa Lakers</td></tr>
</tbody></table>
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La premessa è nebulosa, quindi andiamo con ordine. L'uomo in questione è Steve Nash. La squadra, i Los Angeles Lakers modello inverno 2012. Ossia una squadra senza fiducia, con un record decisamente negativo, già condannata a dover rincorrere l'ottavo posto nel competitivissimo ovest.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il play canadese può sicuramente portare una svolta considerevole nei meccanismi lacustri. E' il compagno di squadra ideale, uno di quei giocatori in grado di migliorare i compagni già solo con la sua presenza in campo, figuriamoci se gli metti la palla in mano, lo affianchi allo scorer più letale dei tempi moderni, magari ci metti quel lungagnone spagnolo barbuto a rollare e due figuranti negli angoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Benissimo. Ma poi c'è da difendere, e là subentrano i problemi, perché il canadese è tutt'altro che un difensore rispettabile, e si andrà ad inserire in qualcosa che, ad oggi, risulta difficile chiamare difesa.</div>
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Il primo tempo della gara giocata dai Lakers a New York è l'emblema di quanto scritto. Male nelle transizioni difensive, dove il primo a trottare pigramente è il leader della squadra. Malissimo nelle rotazioni sul perimetro, con tanti tiri comodi - e per comodi intendo con anche quattro metri di spazio - concessi ad una squadra che da 3, per usare un eufemismo, tira benino. Peggio che malissimo a centro area, dove Robert Sacre (sì, <a href="http://www.youtube.com/watch?v=NxVuySQT-eY">Robert Sacre</a>) è risultato essere il migliore dei tre lunghi negli aiuti. Jordan Hill non lo consideriamo proprio, ma il più volte proclamato (e autoproclamatosi) miglior difensore NBA, con tutte le scusanti dei problemi fisici, non è riuscito a fornire quel minimo di intimidazione in grado di scoraggiare le scorribande di Felton & co.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-hgTZdZEH3B0/UMtFA9d9HQI/AAAAAAAADBg/4uOtKf1x83I/s1600/knicks.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="298" src="http://1.bp.blogspot.com/-hgTZdZEH3B0/UMtFA9d9HQI/AAAAAAAADBg/4uOtKf1x83I/s320/knicks.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La shot chart dei Knicks nel primo tempo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
A questo punto la questione diventa una e semplice. Può, al suo ritorno, il rispettosissimo Steve Nash (e Gasol, passato da capro espiatorio a uomo rimpianto tra le lacrime) generare un "entusiasmo offensivo" tale da mascherare le tante carenze difensive di questi Lakers, che dovrebbero acuirsi ulteriormente con il canadese in campo? Riuscirà a migliorare così tanto l'attacco gialloviola da fare sì che anche la difesa migliori? Da questi interrogativi passano le ambizioni dei Lakers. </div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-21300959744747334602012-12-09T16:03:00.001+01:002012-12-09T16:03:36.617+01:00Belinelleide: dal primo ferro ai Chicago BullsNon sono mai stato un ammiratore di Marco Belinelli. Anzi..<br />
Ricordo gli inizi in serie A, promessa prima della Virtus e poi soprattutto della Fortitudo protagonista di una serie di playoff tesa anche oltre i limiti contro la "mia" Carpisa Napoli. Aquei tempi già si diceva che il livello del campionato fosse sceso, ma ad oggi la rosa di Bologna e soprattutto quella di Treviso vincitrice dello scudetto appaiono mostruose. Chiusa parentesi, le cifre di Belinelli in quella serie:<br />
20 punti realizzati alla prima in casa, 8 a Napoli, 23 a Bologna, 3 a Napoli e poi una MOSTRUOSA gara 5 a Bologna, con 34 punti e 8/14 da 3. Dopo gara 5, Belinelli dichiarò di aver rischiato la vita a Napoli, meritandosi ancora maggiore simpatia da parte del pubblico partenopeo. Inoltre, un certo scetticismo (seppur solo parzialmente confermato dalle medie totali) sul suo rendimento fuori casa iniziava a serpeggiare.<br />
A vent'anni comunque il ragazzo iniziava ad attirare più antipatie che simpatie non solo a Napoli. Non erano in discussione né il talento, né le capacità come tiratore. In generale però, un atteggiamento non proprio umile, una faccia.. un po' così, facevano sì che buona parte dell'Italia godesse quando per Marco risuonava metallico il primo ferro.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://nodo6.euroleague.net/resourceserver/3693/d65c5824-e1ca-4139-bf72-e1b1f465110e/b780418000d61e8b9db2b978c710c562/cl/en-US/filename/d65c5824-e1ca-4139-bf72-e1b1f465110e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://nodo6.euroleague.net/resourceserver/3693/d65c5824-e1ca-4139-bf72-e1b1f465110e/b780418000d61e8b9db2b978c710c562/cl/en-US/filename/d65c5824-e1ca-4139-bf72-e1b1f465110e.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sono bravo e me ne frego se mi puzzano le ascelle.</td></tr>
</tbody></table>
Estate 2006: Belinelli si consacrò come prospetto NBA segnando <a href="http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/sport/basket-mondiali/usa-italia/usa-italia.html" target="_blank">25 punti</a> contro la nazionale americana ai mondiali. Scisceschi, per sua stessa ammissione, l'avrebbe accolto a braccia aperte a Duke. Invece no, ultimo anno italiano, dove il nostro diventa top scorer di una non memorabile Fortitudo Bologna. Inoltre, iniziava un po' a serpeggiare un certo atteggiamento da fenomeno, che lo portava a spettacolarizzare un po' certe situazioni: i numerosi fadeaway non richiesti e il chiodo fisso NBA facevano di "Tu vuò fa l'Americano" la colonna sonora ideale delle gesta del bolognese.<br />
Il dado era tratto, Marco andò in America; 18esima chiamata ai Warriors del mefistofelico Don Nelson. Il pensiero collettivo era "che figata per Marco, tiratore in una squadra che nasce e muore col tiro da fuori".<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.hardwaregame.it/images/guide/batik/belinelli01G7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://www.hardwaregame.it/images/guide/batik/belinelli01G7.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mi è proprio andata di culo...</td></tr>
</tbody></table>
Peccato che, nonostante la compatibilità "tecnica" (due virgolette sono poche, lo so, si parla sempre dei Warriors di Nelson), non si fosse tenuto conto dell'idiosincrasia del coach per i rookies. "Mr Nelson, quanti minuti giocherà Belinelli?" "Minuti?!" la lapidaria risposta. Traduzione, 33 partite giocate, 7 minuti e 3 punti scarsi di media.<br />
La stagione successiva, 2008/2009, Marco vide più il campo. Niente di eccezionale, ma mostrò dei progressi nella gestione del pick'n'roll, soluzione che raramente eseguiva quando giocava in Europa. Marco fu poi spedito a Toronto, per formare sul campo quella Italian Connection in una città strapiena di Italiani. Un disastro.<br />
Arrivò così la prima svolta: anno 2010/2011, New Orleans, alla corte di Monty Williams e Chris Paul. Diciamo che se Belinelli dovesse avere dei figli maschi, Chris e Monty, ma anche Paul e già che ci siamo William sarebbero nomi da prendere seriamente in considerazione.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://cdn1.sbnation.com/imported_assets/620690/chris-paul-monty-williams.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://cdn1.sbnation.com/imported_assets/620690/chris-paul-monty-williams.jpg" width="239" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Coach, gli fai tu da padrino al battesimo?</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Coach Williams vide in lui non la presunta star tendenzialmente fighetta che aveva lasciato Bologna e che da allora poco aveva fatto per far cambiare idea a riguardo, ma un lavoratore che mantiene un basso profilo e che non si lamenta letteralmente mai. Magari in questo, ipotizziamo noi, aver condiviso lo spogliatoio con il Capitano Jack ha aiutato (lo immaginiamo, nella sua stagione da rookie, non molto diverso da Lo Storpio della grandiosa scena di Pulp Fiction). Inoltre, giocare con Chris Paul rende le cose un po' più semplici.<br />
Bilancio della stagione 10/11: 69 partite in quintetto, 24,5 minuti di media, 41% abbondante da 3 e quasi 11 punti di media; inoltre, nonostante non sia mai stata una specialità della casa, una difesa generalmente accettabile.<br />
Alla fine della stagione 2011, Belinelli è di fatto un giocatore NBA. Pensiero dell'Italia cestitstica: "Bravo! E perché non resta in America anziché venire a rompere i coglioni in Nazionale?". Sì, perché in azzurro Marco ha spesso mostrato il peggio di sé, soffrendo forse della discrepanza tra la volontà di voler essere il leader dell'attacco e la totale mancanza di abitudine a giocare in questo modo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://images.gazzetta.it/Hermes%20Foto/2010/07/16/0L5O26EM--300x145.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://images.gazzetta.it/Hermes%20Foto/2010/07/16/0L5O26EM--300x145.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gioco così male che metto la maschera per non farmi riconoscere</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ho lasciato la <a href="http://erapassi.blogspot.it/2011/09/cronache-dagli-europei.html" target="_blank">Lituania </a>pensando "Belinelli primo nemico", e lo attendevo al varco per la successiva stagione americana, senza il santo Cristiano Paolo a rifornirlo di palloni in angolo per comodi tiri da 3. Belinelli ha giocato una stagione ancora migliore della precedente, al punto da far sostanzialmente <a href="http://www.buzzerbeaterblog.net/index.php?option=com_zoo&task=item&item_id=57&Itemid=180" target="_blank">ricredere </a>quelli di Buzzerbeaterblog che per lui avevano coniato l'azzeccato sottotitolo: SDENG dal 1986.<br />
Quest'anno la grande occasione, i Bulls di coach Thibodeau, seppur privi di Rose. Inizio da incubo, poi si rompe Rip Hamilton e Marco finisce in quintetto. L'occasione della vita.. e la sta cogliendo.<br />
Cosa è scritto nel futuro di Belinelli? Tranquillo, nella telecronaca, vede per lui un ruolo di "impatto", con minuti limitati, in determinate situazioni della partita. Ma mi chiedo io, perché a questo punto non potrebbe essere un titolare? Il giocatore che gli sta davanti è chiaramente in parabola discendente. Rispetto a Marco non offre né un tiro migliore, in una squadra che ha tanto bisogno di tiro, né una "migliore" fase difensiva.<br />
Forse sarebbe proprio Hamilton a poter garantire un migliore impatto in fasi limitate della gara: anche in contumacia Rose, i Bulls potrebbero sfruttare situazioni di uscita a ricciolo nelle quali Rip è maestro. Togliere Belinelli dal quintetto significherebbe anche perdere il potenziale realizzativo messo in mostra proprio nei primi quarti (come riportato dallo stesso Tranquillo, 85% dal campo nei primi quarti). Inoltre, come esecutore di pick'n'roll, Marco potrebbe ben figurare anche in coppia con Hinrich e/o Deng da 4 a sfruttare eventuali scarichi sul perimetro. In questa specialità i Bulls hanno un notevole interprete in Rose, ma poco altro. Inoltre, il p'n'r di Belinelli richiederebbe delle scelte diverse alle difese rispetto a quello di Rose, il che comunque può essere un vantaggio per l'attacco. In sostanza, non voglio dire che Belinelli sia più "forte" di Hamilton (non ora, figuriamoci quando Hamilton era al top), ma solo che al momento sia più adatto a partire in quintetto.<br />
Come è arrivato a meritarsi tale considerazione, almeno da un osservatore ostile come il sottoscritto? Negli anni NBA Belinelli è dei tre italiani quello che ha affrontato le maggiori difficoltà, ma è stato anche quello che più ha saputo trasformarsi. Sì, proprio come Bargnani! Belinelli ha fatto un bagno di umiltà e lasciando il suo ego fuori degli spogliatoi che, solitamente, di ego sono strapieni. Infine, ha seguito il principio secondo cui se nel mondo NBA vedi una porta socchiusa, non devi bussare ma fiondartici dentro. Dei tre italiani è quello che merita il maggiore rispetto. E MAI avrei pensato di scrivere una cosa del genere.<br />
In nazionale, Belinelli deve ancora trovare la sua dimensione. E' evidente che non abbia le capacità di fare il "playmaker", come ha provato a fare sinora. E' evidente che debba fare un passo indietro, che però non è molto differente da quello che ha fatto in questi anni di NBA. Palla in mano con moderazione, gambe basse in difesa e coinvolgimento offensivo come finalizzatore o "specchietto per le allodole", in modo da liberare i notevoli tiratori di cui disponiamo.<br />
La maturità arriva per tutti, prima o poi. Di certo, giocare da guardia titolare nel palazzo che fu di Michael Jordan, aiuta.Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-83566101823674769742012-11-25T11:11:00.000+01:002012-11-25T11:11:55.966+01:00Lunghi, ma non big men<br />
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px; text-align: justify;">
C'è uno strano filo conduttore che lega le carriere di Dwight Howard e Andrew Bynum. Entrambi sono arrivati in NBA direttamente dall'high school, saltando anni di college che, con il senno di poi (ma anche senza), magari avrebbero favorito una maggiore maturazione tecnica e soprattutto mentale dei due. Entrambi hanno avuto una progressiva crescita che ha fatto pensare a duelli continui sotto i tabelloni per giocarsi qualcosa di importante. Entrambi, ad oggi, hanno perso una buona fetta di credibilità.</div>
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px; text-align: justify;">
E' di queste ore la notizia che Bynum, avvistato recentemente con una oscena capigliatura, è out indefinitely, e si pensa che questo annuncio sia solo un antipasto di quello che verrà: out for the season. Nel contract year. Senza avere ancora disputato una gara con quella franchigia che ha puntato su di lui per ricostruire. E ancora, dopo che si è scoperto che il pivot ex Lakers ha pensato bene di giocare a bowling con le ginocchia che si ritrova.</div>
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px;">
<br /></div>
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://thebiglead.fantasysportsven.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2012/11/andrew-bynum-hair.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="279" src="http://thebiglead.fantasysportsven.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2012/11/andrew-bynum-hair.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Andrew, stai per entrare in una valle di lacrime</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px;">
<br /></div>
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px; text-align: justify;">
Anche Dwight Howard quest'estate ha cambiato squadra, mettendo fine ad una stucchevole telenovela che ha di fatto ridotto ai minimi storici i suoi simpatizzanti tra la Lega. Vado via. No, resto ai Magic ma intanto faccio licenziare <a href="http://www.youtube.com/watch?v=y08gvGpGCwA">Stan Van Gundy</a> e faccio anche una figuraccia davanti alle telecamere. No, vado via, mi attende Brooklyn, voglio giocare con Deron. No, finisco ai Lakers, che bello giocare con Bryant. Eh, però volevo giocare a Brooklyn, ma Deron non mi parla più.</div>
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px; text-align: justify;">
Il tutto condito da un atteggiamento sempre meno propenso ad attirare simpatie: dagli infortuni (scioperi?) ai Magic ad un inizio di stagione sottotono a Los Angeles. E' vero, non è ancora al meglio della condizione, ma negli ultimi anni di progressi nel gioco se ne sono visto pochi (oltre a imbarazzanti regressioni, come ai <a href="http://www.youtube.com/watch?v=pEzmoMlZinQ">tiri liberi</a>). In aggiunta, il linguaggio del corpo è preoccupante e Bryant già ha iniziato ad aumentare il numero di conclusioni.</div>
<div style="font-family: '.Helvetica NeueUI'; font-size: 16px; text-align: justify;">
E allora se volete cercare il migliore centro di quest'anno vi suggeriamo di fare un salto in Tennessee...</div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-20475376433801079112012-11-21T11:47:00.002+01:002012-11-21T12:22:32.534+01:00Aspettando Dirk<div style="text-align: justify;">
E' stata un'estate particolare, quella dei Dallas Mavericks. Battuti dai Nets nella rincorsa a Deron Williams, abbandonati da Jason Terry e Jason Kidd, hanno dato per qualche giorno l'impressione di essere allo sbando, costretti ad una rifondazione che avrebbe comportato la dolorosa rinuncia a Dirk Nowitzki e il definitivo smantellamento di quella squadra che, con il tedesco come pietra angolare, aveva vinto il titolo solo pochi mesi prima.</div>
<div style="text-align: justify;">
E invece i Mavericks sono riusciti a trovare un valido piano B, firmando giocatori con voglia di riscatto, senza strapagare presunte stelle e, soprattutto, salvaguardando gli aspetti salariali per ritentare nella prossima estate la corsa ai migliori free agent.</div>
<div style="text-align: justify;">
Amnistiato Haywood e il suo poco simpatico contratto, sono arrivati Chris Kaman (annuale da 8mln), OJ Mayo (biennale da 8 mln con player option alla fine di questa stagione), Dahntay Jones (annuale da 2,9 mln), Elton Brand (annuale da 2,1 mln). Tramite trade, i Mavs hanno poi messo le mani sulla PG Darren Collison, anche lui con contratto a breve scadenza, dominante ai tempi di New Orleans in contumacia Chris Paul e poi deludente nella sua esperienza ai Pacers.</div>
<div style="text-align: justify;">
Obiettivo dichiarato: fare una buona stagione, centrare i playoff, e poi vediamo l'estate prossima.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://expressnba.com/wp-content/uploads/2012/09/Mavs-new-expressnba-2013.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="177" src="http://expressnba.com/wp-content/uploads/2012/09/Mavs-new-expressnba-2013.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una nuova tegola si è avuta con l'infortunio al ginocchio di Nowitzki, i cui tempi di recupero si stanno progressivamente allungando (ad oggi si parla di metà dicembre). Nessun problema: inizio da 4-1, senza Dirk, senza Kaman, senza Marion, ma con Mayo on fire (due escursioni sopra quota 30), un inaspettato Brendan Wright, un ottimo Collison.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopodichè si è saliti sulle montagne russe ed è arrivata la prima serie di sconfitte: al momento, il record è di 6-6.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si può però fare un primo bilancio di questi Mavericks. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>PLUS</b></div>
<div style="text-align: justify;">
OJ Mayo sta segnando 21.8 punti a partita, tirando con il 49% e un clamoroso 58% da 3. Le sue conclusioni raramente arrivano da distanza minore di cinque metri (prende il 46% dei tiri da 3 di Dallas), quindi potrà passare dei momenti meno fortunati. Ma al momento è l'arma migliore di questi Mavericks. Nel supplementare della gara (persa) contro i Warriors, ha segnato tutti gli undici punti della squadra. In assenza di Nowitzki, è il leader della squadra assieme a Marion.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chris Kaman sta vivendo una seconda giovinezza: 15 punti e 8 rimbalzi di media in 28 minuti di impiego. Nei primi quarti Dallas tende ad affidarsi al suo centro amante delle armi e della caccia. Inizialmente partiva dalla panchina con Wright titolare, ma le carenze a rimbalzo dell'ex UNC hanno convinto Carlisle a cambiare le carte in tavola.</div>
<div style="text-align: justify;">
Honorable mentions: Vince Carter (sì, lui), Jae Crowder, che ha dimostrato di saper tenere il campo per lunghi periodi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>MINUS</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Elton Brand. Santoddio Elton, non ci siamo. 6+5 per l'ex Philadelphia ma soprattutto il 36% al tiro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Jared Cunningham. Presto per bocciarlo, ma ad oggi è una scelta buttata in un ruolo dove ci sono già parecchi enigmi (ne parliamo dopo).</div>
<div style="text-align: justify;">
Brendan Wright. Aveva inizato la stagione alla grande: quintetto, sei gare consecutive in doppia cifra di punti. Poi qualcosa si è rotto: nove minuti contro Minnesota, DNP con Washington e minutaggi ridotti ai minimi termini nelle ultime gare. Nasce tutto dalle enormi carenze a rimbalzo, e i numeri possono aiutarci; Wright prende 3.5 rimbalzi di media in 17 minuti. Carlisle preferisce quindi destinare i suoi minuti a Murphy (4 rpg in 19', ma il Fighting Irish porta opzioni in più sul perimetro) e alla sorpresa Bernard James, il rookie più anziano della Lega se non fosse per Prigioni che è tutto tranne che un rookie: per il marine 4+4 in 12 minuti di impiego medio, ma con un dato in crescendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://i2.cdn.turner.com/nba/nba/dam/assets/121031053833-103012-darren-collison-mavs-lakers-recap-mobile-t1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="160" src="http://i2.cdn.turner.com/nba/nba/dam/assets/121031053833-103012-darren-collison-mavs-lakers-recap-mobile-t1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Darren non ha paura di andare al ferro.<br />
Blake, perplesso, si interroga sulla situazione in Medio Oriente.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I dubbi principali però riguardano una posizione in particolare, quella di PG. E qua ci troviamo divisi tra aspetti positivi e negativi. Innanzitutto va detto che raccogliere l'eredità di Jason Kidd non è facile per nessuno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Darren Collison è stato tra i protagonisti dell'ottima partenza dei Mavs: cinque gare in doppia cifra di punti, due doppie doppie, ottime percentuali anche se avvantaggiate dal fatto che la maggior parte delle sue conclusioni arriva in penetrazione o dalla media distanza. Se i Mavericks sono il quarto attacco della Lega ha indubbiamente i suoi meriti, e proprio Mayo ne beneficia (quando Collison è in panchina la percentuale dall'arco dei Mavs scende di dieci punti percentuali).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma nelle ultime partite ha messo in evidenza una serie di limiti difensivi che non possono non essere presi in considerazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Kemba Walker: 26+6+7+8 recuperi</div>
<div style="text-align: justify;">
Luke Ridnour: 15+8+7+4 recuperi</div>
<div style="text-align: justify;">
AJ Price: 11 punti</div>
<div style="text-align: justify;">
Kyrie Irving: 11 punti</div>
<div style="text-align: justify;">
Stephen Curry: 31+6+9</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Queste le prove dei recenti dirimpettai di Collison (record in questo segmento 2-3). Il problema arriva anche dagli scarsi risultati dei suoi backup. Rodrigue Beaubois è ormai un punto interrogativo: costantemente infortunato, tanto che il coach ha recentemente detto di essere al momento "preoccupato essenzialmente dei suoi problemi di salute", quando schierato non offre il minimo contributo, e viene ormai utilizzato più come SG. C'è allora l'opzione Dominique Jones, che è come Collison giocatore che ama andare al ferro, ma anche in questo caso la costanza non è dalla sua. Si è parlato di un interessamento per Derek Fisher, che però sicuramente non risolverebbe quei problemi difensivi.<br />
Al momento, i Mavs vanno là dove li porta Collison, che nelle vittorie tira con il 52% dal campo e nelle sconfitte con il 36%</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto questo, aspettando Dirk.</div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-43062527754985113312012-11-17T18:08:00.002+01:002012-11-17T18:08:31.300+01:00Oldies but goldies<div style="text-align: justify;">
Alla vigilia delle prime trasferte ad ovest c'era una domanda che girava tra tifosi e addetti ai lavori Nba. <i>"Are those Knicks for real?"</i>. Nonostante la prima sconfitta, la risposta non può che essere positiva. Vittoria in rimonta nel quarto quarto a San Antonio, un accostamento di parole raro come un 2/2 dalla lunetta di Biedrins (e infatti le due cose si sono verificate nell'arco di pochi giorni, Maya here we come), sconfitta onorevole, nonostante un pessimo terzo quarto, in casa della squadra più forte della Western Conference. Sì, avete letto bene, i Memphis Grizzlies. Non potremo non occuparci di loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma torniamo alla Grande Mela. Segnano 102 punti di media, terzi nella Lega. E fin qui ci sarebbe poco di cui meravigliarsi. Ne concedono solo 92 (quarti), fanno tirare gli avversari con il 43%, forzano quasi 18 palle perse a partita. </div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://static.guim.co.uk/sys-images/Guardian/Pix/pictures/2012/11/16/1353076119390/New-York-Knicks-Jason-Kid-010.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="192" src="http://static.guim.co.uk/sys-images/Guardian/Pix/pictures/2012/11/16/1353076119390/New-York-Knicks-Jason-Kid-010.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La strana coppia</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Se è vero che le discussioni si concentrano prevalentemente sull'assenza di Amar'e Stoudemire, con la possibilità per Anthony di giocare da 4 in un sistema in cui si continua a tirare spesso e volentieri da 3, ci si sofferma probabilmente troppo poco sull'equilibrio della coppia di guardie titolari Raymond Felton e Jason Kidd. Il primo, asciugati i tanti chili che quest'estate avevano fatto ipotizzare una sua gravidanza (resta rotondetto ma è così di suo), sta trovando il canestro con continuità (16.1 ppg + 6.3 apg) e sta trovando nuova linfa grazie al suo compagno di reparto. Il playmaker che per anni è stato il più forte della lega, il vecchietto terribile, ha saputo trasformarsi in una macchina spietata in grado di giocare tranquillamente off the ball per larghi tratti della partita. Continuando nella tendenza intrapresa in maglia Mavs, le sue conclusioni ormai arrivano quasi sempre dall'arco, sullo scarico: 56% in questo avvio di stagione. A questo bisogna aggiungere la sua straordinaria capacità in difesa di toccare qualsiasi pallone passi dalle sue parti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, quest'ottimo avvio dei Knicks nasce dall'equilibrio trovato in primis tra i due esterni. Un equilibrio contagioso: New York, come detto, tira tanto da tre, ma gioca in maniera armoniosa, forza poco, cerca quando possibile l'extrapass, e solo di tanto in tanto decide che è il momento di affidare lo spartito a Melo per qualche minuto di solo. E l'esempio è JR Smith, favorito nella corsa al premio di Sesto uomo dell'anno, con 16 punti di media, un irreale 63% da 3 e, al momento, l'impressione di essersi calato nel ruolo senza voler strafare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dimentichiamo qualcuno? Certo: lui.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://cdn2.elitedaily.com/elite/wp-content/uploads/2012/10/elite-daily-rasheed-wallace-knicks-practice.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://cdn2.elitedaily.com/elite/wp-content/uploads/2012/10/elite-daily-rasheed-wallace-knicks-practice.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Che spettacolo vederlo così tirato a lucido. Il primo tempo contro i Grizzlies è una gioia per gli occhi, un clinic regalato a noi spettatori. Uno Sheed così è un lusso per questi Knicks. Sia in attacco, con la sua capacità di saper colpire da fuori e dal post, con il suo meraviglioso giro e tiro, e di poter passare la palla dalle tacche per i vari JR Smith, Novak e Kidd appostati sull'arco; sia in difesa, dove con Chandler (o Camby, quando sarà) costituisce una coppia difensiva di lunghi difficilissima da battere grazie al suo innato senso di posizionamento.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E ora?</div>
<div style="text-align: justify;">
Le battute sull'aumento del numero degli estintori al Madison Square Garden si sprecano. La questione Amar'e è delicata, ci sono equilibri da mantenere sia a livello tecnico che contrattuale. Pensare ad un suo ruolo come sesto/settimo uomo appare, al momento, difficile. Il ritorno di Stat dovrebbe ridare un po' di consistenza a rimbalzo, dove ad oggi i Knicks sono 27simi su 30 squadre.</div>
<div style="text-align: justify;">
E poi ci sarebbe anche Iman. Essì, Shumpert potrebbe tornare a gennaio ed inserirsi prepotentemente nella rotazione delle guardie, andando a modificare ulteriori equilibri. Bene per lo stato fisico di Kidd, e di un commovente Prigioni, ma bisognerà vedere quale potrà essere il suo impatto, perché è pur vero che il parziale decisivo con gli Spurs è arrivato con tre piccoli in campo, ma Ronnie Brewer al momento è un prezioso collante.</div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-77817951233457796102012-11-11T23:15:00.001+01:002012-11-11T23:28:58.649+01:00Lettera aperta alla dirigenza LakersGentili signori gialloviola,<br />
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vengo al dunque: avete iniziato facendo schifo. Poi pare che alcuni di quelli che mettono i soldi abbiano iniziato a storcere il naso, perché quello là, sulla panchina, proprio non gli va a genio.</div>
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Quelli che pagano vogliono rivedere l'uomo con più dita che anelli, quell'uomo che, svuotando l'ego dei giocatori come tazze da the apparentemente vuote, fa docilmente pascolare i suoi campioni in triangoli.</div>
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Questa richiesta, da un lato comprensibile, vi mette tra due fuochi: da un lato c'è chi finanzia il circo, che come il cliente ha sempre ragione, dall'altro la figura di merda epocale che vi aspetta. Ripartendo da coach zen, vi dovreste mettere come Troisi e Benigni col Savonarola. Il dettaglio è che fino a due giorni fa eravate in piena modalità <i>damnatio memoriae</i>.</div>
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Mi rendo però conto che, ingoiando un amaro boccone ora, questa mossa potrebbe in realtà trasformarsi in una del tipo "comunque vada, sarà un successo". Perché, come diceva poco fa <i>drunkside</i>, Jackson è capace di guidare i svariati ego dei giocatori e alla fine la potrebbe sfangare, perché un anello è culo, due molta fortuna, tre sono tante coincidenze.. ma undici inizia ad essere difficile da attribuirli TUTTI alla sorte. Ma, l'enorme vantaggio di riprenderlo a bordo, come dicevo su, è un altro: al tutto sommato accettabile prezzo di un po' di.. ehm.. <i>merda</i>.. da mandare giù adesso, potreste risparmiarvene molta qualora le cose dovessero andare male per davvero. Perché anche voi sapete che è probabile che le cose vadano male.</div>
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Bene, mi ricollego all'inizio di questa lettera e vi ribadisco che, se doveste "implodere" e passare qualche anno in lottery non mi dispiacerebbe. In ogni caso mi fingo imparziale e vi invito a ricordare, quando non 10, ma 2-3 anni fa in panca c'era ancora lui. Predicava triangolo, che è una "filosofia" piuttosto infida, perché ci sono pochi palleggi, tutti devono saper passare, tirare e giocare spalle a canestro. Ma il triangolo è maledettamente difficile perché, non prevedendo schemi in senso classico, si basa molto sulla lettura della difesa. Ora, amici dirigenti, vi ricordate che al vostro allenatore non garbava tanto quando in attacco giocava il bambinone? Bravo, bravissimo quanto volete, ma non gli piaceva proprio. Il suo preferito era un altro, quello che poi è passato a fare i reality, ma che fin quando giocava, lui sì che era bravo a leggere il campo.</div>
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La buona notizia è che il bambinone non c'è più; la cattiva è che quello che piaceva all'allenatore è in città, ma dai cugini "sfigati"; la pessima è che c'è un nuovo bambinone ancora meno adatto al triangolo e che, purtroppo, 1) ha un ego ancora maggiore 2) non può essere messo via perché l'avete designato a rappresentare il vostro futuro (e a quel punto la merda da ingoiare inizierebbe ad essere troppa) 3) tecnicamente è ancora meno adatto dell'altro. </div>
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Per equilibrare un po' si potrebbe far partire il catalano dalla panca, ma (sfiga!) è proprio l'unico lungo fatto e finito che avete per giocare il triangolo. Sperando allora che quello che ha un nome simile ad un whisky irlandese sia in stato di forma decente, potrebbe il coach partire con lui in ala forte, dare un po' di soddisfazione al bambinone, e poi giocare i minuti che contano con lo spagnolo?</div>
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Si potrebbe? Forse, ma più probabilmente no. Per me, anche se spalle al muro, potete scegliere di meglio. Non nel senso di un allenatore più bravo, ma più <i>adatto</i>. Io ne vedo due: uno un po' anziano ed uno che fa le telecronache. Certo, a quel punto sarebbero tutti cavoli vostri. Ma pensate: alto rischio, alta ricompensa. Coach zen non vorrebbe forse dire "salviamo il salvabile" e quello che viene in più è grasso che cola? Però alla fine, in caso di anello n°12 il merito sarebbe <b><u>tutto e solo</u></b> suo.</div>
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Io la vedo piuttosto simile a quando i vostri corrispettivi italiani hanno esonerato un allenatore a noi caro. Essendo l'anno definitivamente compromesso, hanno riportato l'entusiasmo al palazzetto riportando alla guida del carrozzone colui che, molti anni prima gli aveva fatto vincere tutto. Sportivamente parlando non cambiò molto: comunque non portarono a casa niente. I vostri corrispettivi, però, riuscirono ad arrivare alla fine dell'anno senza troppi malumori del pubblico. E poterono pensare con calma all'anno seguente. </div>
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Augurandovi comunque risultati analoghi, con rinnovata stima</div>
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dis/impegno</div>
Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-62351165434308163592012-11-11T20:32:00.002+01:002012-11-11T20:32:35.491+01:00Lettera aperta a coach Zen<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://i2.cdn.turner.com/si/2012/basketball/nba/11/10/lakers-speak-to-phil-jackson.ap/phil-jackson-tx.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i2.cdn.turner.com/si/2012/basketball/nba/11/10/lakers-speak-to-phil-jackson.ap/phil-jackson-tx.jpg" /></a></div>
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DISCLAIMER: Questo post sarà cancellato in caso di anello Lakers a fine anno.</div>
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Caro Phil,</div>
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chi ti scrive è un tuo vecchio ammiratore. Uno di quelli che pensano che non è vero che hai vinto undici anelli perché hai allenato i due giocatori più dominanti delle loro epoche e le due spalle più forti di sempre*. Al contrario, penso che il tuo zampino sulle vittorie di cui sopra sia bello evidente: tanti allenatori hanno potuto allenare supersquadre, pochi hanno vinto. </div>
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Caro Phil, se ti scrivo è perché sono due giorni che mi chiedo chi te lo faccia fare. Hai una schiena a pezzi, i tuoi titoli li hai vinti, hai una bella signora, figli e nipotini, il tuo buen retiro. A che pro tornare ad allenare, in una situazione in cui hai tutto da perdere?</div>
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Per prenderti una rivincita nei confronti di Buss junior? Per avere il controllo totale?</div>
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Probabilmente sei l'unico con l'autorità tale per poter far coesistere gli ego presenti nello spogliatoio dei Lakers (di cui 3/4 appartengono allo stesso giocatore) e creare la giusta chimica di squadra. E probabilmente sarebbe una grande occasione per leggere un tuo ulteriore libro.</div>
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Ma ricordati di quella serie contro i Mavs di due anni fa. Di quello sweep nel quale la tua squadra fa umiliata. E' vero, era un modo brutto e triste per finire, e quei Mavs erano in stato di grazia. Ma non provasti nemmeno a fare qualche adattamento, a inventarti qualcosa per cambiare l'inerzia, a dare una scrollata alla serie. Insomma, eri prosciugato.</div>
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E infatti in giro si legge che salteresti alcune trasferte, che non parteciperesti agli shootaround...</div>
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Sicuro di volerci riprovare?</div>
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* era da troppo che non facevo una frecciatina a Kobe, scusatemi. Era giusto per sfizio.</div>
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drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-89923229392690171472012-11-08T22:59:00.000+01:002012-11-08T23:00:56.253+01:00Bene bagai! Bravi bagai! Bis!<br />
Cantù ha stordito, annichilito, massacrato il Fenerbache. I turchi non hanno avuto modo di rendersi conto di niente, assediati dai ragazzi di Trinchieri. Tabu ha giocato da Rajon Rondo, Cusin è stato semplicemente perfetto. Ma i meriti sono di tutti i canturini, autori di un'aggressione che ha tramortito chiunque sul campo, terna arbitrale e dei del basket inclusi.<br />
Non c'è niente da fare: una partita del genere, un'impresa da Davide de'noantri contro Golia, ti riconcilia con il basket italiano. E lasciatemi fare il post nazional-popolare, perché gli Arrigoni, i Trinchieri, così come i Sacchetti, i Vacirca, sono le risorse della nostra pallacanestro. Mancheranno i soldi, ma se mai dovessero tornare, spero che dalle nostre parti ce ne siano molti altri come voi.<br />
Oggi però Cantù è la migliore squadra in Italia. Domani magari sarà un'altra, ma intanto grazie Arrigoni&Trinchieri (allenatore numero uno), grazie Tabu, grazie Cusin non avrei pensato mai di dirlo in vita mia, ma oggi ci sta più mai. Grazie Markoishvili, Aradori, Brooks, Leunen, grazie a Tyus anche per essersi tagliato i capelli dopo il college, grazie a Mazzarino.<br />
Mentre sto finendo di scrivere, Milano è malamente sconfitta in casa dall'Olympiacos. Il commentatore dice "Milano a corrente alternata". Io invece sono come quegli anziani che martellano sempre sugli stessi punti e dico che non ci vedo nessuna novità.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-67014212830841993582012-11-05T22:55:00.001+01:002012-11-05T23:38:34.266+01:00A caldo dopo Siena-Milano....a freddo perché non scrivo da un sacco, viene fuori un post tiepido.<br />
In realtà, tiepido perché non riesco a riconoscere l'impresa di Don Sergio, nonostante porti Milano alla presa del Palaestra dopo ere geologiche dall'ultimo successo meneghino. Tiepido perché vedo troppi limiti in Siena perché questo risultato possa essere considerato anche solo la metà di quello che sarebbe valsa l'anno scorso. La tragedia per Milano è che tutti gli avversari sono talmente più deboli che qualsiasi risultato diverso dalla W è scontato.<br />
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Coach Michelini evidenziava la disparità tra le "bocche da fuoco" di Milano e quelle di Siena, uscendosene con un 6 contro 2 e mezzo; lasciando stare i numeri, offensivamente Siena è davvero troppo poco. Scariolo si è infatti potuto limitare a cavalcare di volta in volta il giocatore più caldo. Hairston, Gentile, Fotsis, Langford. Effettivamente non pizza e fichi. Resto però convinto che un conto sia mettere in campo tante prime punte, un'altro far giocare bene una squadra del genere. Che è prerogativa degli Obradovic e dei Messina, almeno al di qua dell'Atlantico. L'unica mossa quasi degna di nota, per quanto quasi obbligata, è stato l'inserimento di Hendrix nel momento in cui Sanikidze ha suonato la carica. Inoltre, merito ai giocatori di Milano di aver segnato SEMPRE ogni volta che Siena si riavvicinava.<br />
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Bobby Brown è un playmaker (ahahaha) moderno, ossia un giocatore che madre natura ha privato di 10 centimetri di altezza, (e forse un pizzico di IQ cestistico) e che ha come opzioni il tiro, poi la penetrazione, poi un paio di palle perse, il tiro e poi la persa. Bravissimoo a mettere punti a referto, ma se sta a lui a innescare il talento offensivo di Ress (!!) e Carraretto (!!!)... Ed in tutta franchezza, di difensori disinteressati come lui ne ho visti davvero pochi. Se ci giocasse contro tutte e 30 le partite, Cook avrebbe numeri quasi buoni.<br />
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Non sparate sul pianista, specie quando ha dimostrato di saper suonare, ma a questo punto mi verrebbero delle domande per il Minucci. Kasun e Sanikidze sono compatibili con Brown? Il primo va servito adeguatamente in post e, tendenzialmente, coperto in difesa; il secondo deve correre, giocare il pick'n'roll e andare backdoor a canestro. Oggi, servirebbero lunghi tiratori ed un centro che chiuda le penetrazioni (almeno in contumacia Eze).<br />
In questo momento, Siena è corta, squilibrata e probabilmente con fiducia a terra. In attesa che Kemp faccia vedere qualcosa, cambiare la squadra o l'MVP della scorso turno di Eurolega? <br />
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<b>QUOTE OF THE DAY</b><br />
"Milano vola a quota 6 punti"<br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-61561345134995170482012-11-05T12:42:00.001+01:002012-11-05T12:42:20.305+01:00Facciamoci del male, aka Reggio Emilia-Pesaro e l'esordio di Clemente<blockquote class="tr_bq">
Ma quanto è bella la pallacanestro senza centri? (F. Buffa durante Heat-Celtics. La sensazione è che in quel momento pensasse ad Andrea Crosariol)</blockquote>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://farm9.staticflickr.com/8462/8025892217_a7f1d4ec3f.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://farm9.staticflickr.com/8462/8025892217_a7f1d4ec3f.jpg" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sono sicuro che il fotografo non se la prenderà a male se scrocco</td></tr>
</tbody></table>
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<div style="text-align: justify;">
Ieri sera mi sono fatto del male ed ho visto Reggio Emilia-Pesaro. Un po' perché su un altro canale della stessa emittente c'erano le fasi finali di Caja Laboral-Barcellona, spettacolo di gran lunga superiore. Un po' perché si trattava dell'esordio di Denis "Danito" Clemente in maglia Scavolini. Ossia del play che ha deliziato la breve avventura napoletana di questa stagione (preseason e tre partite), dimostrando di essere uno degli stranieri più pronti per la LegaDue: velocità, playmaking, capacità di concludere nei pressi del ferro e anche un tiro da fuori in crescita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto questo non si è visto nella gara di ieri sera, nonostante le lodi di coach Peterson. Tanti gli alibi: Denis è arrivato nelle Marche da soli due giorni, in una squadra in completa emergenza che a lunghi tratti (secondo quarto) ha giocato una pallacanestro che definire brutta è riduttivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Clemente ha cercato di dare un po' di ordine e di imbeccare i tanti coloured di Pesaro (tra cui il califfo Antwain Barbour, ignoranza pura) che non attendevano altro che ricevere palla per tirare, poi Ticchi ha pensato bene di farlo giocare off the ball annullando di fatto qualunque contributo potesse dare. Denis ci ha messo del suo, sembrando un po' spaesato e vagando da un angolo all'altro. Non capisco come pensino di farlo coesistere con un altro nanetto sgusciante come Reggie Hamilton, sinceramente, a meno che non vogliano sbarazzarsi di quest'ultimo. Vedremo più avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad ogni modo, brutta brutta la partita di ieri, con tanti interpreti che qualche anno fa sarebbero stati spediti di corsa in una B1. Nota positiva, nonostante le 6 perse, il solito Andrea Cinciarini.</div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-62614938363321792742012-10-31T19:17:00.000+01:002012-10-31T19:17:06.886+01:00Dove eravamo rimasti?<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://cultureshocknigerians.com/wp-content/uploads/2012/06/heat-championship.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="http://cultureshocknigerians.com/wp-content/uploads/2012/06/heat-championship.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Not one, not two...</td></tr>
</tbody></table>
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<div style="text-align: justify;">
Miami batte Boston nell'opening game e lancia un primo, chiaro, segnale alla lega. Attenzione: quest'anno siamo ancora più ingiocabili. Allen e Lewis regalano due soluzioni alternative perfette per lo scacchiere tattico di Spoelstra, sempre più vicino a quella idea di pallacanestro moderna in cui ogni giocatore o quasi può ricoprire tranquillamente tutte le posizioni del campo. Lo ha detto più volte Buffa in telecronaca: cos'è LeBron? Va a rimbalzo come un pivot, porta palla come un play, attacca il canestro come un tre. E allora spazi dilatati e tanti momenti di cinque fuori che avranno fatto commuovere il mio coach. Come li marchi questi? </div>
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I Celtics hanno fatto bene, in quella che promette di essere la prossima finale di Conference. Hanno avuto molto poco da Terry, tanta confusione e palle perse, e dal rientrante Jeff Green, che dovrà necessariamente farsi trovare pronto quando conterà. Hanno avuto tanto, invece, da Barbosa e Courtney Lee, buone soluzioni in attesa del ritorno di Bradley che, proprio insieme all'ex Magic (che ha fatto un gran lavoro nel primo tempo) sarà fondamentale a contenere Wade, vero ago della bilancia della stagione Heat.</div>
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Bis in arrivo? Molto probabile. Della vicenda Harden magari ne parleremo più avanti, intanto i Lakers devono trovare una quadra che il sottoscritto umilmente fatica ad individuare nella Princeton Offense, se le individualità sono quelle che vedo nel roster.</div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-74184726841588995742012-10-29T17:05:00.001+01:002012-10-29T17:06:07.705+01:00Toh, chi si rivede...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.admix.co.in/coming_soon.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.admix.co.in/coming_soon.gif" /></a></div>
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Ultimo post: 23 ottobre 2011. Una foto, poco di più, in un momento in cui - chi per un motivo, chi per un altro - non potevamo scrivere molto. Uno dei motivi che fermavano l'afflusso di nuovi post è, ahimè, rimosso.</div>
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Ma, nonostante le delusioni, senza basket non riesco a vivere, e quindi, anche se probabilmente sono un bel po' arrugginito, tra un po' si riparte.</div>
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Avrei tanto da scrivere ma molte cose al momento preferisco tenerle per me.</div>
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Ci si becca tra qualche giorno, intanto dall'altra parte dell'Oceano, Sandy permettendo, si comincia. E quindi c'è da divertirsi.<br />
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Basketball never stops.</div>
drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-12744877159888521122011-10-23T23:03:00.000+02:002011-10-23T23:03:22.077+02:00Virtus Bologna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="http://www.italiah24.it/wp-content/uploads/2011/09/kobe_bryant.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="462" src="http://www.italiah24.it/wp-content/uploads/2011/09/kobe_bryant.jpg" width="738" /></a></div>
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.... e se invece si fosse cercato un lungo con qualche punto nelle mani?Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-62842985235246723732011-10-22T11:25:00.003+02:002011-10-22T11:25:37.459+02:00Per chi non lo avesse ancora visto...Momenti di gioia e incredulità!<br />
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<object height="360" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/CmCWL3tqYDY?version=3&hl=it_IT">
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Nelle ultime settimane, la consegna di un progetto mi ha tenuto abbastanza lontano dal basket scritto (da me). Ma sfrutto l'occasione di questo viaggio in treno (lo sciopero mi fa un baffo) verso il nordest per dire due parole sulla partita di ieri.
L'ultima volta che avevo visto Milano in Eurolega ebbi la fortuna di assistere ad un <a href="http://erapassi.blogspot.com/2009/03/mente-fredda.html">clinic del Tau</a> (quello di Prigioni, Splitter e Pete Mickael) che violentava la malcapitata AJ di Piero Bucchi (uno di noi!). Beh, ieri si respirava un'altra atmosfera, col pubblico, anche un po' patinato (tra gli altri, Trinchieri, Marcelo Nicola, Allegri e tutta la troupe di sky ad assistere alla gara), che sapeva di non andare incontro ad un massacro.
Bene, pronti via ed è Bourousis contro Baby Shaq. Sul 14-7 per Milano, Scariolo ha non poche colpe nel proporre un quintetto con Gallinari 5 tattico in attacco e Radosevic in ala grande. Bene, ma Schortsanitis chi lo tiene? Parziale Maccabi e lunghi milanesi con 2 falli ciascuno. Possibile che il coach bresciano non sapesse ancora dei miracoli di San Mason da Princeton?
Il Maccabi è sorretto dall'asse play-pivot (centellinato, vista l'autonomia di Big Sofo), con Papaloukas che in un paio di circostanze accende il pulmino giallo e porta tutti a scuola. E Farmar? Bella chiavica, anche se gli concediamo il beneficio del dubbio per un infortunio.
Poi va be', tanto Hairston, ordinaria amministrazione per Cook (che però segna dei canestri importanti nel quarto quarto), male Nicholas, che mi è sembrato pestarsi un po' i piedi con l'ex Siena. Il che può capitare quando provi ad eseguire in fase di rodaggio.
Vedere da una parte Nicholas e dall'altra Blatt mi ha fatto venire in mente quella Benetton (ZisisNicholasSiskauskasGoreeBargnaniBlatt).
Capitolo Gallinari: le cifre sono quelle che sono, ma mi sembra stia diventando più un realizzatore che il giocatore all-around che sembrava poter diventare.
Mason Rocca: basta! meravigliarsi ogni volta che ha la meglio su un giocatore più grosso e famoso, basta! dire che è un giocatore tutto cuore-grinta e polmoni. Non saper tirare i liberi non vuol necessariamente dire essere poco tecnico.
Per quanto riguarda gli altri singoli, sono prevenuto su Fotsis, nel senso che lo trovo sempre e comunque cestisticamente arrapante, anche quando ha problemi di falli come ieri. Buono qualche spunto di Giachetti, ma forse troppo spazio nelle fasi finali. Male Melli e Radosevic, mentre per le prossime spero di vedere in campo Viggiano (che io sappia anche lui un po' acciaccato).
Il Maccabi è di per certo ad un Keith Langford di distanza dal giocarsi il secondo posto con quelle che non sono il Cska: Baby Shaq a tratti mi ha ricordato il Bud Spencer di Lo chiamavano Bulldozer, ma non riesce ad essere la prima opzione offensiva troppo a lungo. Eliyahu inarrestabile in post e Blu(thenthal) che suona la carica nel tentativo di rimonta (Papaloukas ha sbagliato una tripla tutto sommato agevole per il meno 3). E poi la solita, bastarda, zona di Blatt.Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-3066471071603494412011-10-06T17:52:00.001+02:002011-10-06T17:52:14.111+02:00Virtus BryantCi hanno chiesto un'opinione sul possibile arrivo di Bryant a Bologna, con formule più o meno esotiche (dieci gare, anzi una; calendario stravolto, anzi no; palazzetti grandi, anzi spese divise tra le società, anzi gli diamo Melissa Satta in premio...).<br />
Mi spiace, ma noi preferiremmo parlare di basket.drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-59669441962934467872011-09-26T20:57:00.000+02:002011-09-26T20:57:29.479+02:00Retorica spicciola & soddisfazioneUno si sforza a non essere retorico ma non ci riesce.<br />
Eravamo in tanti ieri. Più di quanti potessi augurarmi. E quando il capitano, Simone Gatti, ha messo la tripla del 3-0, il palazzetto è esploso, gli ultras hanno lanciato la carta in campo, ed è stato come se anni di tristezze, delusioni e illusioni fossero state spazzate via. Maione, Papalia, Cirillo. Farse e fallimenti, tutte cancellate da una palla che entrava nella retina.<br />
Non è stata una gara semplice, ma non si poteva perdere. <br />
E si è chiusa come si è aperta, con Simone a colpire da fuori e il PalaBarbuto ad esultare. E noi più di tutti, perché mesi di lavoro si erano concretizzati ed ora eravamo là, sopraffatti dalla fatica e dalla tensione, a vedere quella palla schiaffeggiare la retina.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/316015_2452890679482_1168489261_33081249_1340608523_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="214" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/316015_2452890679482_1168489261_33081249_1340608523_n.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">(foto di Pier #31)</td></tr>
</tbody></table>drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-58293050873117187522011-09-25T12:56:00.000+02:002011-09-25T12:56:09.930+02:00Emozione e tensioneOggi comincia una nuova avventura. C'è un pubblico da riconquistare dopo tre fallimenti e numerose farse.<br />
C'è un palazzetto da riempire. C'è un campionato da onorare.<br />
Un'avventura nata quasi per caso pochi mesi fa, tra lo scetticismo e le perplessità anche di chi l'aveva lanciata.<br />
Piano piano quello che sembrava un sogno irrealizzabile è andato delineandosi. I dubbi son diventati certezze. Le speranze si sono consolidate.<br />
In bocca al lupo ai ragazzi, in bocca al lupo ai tifosi, in bocca al lupo soprattutto a chi ci ha creduto dall'inizio. E in bocca al lupo a me. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/311281_249399265101603_196308717077325_640605_421608750_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/311281_249399265101603_196308717077325_640605_421608750_n.jpg" width="320" /></a></div>drunksidehttp://www.blogger.com/profile/11109193880881108298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-938076323892763191.post-73972082352726524772011-09-06T10:54:00.000+02:002011-09-06T10:54:28.558+02:00Cronache dagli Europei<br /><span style="font-weight:bold;">1/9/2011</span><br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 14:00</span> – devo riordinare le idee e procedere con ordine, perché dal viaggio di ieri ad ora di cose da raccontare ce ne sono. Quindi procedo con ordine e inizio a dare le coordinate spazio-temporali del mio racconto. I protagonisti siamo io, che vi scrivo, e Simone, che talvolta sarà chiamato “La Meravigliosa” per via della sua classe cestistica cristallina ed una certa affinità con Francesca Zara.<br />Vi scrivo della fan-zone adiacente all’Arena di Siauliai, dove sta per iniziare la seconda giornata del girone B di Eurobasket, che vede coinvolti i nostri azzurri. La mia cronaca, però, parte da ieri (31/8), giorno in cui La Meravigliosa ed io abbiamo lasciato Riga per far volta a Siauliai, appunto (pronuncia Scioulè).<br />Il viaggio accade in un minibus da 16 posti. Simone ed io, seduti in ultima fila come i fighi delle gite scolastiche, abbiamo scambiato quattro chiacchiere in inglese surreale con un lituano che apprezzava troppo il Balsamo Nero, 45 gradi di amore amaro. <br />Le strade baltiche sono pessime e gli autisti piuttosto allegri. <br />Arriviamo a Siauliai alle 19:50, in orario, e raggiungiamo in taxi il fan camp, campeggio provvisorio allestito per accogliere i tifosi. La cosa è gestita da volontari (e volontarie) molto gentili. Sbrigate le formalità dell’arrivo, scopriamo che i nostri vicini di tenda sono due crucchi con cui leghiamo immediatamente, complice un beverone di vodka ed un noto energetico di cui i due mangiacrauti sono piuttosto forniti.<br />Si fa ora, tra un sorso e l’altro, di partita e tutti insieme allegramente si va a vedere la Lituania giocare contro la Gran Bretagna, in un centro commerciale. Ossia l’unica “attrazione” nei dintorni del campeggio, che sorge non lontanissimo dall’Arena, ma nel mezzo del nulla.<br />Mi sento di confermare il luogo comune per il quale guardare una partita di basket della Lituania in Lituania, sia come guardare una partita di calcio molto sentita in Italia.<br />Le cose degne di nota della serata sono state: la scortesia dei gestori del pub nel centro commerciale, la sensazione che le birre lituane siano migliori di quelle lettoni (a loro volta migliori delle estoni), un paio di cameriere ed il coro che alcune voci bianche presenti tra gli avventori intonano dopo la vittoria.<br />I tedeschi ci provano con le cameriere, due di picche neanche quotato, si torna in campeggio. Che si fa, che non si fa, c’è una festa nella discoteca del centro commerciale di cui sopra. Dopo un altro beverone, andiamo: La Meravigliosa, io ed i due adepti di Nowitzki risultiamo gli unici presenti. Chiacchieriamo con lo speaker (“che ci consigli di fare stasera?” “mmm..masturbatevi”), torniamo in campeggio, raccattiamo due volontarie dirette in centro e andiamo con loro. È l’una circa.<br />Siauliai è la quarta città della Lituania, ma sembra un enorme paese, con 150.000 abitanti, poiché si sviluppa quasi interamente lungo una strada principale: potete immaginare quanto sia lunga. Camminiamo chilometri, tutto chiuso. Scoraggiati torniamo in taxi.<br />La notte passa, tra il terreno duro e la pioggia, battente, costante di questi giorni baltici. <br />Il campeggio è ricavato nel cortile di una palestra, all’esterno della quale sono stati disposti dei bagni chimici. La colazione è spartana (“comunista”, per dirla alla Simone), mentre nella palestra inizia l’allenamento della prima squadra locale, che gioca la Lega Baltica e nella quale milita quell’idolo di Mindaugas Zukauskas. È stato bello vederlo.<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/-o5vkd80_u-4/TmVQ5G2B_wI/AAAAAAAAAGA/iJPHDDJagkw/s1600/DSCN0749.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-o5vkd80_u-4/TmVQ5G2B_wI/AAAAAAAAAGA/iJPHDDJagkw/s200/DSCN0749.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649010249626156802" /></a>
Il resto della mattinata consiste di un giro in centro, nel quale abbiamo potuto dare a Siauliai il titolo di “Capitale Europea della Gonna Corta”, ed una visita alla suggestiva <a href="http://viaggi.repubblica.it/multimedia/lituania-la-collina-delle-100mila-croci/30205112/1/1">Collina delle Croci</a>. Poi, sempre sotto la pioggia, ci muoviamo verso l’Arena; la fan zone ha una serie di playgrounds dove potremmo dimostrare tutte le nostre capacità, ma non lo facciamo, ed un maxischermo dove proiettano le migliori partite della giornata. Alle 21, secondo voi c’è la Lituania o l’Italia?
<br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 17:00</span><span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;"> – a caldo dopo Serbia – Lettonia</span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/-1o3LuAJb7jQ/TmVRtCa1xRI/AAAAAAAAAGI/cioPdnT52NI/s1600/DSCN0756.JPG"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-1o3LuAJb7jQ/TmVRtCa1xRI/AAAAAAAAAGI/cioPdnT52NI/s200/DSCN0756.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649011141791565074" /></a><br />- tutto sommato una vittoria non proprio agevole della Serbia<br />- Savanovic è una bestia<br />- Ivkovic ha aperto troppo presto le gabbie ed il secondo quintetto serbo non è riuscito mai a reggere<br />- Janis Blums ha sempre le palle cubiche<br />- nel palazzetto c’è una bella atmosfera; i giocatori sono tutto sommato vicini; tra i tifosi, i lettoni coloratissimi la fanno da padroni, molti i tedeschi, venuti ad adorare il loro dio ed una serba maggiorata<br />- prima di Francia-Israele ci chiediamo: Tony Parker è veloce come sembra in tv?
<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/-QCH8F61gg44/TmVSXK_JmrI/AAAAAAAAAGQ/j7rckSBSw-o/s1600/DSCN0773.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-QCH8F61gg44/TmVSXK_JmrI/AAAAAAAAAGQ/j7rckSBSw-o/s320/DSCN0773.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649011865645849266" /></a>
<br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 19:20 <span style="font-style:italic;">– garbage time di Francia-Israele</span></span><br />La Francia impressiona soltanto per i nomi (e per la fidanzata di Ali Traorè), ma ha chiuso i conti soltanto quando Parker, che è veramente veloce, e Batum hanno deciso di salire di livello. Anche se, a dirla tutta, il leader mi sembra Diaw, che in campo non sta mai zitto e che sta assumendo le fattezze di un Charles Barkley.<br />Israele è pochissima roba, ma è davvero buono il neoacquisto di Treviso Mekel: dà sempre l’impressione di essere in controllo.<br />Qua ha rotto il continuo ricorso agli stacchetti, dato che ad ogni fallo o sostituzione parte un jingle. A proposito di musica, noi di Poetry in Motion prendiamo le distanze dalla mentalità dilagante che vede la donna come oggetto e la vàluta soltanto in base a canoni estetici: per questo motivo, Simone ed io facciamo i complimenti alle ballerine del Lietuvos Rytas solo e soltanto per la loro bravura.<br />In conclusione, nell’attesa della probabile sconfitta con la Germania, chiudo con un suggerimento: mai discutere con un tedesco, su chi sia il più grande giocatore europeo di sempre. Soprattutto se il tedesco non sa chi sia stato Drazen Petrovic.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/-ZRJ45Qa1Bso/TmVS6HQCZfI/AAAAAAAAAGY/wo4d6obqbTc/s1600/DSCN0781.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://2.bp.blogspot.com/-ZRJ45Qa1Bso/TmVS6HQCZfI/AAAAAAAAAGY/wo4d6obqbTc/s200/DSCN0781.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649012465938359794" /></a><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/-Cvr5MSm6wMk/TmVTXRKtuEI/AAAAAAAAAGg/LDrYB7YjLDc/s1600/DSCN0791.JPG"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://2.bp.blogspot.com/-Cvr5MSm6wMk/TmVTXRKtuEI/AAAAAAAAAGg/LDrYB7YjLDc/s200/DSCN0791.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649012966816593986" /></a>
<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />
<br /><br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 22:40</span> – 62 punti. E noi dobbiamo due birre ai crucchi.<br /><br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">2/9/2011</span><br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 10:50 – <span style="font-style:italic;">dall’autobus per Panevezys, dopo una notte insonne</span> </span><br />Il terreno era più duro del solito e l’umidità picchiava: in tenda un poco piacevole vento freddo soffiava sulle nostre facce assonnate (e deluse, la birra ai crucchi proprio non volevamo offrirla).<br />Alle 6 di questa mattina una fitta nebbia avvolgeva il nostro campeggio; ora c’è uno squarcio di sole, ma abbiamo imparato a non fidarci.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 14:10</span> – siamo nella fanzone di Panevezys, del tutto simile a quella di Siauliai. Le città invece sono piuttosto diverse: rispetto a” Panevezys, che comunque è la quinta della Lituania, Siauliai è molto più “occidentale”. Ed è quanto dire. Si sente forte l’aria di Unione Sovietica; le donne indossano foulard attorno al volto, l’inglese non esiste, alla stazione le informazioni te le scrivono su post-it anziché dirtele a voce. E non abbiamo visto gonne corte.<br />Il campeggio è carino, sempre nel mezzo del nulla. Gli spagnoli sembrano la maggioranza, ma abbiamo trovato vari polacchi e qualche inglese. Non pervenuti i portoghesi, eccetto uno che girava in bici per il centro città.<br />Nota negativa: la reception del fan camp, non proprio simpatici.<br />Nota positiva, molto positiva: siamo riusciti a trovare i biglietti per Lituania-Turchia.<br /><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-OwOrqg5LWBE/TmVUCsB6vEI/AAAAAAAAAGo/XAZoTD7VigM/s1600/DSCN0795.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-OwOrqg5LWBE/TmVUCsB6vEI/AAAAAAAAAGo/XAZoTD7VigM/s320/DSCN0795.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649013712761830466" /></a><br /><br /><br /><br /></a><span style="font-weight:bold;">ore 17:40</span> – reduce dalla partita della Spagna. <br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/-PTni6fiJ79o/TmVW1MmJ1JI/AAAAAAAAAHI/qTGpLhdHkuE/s1600/DSCN0816.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-PTni6fiJ79o/TmVW1MmJ1JI/AAAAAAAAAHI/qTGpLhdHkuE/s200/DSCN0816.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649016779520464018" /></a>Oddio, esibizione più che partita. La cosa rimarchevole (forse l’unica assieme ad un passaggio al volo di Marc Gasol, dal post medio, per un lay up di Felipe Reyes) è stata poter guardare tutto il secondo tempo a bordo campo, sfruttando l’assoluta vuotezza dell’Arena di Panevezys.<br />È stato bello avere così vicine certe facce viste sempre attraverso uno schermo. A proposito, su Pau Gasol c’è fallo ad ogni azione.<br />Ora Simone ed io siamo nuovamente nella fan zone, sul maxischermo c’è la partita dell’Italia appena iniziata. Nuvole nere si accumulano sulla nazionale, ma soprattutto su di noi: dopo una giornata di sereno, era scontato che minacciasse pioggia appena fuori dall’Arena.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/-QTmtxdh24OA/TmVVSjHZowI/AAAAAAAAAG4/u4EjvRR8SBo/s1600/DSCN0824.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="http://3.bp.blogspot.com/-QTmtxdh24OA/TmVVSjHZowI/AAAAAAAAAG4/u4EjvRR8SBo/s320/DSCN0824.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649015084758442754" /></a><br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 20:35</span> – in attesa di Lituania – Turchia, due parole sull’Italia:<br />1) Bargnani è uno dei pochi giocatori che riesce a non convincere (convincermi?) del tutto anche quando fa 40 punti<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/-87AkJESJLdM/TmVV4dFJXyI/AAAAAAAAAHA/CLUFB8Nm6ts/s1600/DSCN0826.JPG"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://2.bp.blogspot.com/-87AkJESJLdM/TmVV4dFJXyI/AAAAAAAAAHA/CLUFB8Nm6ts/s200/DSCN0826.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649015735973404450" /></a><br />2) Perché nel playbook dell’Italia non sono previste situazioni di ricciolo per Belinelli? È vero che non abbiamo i bloccanti adatti, ma almeno lo terremmo lontano dalla palla (anche se, a dirla tutta mi sembra che con la Lettonia si sia dato un po’ una regolata)<br />Comunque, ora chiudo perché stanno entrando in campo quelli bravi. L’unico “piccolo” contrattempo, abbiamo dei posti del cazzo e ci tocca sgattaiolare da qualche parte.<br /><br />P.s. che poi Bargnani ha deciso sì la gara, ma con una stoppata.<br /><br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">3/9/2011</span><br /><br /><span style="font-weight:bold;">ore 9:50 – <span style="font-style:italic;">dall’autobus per Vilnius</span></span><br />Simone ed io cerchiamo di riordinare le idee dopo la partita di ieri, o meglio, un’esperienza che va anche oltre il basket. Quindi, per bilanciare un po’ i toni, inizio con una critica all’organizzazione: un’Arena come quella di Panevezys, progettata per il ciclismo su pista, non è adatta ad ospitare la pallacanestro. Detto ciò, ieri poi siamo riusciti a sgattaiolare ed abbiamo visto la gara da una posizione invidiabile.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/-WK2bqWa5DmA/TmVXv-aTl7I/AAAAAAAAAHQ/ynVPVeTnBw0/s1600/DSCN0823.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="http://2.bp.blogspot.com/-WK2bqWa5DmA/TmVXv-aTl7I/AAAAAAAAAHQ/ynVPVeTnBw0/s320/DSCN0823.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649017789324957618" /></a><br /><br />Partita pazzesca. La Turchia si è dimostrata superiore per 3 quarti, con una rotazione di lunghi da favola ed una difesa contro la quale o non esegui (transizione) o se smetti di eseguire sei finito. I Lituani hanno sofferto a lungo, poi è cambiato qualcosa. Merito di coach Kemzura, che ha giocato le fasi finali con un quintetto superoffensivo e atletico, capace di cambiare sistematicamente in difesa, seppur perdendo in taglia ed intimidazione. Merito delle palle dei Kaukenas, Jasaitis, Songaila e compagnia, che nel finale hanno messo tutti i tiri importanti. Userò la parola “merito” anche per riferirmi alla decisiva e dubbia chiamata di doppio campo (che di fatto ha chiuso la gara) e l’infortunio di Tunceri, su cui tornerò. Perché per il momento voglio parlare del pubblico.<br />Quello che la gente lituana ha mostrato per quasi tutta la gara andava ben oltre il tifo: era amore. Un palazzetto verde che all’unisono urlava, applaudiva, respirava. Il tifo contro i Turchi, quando Ilyasova e Asik distruggevano la difesa lituana, sembrava la reazione di una mamma che difende i propri figli dai bulli. E i Lituani dimostrano questo amore anche mettendo mano al portafogli: il biglietto della singola partita, peraltro in un settore dal quale si vede solo metà del campo, costa quanto quello di un’intera giornata di partite, senza Lituania, ma in un buon settore. Allo stesso modo, la maglia da gioco della nazionale, con bandiera e scritte stampate, costa più del doppio (oltre 350 litas, un centinaio d’euro) della maglia della Francia, o della Germania, ma con scritte e bandiere cucite.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/-WIFHSiIzfbs/TmVYUQFIzJI/AAAAAAAAAHY/5UnzerNXb7I/s1600/DSCN0841.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-WIFHSiIzfbs/TmVYUQFIzJI/AAAAAAAAAHY/5UnzerNXb7I/s320/DSCN0841.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649018412543298706" /></a><br /><br />E mi piacerebbe poter dire che sia stato il troppo amore a causare la brutta reazione all’infortunio di Tunceri, ma sarebbe troppo facile. <br />I fatti: Kaukenas, raddoppiato, si gira di scatto e rifila una manata, ai miei occhi involontaria, al playmaker della nazionale turca, che stramazza al suolo. Nervosismo sulla panchina, nasce una breve discussione: Kaukenas, che immediatamente va a sincerarsi delle condizioni di Tunceri, viene avvicinato da un paio di Turchi, ma tutto si placa abbastanza velocemente. Intanto, il pubblico urla ritmicamente un verso simile a quello che gli idioti riservano ai calciatori di colore, qualcuno ride quando Tunceri sviene dopo aver provato a rialzarsi, mentre l’intera curva muove su e giù le braccia, i pollici rivolti verso il basso, in un gesto che sembrava la versione locale del “devi morire”. È stato brutto.<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-4j0Eyic2JsY/TmVY0hJOb7I/AAAAAAAAAHg/7dwcDR2L1xk/s1600/DSCN0846.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-4j0Eyic2JsY/TmVY0hJOb7I/AAAAAAAAAHg/7dwcDR2L1xk/s200/DSCN0846.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5649018966879662002" /></a>Comunque, è probabile che sia stato il pubblico decisivo anche nella già citata decisione sull’infrazione di campo, perché il piede sembrava quello del solito Kaukenas, Alla fine, delirio collettivo: canti, urla, abbracci, la fan zone piena di gente esultante, fuochi d’artificio e cori che si sono protratti fino alle 5 del mattino. Il tutto per una partita della fase a gironi. Non oso immaginare se dovessero vincere tutto.<br />Intanto, abbiamo lasciato Panevezys sotto un sole che spaccava le pietre.<br /><br />p.s. la manata, anzi, cazzotto involontario in faccia l’ho preso pure io, da un tifoso locale veramente entusiasta per un canestro segnato.<br />Unknownnoreply@blogger.com4