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domenica 17 aprile 2011

A caldo su Sassari-Roma

Gran finale di partita, che mi lascia alcuni spunti.

1) Traorè: st'anno ha fatto schifo, ha dovuto "imparare" a non fare passi, ma di gente che gioca così il post basso non ce n'è molta. Le difficoltà sono state evidenti anche fuori dal campo (complici anche delle dichiarazioni non troppo furbe del francese), ma fossi in Roma, ci penserei bene prima di scaricarlo.

2) Washington: la dimostrazione che nel basket serve il cervello.

3) Datome è diventato un giocatore.

4) Sassari: una squadra col manico. Una squadra di gente che, spettacolo a parte, sa tenere la testa dove deve stare quando la palla scotta. E nonostante il fischio errato su White, sono riusciti a fare le cose giuste negli ultimi secondi.

In ogni caso, partite del genere in Italia sono rare. Se il basket fosse sempre questo, tutte le questioni politiche andrebbero a farsi benedire: la gente non potrebbe non appassionarsi.

mercoledì 24 novembre 2010

Un nuovo (vecchio) Hackett

Lo scorso anno abbiamo seguito con preoccupazione la prima stagione di Daniel Hackett. Dopo una carriera universitaria di tutto rispetto a USC, l'Hackett visto lo scorso anno a Treviso era l'ombra di se stesso. Al di là delle scarse percentuali al tiro (non è mai stato un cecchino), quello che preoccupava maggiormente era l'aspetto mentale e caratteriale. Ricordo, perché vista dal vivo, un'imbarazzante prestazione contro la derelitta Martos, in cui non era riuscito minimamente a impensierire gente del calibro di Bonora ed Aprea, e soprattutto era sembrato nervoso, pronto a sobbalzare ad ogni errore ed ogni fischio contrario nonostante la Benetton conducesse agevolmente in quella che era per loro una semplice sgambata.
L'inizio di questa seconda stagione ha significato per il figlio di Rudy il ritorno a casa e una svolta decisa anche in campo. Tanti i minuti concessigli da Dalmonte, grazie anche all'assenza di Andre Collins: l'impatto è di primissimo livello. Primo italiano per punti segnati (12.8 di media, con il 61% da 3), quello che più ha impressionato in queste ultime partite è stata la leadership mostrata in campo. Contro Sassari è stato determinante, ha comandato i giochi, ha ripetutamente bucato la difesa sassarese innestando prontamente Lydeka. Soprattutto, l'approccio mentale è sembrato quello giusto: un anno fa, dopo aver sbagliato due liberi pesanti ricevuti grazie ad un antisportivo di Hubalek (su sua palla rubata, 7 contro Sassari, 2.8 in stagione), sarebbe andato in bambola, avrebbe commesso un paio di perse consecutive con tanto di logica sostituzione. Invece, questa volta, Daniel ha continuato ad amministrare il gioco e a smazzare assist. Anche se, effettivamente, le percentuali ai liberi durante la partita da quel momento sono crollate. Ma la carta di identità dice sempre 1987, e anche per questo non ci allarmiamo quando vediamo che sfiora i quattro falli di media a partita. Irruenza, spigolature di un gioco ancora in evoluzione. Così come quel tiro da 3 ancora da allevare.
Un giocatore determinante? Forse ancora no, ma intanto vi invito a riflettere su un dato. Pesaro è 4-2: in entrambe le sconfitte, Hackett è andato sotto i 10 punti (e finora è successo solo due volte), ha fatto registrare il suo high di palle perse (3) e in entrambi i casi non a messo a referto neanche un assist. Siamo ad inizio stagione e può essere ancora una coincidenza. Le prossime gare ci daranno conferme e smentite.

Nota a margine: era il 2008 quando pronosticammo lo sbarco in Europa di Othello Hunter. E con gioia vediamo un giocatore che cresce giorno dopo giorno. Il jumper dai sei metri, i piedi rapidi... in certi frangenti soffre la pesantezza dei dirimpettai, certo. Ma è forse il lungo più interessante sbarcato quest'anno.

venerdì 15 ottobre 2010

Piero Bucchi campione d'Italia



Ripartiamo da dove è finita lo scorso anno. Con riferimento alla stagione passata, troviamo l'AJ Milano in testa, seguita da Virtus Bologna e solo terza la Montepaschi. Però parliamo della Coppa Disciplina. Se invece guardiamo la classifica vera della regular season, i conti si chiusero così:

1. Siena
2. Caserta
3. Milano
4. Cantù
5. Bologna
6. Montegranaro
7. Roma
8. Treviso
9. Avellino
10. Pesaro
11. Varese
12. Teramo
13. Cremona
14. Biella
15. Ferrara

Rispetto all'anno scorso, le squadre non si sono prodigate in operazioni masochiste, tipo Roma e le sue molteplici ali piccole, o Treviso senza playmaker. Oddio, a dirla tutta a Milano un po' di fosforo mancherebbe. L'AJ parte con la speranza di vincere lo scudetto. Illusi, dico io, innanzitutto per il suddetto motivo, ma anche perché (a mio immodesto parere) Siena s'è addirittura rafforzata.
Senza squadre cenerentola, rispetto all'anno scorso la situazione per Poetry in Motion è la seguente:

RINFORZATE
Montegranaro, Treviso, Avellino, Caserta, Pesaro

STABILI
Bologna, Cantù, Teramo

SCOMMESSE
Siena, Roma, Cremona, Biella

IDIOSINCRASIE
Milano, Varese (leggi Charlie)

con le neopromosse Sassari e Brindisi sì con problemi di squadra corta (soprattutto Sassari) e pericolosità sotto (soprattutto Brindisi), ma che tutto sommato ci piacciono.
Con questo equilibrio, come prima più di prima la distanza tra playoff e zona retrocessione dipenderà dalle lune degli americani: con che testa va Monroe a Brindisi? Chi è meglio dei due Green di Cantù? Il backcourt di Pesaro? Per non parlare di Biella che affida le chiavi della squadra a un lunatico come Sosa…
Nel frattempo, diamo i nostri primi premi:

Colpo dell'anno: Bo McCalebb

Colpaccio: Marc Salyers

Colpo al cuore: Melli a Milano

Colpo con silenziatore: Je'kel Foster

Colpo con silenziatore 2: Jared Homan

Colpo con silenziatore 3: Valerio Spinelli

Colpo di culo: David Moss a Siena

Scommessa simpatia: Cremona che parla lingue dell'est

Miglior mercato: Avellino

mercoledì 29 settembre 2010

Campionato minore? Non siamo d'accordo

Se il campionato di LegaA si fa attendere, questa domenica - dopo il succoso antipasto della Coppa Italia (ottima idea, a proposito) - ha inizio un torneo di LegaDue che si prospetta molto interessante, con diversi giocatori, tanto italiani quanto stranieri, da tener d'occhio.

Non si può dire che Reynolds abbia paura
di attaccare il canestro...
Ma passiamo alle cose serie. Dunque, l'impressione è che molte squadre abbiano lavorato bene, e che si tratti di un campionato da seguire con attenzione. Iniziamo da Veroli, che si ripresenta ai nastri di partenza dopo la delusione patita nella finale con Sassari (che seguimmo sia dal vivo che in tv che sul blog, 1/2/3). I ciociari partono con una coppia di guardie di tutto rispetto: Anthony "Paola" Binetti ha spesso fatto pentole e coperchi lo scorso anno per sopperire alle bizze di Rowe, e sarà l'incaricato a fornire quelle dosi di fosforo che non sempre eccellono in Scottie Reynolds. L'ex Villanova può essere un crack assoluto a questo livello e si candida, se intatto fisicamente, ad essere tra i papabili per il titolo di miglior realizzatore. L'altro USA è Jarrius Jackson, altro esterno con punti nelle mani. Da loro due passa la stagione della Prima, che sotto i tabelloni si affiderà a due lunghi con mani docili anche da lontano come Gatto e Brkic.
Interessante anche Pistoia, che ha messo su una squadra che si prospetta molto valida. Filloy nella prima gara di coppa ha fatto vedere ottime cose, c'è il problema della discontinuità che si va a sommare a quella di un caratterino come Joe Forte, all'ennesima esperienza italiana. Vedremo come andrà. Valide anche le due ali, con Porzingis e soprattutto Fucka che con il suo tiro potrà aprire l'area per Varnado: l'ex Mississippi State in Coppa ha dimostrato di poter mettere su buone cifre offensive, ma Pistoia si aspetta molto dal punto di vista dell'intimidazione difensiva. Le stoppate non mancheranno.

Venezia, sotto la guida di coach Mazzon, si affida a giocatori di tutto rispetto: il bulgaro KeeKee Clark, un veterano della serie come Alvin Young e soprattutto Tamar Slay e DiGiuliomaria. Molto più a sud, Barcellona si affida a Hicks (ma che ci fa qua?) e Joe Crispin.
Usato sicuro per Rimini, che mantiene Scarone, prende Vukcevic e sottocanestro si affida a Quadre Lollis. Demian Filloy in LegaDue è un signor giocatore, e per le ambizioni dei Crabs molto dipenderà dal giovane Terrence Roderick e dal suo rapporto con un coach non facilissimo come Caja.
Boniciolli spiega lo schema "Triccaballacche" a Delonte.
L'americano osserva con sguardo sveglio.
Ho qualche dubbio su Udine, che si affida a giocatori scafati come Mathis e CJ Harrison, oltre ovviamente a JJ Williams. Il finnico Gerald Lee visto quest'anno nelle qualificazioni europee mi è sembrato un po' pippa, ma è un 1987 e quindi ci vuole pazienza.
Da seguire con attenzione anche Forlì, con coach Di Lorenzo che ha promesso un gioco d'attacco. Occhi puntati sull'idolissimo Wittman (ne abbiamo già parlato...) che però è arrivato non al meglio della condizione. A San Severo si nasce e si muore con McKay (miglior realizzatore dello scorso campionato ceco)  una vecchia conoscenza come Delonte Holland.
A margine, in Coppa si sono viste buone cose da Bruttini, Renzi (i rimbalzi però...) e il bel Cerella.

In chiusura, segnaliamo questo articolo di Hruby in cui non le manda a dire a Bonamico. E' incredibile come ogni pezzo del deus ex machina di Basketnet lasci l'impressione, anche quando potrebbe avere ragione, che prenda carta e penna per qualche secondo fine e per levarsi qualche sassolino dalla scarpa. La sviolinata finale a Renzi non aiuta a dissipare il sospetto.

domenica 13 giugno 2010

A1òòòò!

E chi l'avrebbe detto, dopo quella gara-1? Io sicuramente no, e basta vedere i post di qualche giorno fa. E invece sale Sassari, ed è una gran festa. La vince con un quarto quarto sontuoso, trascinata (e chi l'avrebbe detto, parte seconda) da Jason Rowe. Ma la capacità della Dinamo è stata quella di trovare punti non solo dai big three, con Vanuzzo da 17+8 (e 4/5 da 3) e gli 8 punti di Binetti. Di caricare di falli Gatto, mai entrato in partita, Rossi, e Hines, che ha chiuso con 20+6 ma non ha potuto incidere più di tanto in difesa.
Male Draper, male Nissim, a comandare il gioco è stato Rosselli (22+10). Veroli paga forse anche l'eccessiva sicurezza che circolava nell'ambiente, rinfrancata dalla netta vittoria in gara-1.
Sale Sassari, e probabilmente sarà un'estate lunga per la Dinamo. Ma con il basso livello della LegaA, basterebbero 3/4 innesti per avere una squadra in grado di lottare per salvarsi.
Nota a margine sulla solita Rai, che chiude il collegamento prima della premiazione, per mandare l'ennesima inutile replica.

martedì 8 giugno 2010

Frammenti di gara2

Sassari c'ha provato in tutti i modi a perdere questa partita, con una serie di imbarazzanti scelte offensive che hanno riguardato tanto Rowe quanto Kemp, e con il mancato tagliafuori di Hubalek su Gatto che ha mandato il 4 verolano in lunetta sul -2 a due secondi dalla fine, con l'occasione di arricchire ulteriormente il parziale di 13-0 con cui la Prima si era miracolosamente riportata in gara.
Ma si sa che tirare i primi liberi a due secondi dalla fine del match non è proprio una delle situazioni più piacevoli al mondo, e infatti Gatto ha sbagliato il primo e, di proposito, il secondo.
Vince Sassari, quindi, in una gara equilibrata e totalmente diversa da gara1. Diversa perché Kemp, cazzata clamorosa finale a parte, ha disputato un match totale: 30 punti, percentuali sopra il 50%, 7 recuperi e 8 falli subiti. Diversa perché Sacchetti ha avuto il coraggio di panchinare a inizio secondo tempo un Rowe deleterio, dopo una persa con tanto di fallo antisportivo. A quel punto Sassari è riuscita a costruire il suo parziale, riuscendo a trovare canestri importantissimi da Vanuzzo e Devecchi. Il folletto è rientrato a fine terzo quarto per un canestro sulla sirena, ma anche nell'ultima frazione ha convinto poco, e ha anche lui sulla coscienza una scelta scriteriata nel finale.
Un buon Hubalek, a parte il mancato tagliafuori su Gatto, ma mi sembra evidente che necessiti di giocare affianco a un rimbalzista.

Per Veroli da segnalare il solito Hines, potente e dominante, Draper sottotono ma ancora una gran gare di Nissim: fosforo tanto ma soprattutto coglioni, con le due triple nel finale che hanno riaperto il match.

lunedì 7 giugno 2010

Ciociaria coast to coast

Come detto qualche giorno fa, mi piace essere snob. E così, se l'Italia cestistica attende senza troppa ansia di conoscere chi avrà l'onore di essere battuta in finale da Siena, e se il mondo palpita davanti all'ennesima sfida tra Lakers e Celtics, io me ne frego (classico detto ciociaro) e mi faccio una bella scampagnata nel Frusinate, che culmina in Veroli-Sassari, gara-1 della finale promozione.
Grazie alla gentilezza della segreteria della Prima, riusciamo a comprare tre biglietti nella parte di tribuna dedicata agli ospiti. Il clima sarà comunque tranquillissimo e potevamo stare in qualsiasi parte del palazzetto di Frosinone. D'altra parte, il sassarese adottivo Simone non è noto per manifestare in maniera molto evidente le sue emozioni.
Ma alla partita arriviamo dopo. Prima il resoconto della giornata, che potete benissimo saltare.

Dunque, l'arroccata Veroli vince la palma di mvp della giornata. Paesino piacevole e rilassante, in fermento per l'evento. Tra l'altro, se il centro è arroccato, l'estensione del comune è ENORME, tanto che il ristorante che avevamo individuato (La Locanda del Brigante) è a 7/8km. Ma, come vedremo, Veroli si estende fino all'abbazia di Casamari.
Ristorante scelto un po' alla cieca. Trattasi di una classica trattoria a conduzione familiare. Antipasto nella norma, taglierini coi fagioli deludenti, ottimi invece i secondi (abbacchio allo scottadito e bocconcini di vitello al Trebbiano d'Abruzzo).
Dopodiché un salto all'abbazia di Casamari, con tanto di tabaccheria che si pregia del titolo di ricevitoria più vincente d'Italia, vantando nientemeno che una partecipazione a Porta a Porta. Apprendiamo inoltre con entusiasmo che a fine agosto si esibiranno Martufello e Luisa Corna per una due giorni che si preannuncia indimenticabile.
Dopodiché è indispensabile una tappa a Isola del Liri, cittadina bagnata appunto dal fiume Liri, che si contraddistingue per una bellissima cascata che è proprio nel bel mezzo del centro. Fattosta che le strade nelle immediate prossimità della cascata lasciano la forte sensazione di trovarsi di fronte ad un'occasione mancata. Sulla costa destra c'è il Municipio e un megaedificio in costruzione, che non preannuncia nulla di buono. L'altra riva è tra l'abbandono e il degrado, quando la si potrebbe tranquillamente riqualificare con un paio di locali e tavolini vista cascata.
L'improvviso temporale ci conferma che la Ciociaria non è baciata dal bel tempo, ma non ci ferma nel visitare Alatri con la sua acropoli. Affrettatevi se volete comprare libro e dvd che ripercorrono 60 anni di venerdì santo del paesello.
Di Frosinone è meglio che non parlo, che faccio un piacere alla città.

Il momento della partita, dunque. Spalti gremiti in ogni ordine di posti, e anche di più, visto che hanno pensato di far entrare gratis i bambini sotto i 12 anni e non sanno dove metterli. Per radio, dopo la partita, parlavano del grande calore del tifo, ma sinceramente ho visto di molto meglio. Colpa più del resto del palazzo che della curva, direi. Nutrita la rappresentanza sassarese. Purtroppo c'è anche Franco Lauro.
Come previsto, la Prima è nettamente superiore. Quello che non immaginavo è la pochezza di Sassari. Ok, si sapeva che tutto passa da Rowe, Kemp e Hubalek, ma la situazione non è delle più rosee. Innanzitutto, difensivamente siamo a livelli pessimi. La transizione difensiva è agghiacciante. Rowe non tiene Draper, Sacchetti mette Hubalek su Gatto e Vanuzzo su Hines, con il risultato che l'americano polipone prende in un amen tre rimbalzi offensivi. Veroli chiude con il 78% da 2.
In attacco Hubalek gioca un primo tempo sontuoso, poi viene dimenticato. Kemp è costretto a giocare di isolamenti. Tutto nasce, e di conseguenza muore, da Rowe. Me lo ricordavo ai tempi di Livorno, e già non mi piaceva, ma non mi ricordavo fosse così dannoso, almeno per una squadra che si sta giocando una promozione. I suoi punti li mette anche, ma nascono tutti da situazioni in cui prende la palla e tira. Non mette in ritmo nessuno. Ma nessuno proprio. Nella ripresa, come detto, Hubalek non vede un pallone, e per segnare decide che l'unica è prendere il rimbalzo e farsi un coast to coast. E' successo due volte. Lo stesso Kemp (nervosetto anche con gli arbitri) per mettere a referto i suoi punti deve andare a prendere palla dalla rimessa e giocarsela lui. Fatto sta che Veroli può permettersi il lusso di far riposare Hines per gran parte della ripresa e, quando la Dinamo torna a contatto, è di nuovo Rowe a mandare tutto all'aria con quattro (QUATTRO) perse consecutive.
Dall'altra parte, la Prima dimostra di essere una squadra pronta al grande salto. Draper, che Napoli aveva preso due anni fa prima di essere esclusa, e che nelle prime apparizioni in amichevole non mi aveva colpito più di tanto, ha giocato una gran gara non solo dal punto di vista realizzativo, ma soprattutto ha esercitato il controllo totale del match. Buon primo passo e anche mano calda da fuori. Nissim è stata un'ottima spalla.
Hines non coinvoltissimo, un po' frenato dai falli, ma ha portato a casa il suo solito mattoncino. Se da una parte Sassari si basa essenzialmente su tre giocatori (e basta, davvero basta... giusto qualcosina da Binetti che tra l'altro andrebbe coinvolto di più in regia, vedasi anche plus/minus di +6), Veroli è riuscita a far segnare chiunque. 17 di Gatto con il 70% al tiro, 10 di Gigena che fa 4/6, 13 per Foiera (!) con 5/6.

giovedì 3 giugno 2010

Che ci frega di Lakers-Celtics...





... noi c'abbiamo Veroli-Sassari!

ossia la sfida tra due pupilli del sottoscritto. A sinistra, per i sardi, Marcelus Kemp, 21+6 di media in questi playoff. A destra Kyle Hines, che veleggia a 18+10+3 stoppate e 3.7 recuperi! Mi spiace per Simone, sale Veroli in 4.