domenica 22 novembre 2009

Meglio tardi che mai

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Non abbiamo amato Charlie Recalcati, almeno quello degli ultimi tempi, e su questo blog ci sono un paio di post che lo testimoniano, basta fare una comoda ricerchina in alto a destra, che son pigro.
Nonostante questo, un paio di cose vanno dette, ora che (finalmente) è stato annunciato che non sarà più il commissario tecnico della nazionale italiana.
1) Recalcati va comunque ringraziato e apprezzato per aver spremuto al meglio un gruppo non di grandissimo talento, che ci ha portato al bronzo europeo e all’argento olimpico. Tutto quanto fatto dal 2005 in poi andrebbe invece gettato nel dimenticatoio, ma è un discorso troppo lungo per l’ora in cui sto scrivendo;
2) non si pensi - e ribadisco, non si pensi - che l’addio di Recalcati risolva di colpo i problemi del movimento cestistico italiano, che a dirla tutta c’erano anche quando la nazionale vinceva, e anzi nascondeva questi problemi.
E le soluzioni immaginate dalla Fip guidata dall’amico (di Recalcati) Dino Meneghin sembrano voler sfuggire al problema. Forzare l’utilizzo degli italiani è inutile se poi questi si dimostrano inadeguati o se c’è gente che per rispettare alla regola è costretta a tesserare Bonora o Rizzo, o ancora a portarsi in panchina in trasferta - come giocatore - l’assistente allenatore. Questa protezione dei giocatori italiani, che di conseguenza si trovano a chiedere cifre decisamente superiori al loro valore, danneggiando in questo modo le piccole, sono una soluzione “all’italiana” del problema. Cioè una non soluzione. Quali miglioramenti può portare al movimento la resurrezione di arzilli quarantenni o il tesseramento di ragazzini che non vedranno mai in campo?
Gli italiani bravi, se son bravi, giocano. A Biella sta esplodendo Aradori. A Roma Datome ormai è una certezza. Varese ha preferito prendere un piccolo come Reynolds come USA al posto di Slay visto che Martinoni ha dimostrato di poter tenere il campo. La Benetton non si crea problemi a schierare Hackett, Gentile, Sandri, De Nicolao.
Piuttosto, cerchiamo modi di promuovere il movimento. Obblighiamo i ragazzi della nazionale, in particolare i 3 USA ma anche quelli in cui i ragazzini possono immedesimarsi (Poeta, Rocca, Amoroso), a fare campagne di promozione nelle scuole. Creiamo una sinergia tra LegaA, LegaDue e A Dilettanti per lo sviluppo dei ragazzi. Ma non “coccoliamo” e premiamo dei giocatori mediocri solo perché italiani.

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