lunedì 26 settembre 2011

Retorica spicciola & soddisfazione

Uno si sforza a non essere retorico ma non ci riesce.
Eravamo in tanti ieri. Più di quanti potessi augurarmi. E quando il capitano, Simone Gatti, ha messo la tripla del 3-0, il palazzetto è esploso, gli ultras hanno lanciato la carta in campo, ed è stato come se anni di tristezze, delusioni e illusioni fossero state spazzate via. Maione, Papalia, Cirillo. Farse e fallimenti, tutte cancellate da una palla che entrava nella retina.
Non è stata una gara semplice, ma non si poteva perdere.
E si è chiusa come si è aperta, con Simone a colpire da fuori e il PalaBarbuto ad esultare. E noi più di tutti, perché mesi di lavoro si erano concretizzati ed ora eravamo là, sopraffatti dalla fatica e dalla tensione, a vedere quella palla schiaffeggiare la retina.

(foto di Pier #31)

domenica 25 settembre 2011

Emozione e tensione

Oggi comincia una nuova avventura. C'è un pubblico da riconquistare dopo tre fallimenti e numerose farse.
C'è un palazzetto da riempire. C'è un campionato da onorare.
Un'avventura nata quasi per caso pochi mesi fa, tra lo scetticismo e le perplessità anche di chi l'aveva lanciata.
Piano piano quello che sembrava un sogno irrealizzabile è andato delineandosi. I dubbi son diventati certezze. Le speranze si sono consolidate.
In bocca al lupo ai ragazzi, in bocca al lupo ai tifosi, in bocca al lupo soprattutto a chi ci ha creduto dall'inizio. E in bocca al lupo a me.

martedì 6 settembre 2011

Cronache dagli Europei


1/9/2011

ore 14:00 – devo riordinare le idee e procedere con ordine, perché dal viaggio di ieri ad ora di cose da raccontare ce ne sono. Quindi procedo con ordine e inizio a dare le coordinate spazio-temporali del mio racconto. I protagonisti siamo io, che vi scrivo, e Simone, che talvolta sarà chiamato “La Meravigliosa” per via della sua classe cestistica cristallina ed una certa affinità con Francesca Zara.
Vi scrivo della fan-zone adiacente all’Arena di Siauliai, dove sta per iniziare la seconda giornata del girone B di Eurobasket, che vede coinvolti i nostri azzurri. La mia cronaca, però, parte da ieri (31/8), giorno in cui La Meravigliosa ed io abbiamo lasciato Riga per far volta a Siauliai, appunto (pronuncia Scioulè).
Il viaggio accade in un minibus da 16 posti. Simone ed io, seduti in ultima fila come i fighi delle gite scolastiche, abbiamo scambiato quattro chiacchiere in inglese surreale con un lituano che apprezzava troppo il Balsamo Nero, 45 gradi di amore amaro.
Le strade baltiche sono pessime e gli autisti piuttosto allegri.
Arriviamo a Siauliai alle 19:50, in orario, e raggiungiamo in taxi il fan camp, campeggio provvisorio allestito per accogliere i tifosi. La cosa è gestita da volontari (e volontarie) molto gentili. Sbrigate le formalità dell’arrivo, scopriamo che i nostri vicini di tenda sono due crucchi con cui leghiamo immediatamente, complice un beverone di vodka ed un noto energetico di cui i due mangiacrauti sono piuttosto forniti.
Si fa ora, tra un sorso e l’altro, di partita e tutti insieme allegramente si va a vedere la Lituania giocare contro la Gran Bretagna, in un centro commerciale. Ossia l’unica “attrazione” nei dintorni del campeggio, che sorge non lontanissimo dall’Arena, ma nel mezzo del nulla.
Mi sento di confermare il luogo comune per il quale guardare una partita di basket della Lituania in Lituania, sia come guardare una partita di calcio molto sentita in Italia.
Le cose degne di nota della serata sono state: la scortesia dei gestori del pub nel centro commerciale, la sensazione che le birre lituane siano migliori di quelle lettoni (a loro volta migliori delle estoni), un paio di cameriere ed il coro che alcune voci bianche presenti tra gli avventori intonano dopo la vittoria.
I tedeschi ci provano con le cameriere, due di picche neanche quotato, si torna in campeggio. Che si fa, che non si fa, c’è una festa nella discoteca del centro commerciale di cui sopra. Dopo un altro beverone, andiamo: La Meravigliosa, io ed i due adepti di Nowitzki risultiamo gli unici presenti. Chiacchieriamo con lo speaker (“che ci consigli di fare stasera?” “mmm..masturbatevi”), torniamo in campeggio, raccattiamo due volontarie dirette in centro e andiamo con loro. È l’una circa.
Siauliai è la quarta città della Lituania, ma sembra un enorme paese, con 150.000 abitanti, poiché si sviluppa quasi interamente lungo una strada principale: potete immaginare quanto sia lunga. Camminiamo chilometri, tutto chiuso. Scoraggiati torniamo in taxi.
La notte passa, tra il terreno duro e la pioggia, battente, costante di questi giorni baltici.
Il campeggio è ricavato nel cortile di una palestra, all’esterno della quale sono stati disposti dei bagni chimici. La colazione è spartana (“comunista”, per dirla alla Simone), mentre nella palestra inizia l’allenamento della prima squadra locale, che gioca la Lega Baltica e nella quale milita quell’idolo di Mindaugas Zukauskas. È stato bello vederlo.
Il resto della mattinata consiste di un giro in centro, nel quale abbiamo potuto dare a Siauliai il titolo di “Capitale Europea della Gonna Corta”, ed una visita alla suggestiva Collina delle Croci. Poi, sempre sotto la pioggia, ci muoviamo verso l’Arena; la fan zone ha una serie di playgrounds dove potremmo dimostrare tutte le nostre capacità, ma non lo facciamo, ed un maxischermo dove proiettano le migliori partite della giornata. Alle 21, secondo voi c’è la Lituania o l’Italia?


ore 17:00 – a caldo dopo Serbia – Lettonia
- tutto sommato una vittoria non proprio agevole della Serbia
- Savanovic è una bestia
- Ivkovic ha aperto troppo presto le gabbie ed il secondo quintetto serbo non è riuscito mai a reggere
- Janis Blums ha sempre le palle cubiche
- nel palazzetto c’è una bella atmosfera; i giocatori sono tutto sommato vicini; tra i tifosi, i lettoni coloratissimi la fanno da padroni, molti i tedeschi, venuti ad adorare il loro dio ed una serba maggiorata
- prima di Francia-Israele ci chiediamo: Tony Parker è veloce come sembra in tv?



ore 19:20 – garbage time di Francia-Israele
La Francia impressiona soltanto per i nomi (e per la fidanzata di Ali Traorè), ma ha chiuso i conti soltanto quando Parker, che è veramente veloce, e Batum hanno deciso di salire di livello. Anche se, a dirla tutta, il leader mi sembra Diaw, che in campo non sta mai zitto e che sta assumendo le fattezze di un Charles Barkley.
Israele è pochissima roba, ma è davvero buono il neoacquisto di Treviso Mekel: dà sempre l’impressione di essere in controllo.
Qua ha rotto il continuo ricorso agli stacchetti, dato che ad ogni fallo o sostituzione parte un jingle. A proposito di musica, noi di Poetry in Motion prendiamo le distanze dalla mentalità dilagante che vede la donna come oggetto e la vàluta soltanto in base a canoni estetici: per questo motivo, Simone ed io facciamo i complimenti alle ballerine del Lietuvos Rytas solo e soltanto per la loro bravura.
In conclusione, nell’attesa della probabile sconfitta con la Germania, chiudo con un suggerimento: mai discutere con un tedesco, su chi sia il più grande giocatore europeo di sempre. Soprattutto se il tedesco non sa chi sia stato Drazen Petrovic.














ore 22:40 – 62 punti. E noi dobbiamo due birre ai crucchi.



2/9/2011

ore 10:50 – dall’autobus per Panevezys, dopo una notte insonne
Il terreno era più duro del solito e l’umidità picchiava: in tenda un poco piacevole vento freddo soffiava sulle nostre facce assonnate (e deluse, la birra ai crucchi proprio non volevamo offrirla).
Alle 6 di questa mattina una fitta nebbia avvolgeva il nostro campeggio; ora c’è uno squarcio di sole, ma abbiamo imparato a non fidarci.

ore 14:10 – siamo nella fanzone di Panevezys, del tutto simile a quella di Siauliai. Le città invece sono piuttosto diverse: rispetto a” Panevezys, che comunque è la quinta della Lituania, Siauliai è molto più “occidentale”. Ed è quanto dire. Si sente forte l’aria di Unione Sovietica; le donne indossano foulard attorno al volto, l’inglese non esiste, alla stazione le informazioni te le scrivono su post-it anziché dirtele a voce. E non abbiamo visto gonne corte.
Il campeggio è carino, sempre nel mezzo del nulla. Gli spagnoli sembrano la maggioranza, ma abbiamo trovato vari polacchi e qualche inglese. Non pervenuti i portoghesi, eccetto uno che girava in bici per il centro città.
Nota negativa: la reception del fan camp, non proprio simpatici.
Nota positiva, molto positiva: siamo riusciti a trovare i biglietti per Lituania-Turchia.






ore 17:40 – reduce dalla partita della Spagna.
Oddio, esibizione più che partita. La cosa rimarchevole (forse l’unica assieme ad un passaggio al volo di Marc Gasol, dal post medio, per un lay up di Felipe Reyes) è stata poter guardare tutto il secondo tempo a bordo campo, sfruttando l’assoluta vuotezza dell’Arena di Panevezys.
È stato bello avere così vicine certe facce viste sempre attraverso uno schermo. A proposito, su Pau Gasol c’è fallo ad ogni azione.
Ora Simone ed io siamo nuovamente nella fan zone, sul maxischermo c’è la partita dell’Italia appena iniziata. Nuvole nere si accumulano sulla nazionale, ma soprattutto su di noi: dopo una giornata di sereno, era scontato che minacciasse pioggia appena fuori dall’Arena.



ore 20:35 – in attesa di Lituania – Turchia, due parole sull’Italia:
1) Bargnani è uno dei pochi giocatori che riesce a non convincere (convincermi?) del tutto anche quando fa 40 punti
2) Perché nel playbook dell’Italia non sono previste situazioni di ricciolo per Belinelli? È vero che non abbiamo i bloccanti adatti, ma almeno lo terremmo lontano dalla palla (anche se, a dirla tutta mi sembra che con la Lettonia si sia dato un po’ una regolata)
Comunque, ora chiudo perché stanno entrando in campo quelli bravi. L’unico “piccolo” contrattempo, abbiamo dei posti del cazzo e ci tocca sgattaiolare da qualche parte.

P.s. che poi Bargnani ha deciso sì la gara, ma con una stoppata.



3/9/2011

ore 9:50 – dall’autobus per Vilnius
Simone ed io cerchiamo di riordinare le idee dopo la partita di ieri, o meglio, un’esperienza che va anche oltre il basket. Quindi, per bilanciare un po’ i toni, inizio con una critica all’organizzazione: un’Arena come quella di Panevezys, progettata per il ciclismo su pista, non è adatta ad ospitare la pallacanestro. Detto ciò, ieri poi siamo riusciti a sgattaiolare ed abbiamo visto la gara da una posizione invidiabile.



Partita pazzesca. La Turchia si è dimostrata superiore per 3 quarti, con una rotazione di lunghi da favola ed una difesa contro la quale o non esegui (transizione) o se smetti di eseguire sei finito. I Lituani hanno sofferto a lungo, poi è cambiato qualcosa. Merito di coach Kemzura, che ha giocato le fasi finali con un quintetto superoffensivo e atletico, capace di cambiare sistematicamente in difesa, seppur perdendo in taglia ed intimidazione. Merito delle palle dei Kaukenas, Jasaitis, Songaila e compagnia, che nel finale hanno messo tutti i tiri importanti. Userò la parola “merito” anche per riferirmi alla decisiva e dubbia chiamata di doppio campo (che di fatto ha chiuso la gara) e l’infortunio di Tunceri, su cui tornerò. Perché per il momento voglio parlare del pubblico.
Quello che la gente lituana ha mostrato per quasi tutta la gara andava ben oltre il tifo: era amore. Un palazzetto verde che all’unisono urlava, applaudiva, respirava. Il tifo contro i Turchi, quando Ilyasova e Asik distruggevano la difesa lituana, sembrava la reazione di una mamma che difende i propri figli dai bulli. E i Lituani dimostrano questo amore anche mettendo mano al portafogli: il biglietto della singola partita, peraltro in un settore dal quale si vede solo metà del campo, costa quanto quello di un’intera giornata di partite, senza Lituania, ma in un buon settore. Allo stesso modo, la maglia da gioco della nazionale, con bandiera e scritte stampate, costa più del doppio (oltre 350 litas, un centinaio d’euro) della maglia della Francia, o della Germania, ma con scritte e bandiere cucite.



E mi piacerebbe poter dire che sia stato il troppo amore a causare la brutta reazione all’infortunio di Tunceri, ma sarebbe troppo facile.
I fatti: Kaukenas, raddoppiato, si gira di scatto e rifila una manata, ai miei occhi involontaria, al playmaker della nazionale turca, che stramazza al suolo. Nervosismo sulla panchina, nasce una breve discussione: Kaukenas, che immediatamente va a sincerarsi delle condizioni di Tunceri, viene avvicinato da un paio di Turchi, ma tutto si placa abbastanza velocemente. Intanto, il pubblico urla ritmicamente un verso simile a quello che gli idioti riservano ai calciatori di colore, qualcuno ride quando Tunceri sviene dopo aver provato a rialzarsi, mentre l’intera curva muove su e giù le braccia, i pollici rivolti verso il basso, in un gesto che sembrava la versione locale del “devi morire”. È stato brutto.
Comunque, è probabile che sia stato il pubblico decisivo anche nella già citata decisione sull’infrazione di campo, perché il piede sembrava quello del solito Kaukenas, Alla fine, delirio collettivo: canti, urla, abbracci, la fan zone piena di gente esultante, fuochi d’artificio e cori che si sono protratti fino alle 5 del mattino. Il tutto per una partita della fase a gironi. Non oso immaginare se dovessero vincere tutto.
Intanto, abbiamo lasciato Panevezys sotto un sole che spaccava le pietre.

p.s. la manata, anzi, cazzotto involontario in faccia l’ho preso pure io, da un tifoso locale veramente entusiasta per un canestro segnato.

domenica 4 settembre 2011

Diario degli Europei: introduzione

Vi confesso che all'appuntamento degli Europei non sono andato troppo preparato. Sia il lavoro, sia la vacanza, strano a dirsi, mi hanno entrambi tenuto lontano dalla pallacanestro estiva. Non ho visto nessuna amichevole dell'Italia, a stento conoscevo i nomi delle ultime qualificate. Ma la concomitanza con alcune situazioni personali favorevoli aveva reso il tutto molto appetibile e non appena ho avuto la disponibilità, assieme con un amico ho comprato alloggi e biglietti, inserendo gli europei in un tour delle capitali baltiche.
Quello che pubblicherò nei prossimi giorni è il resoconto di due giorni di intensa pallacanestro, il primo settembre quando l'Italia ha affrontato la Germania di Nowitzki, il due settembre (altra città altro girone), dove il mio compagno di viaggio ed io abbiamo avuto l'opportunità di guardare la Spagna ed assistere a Lituania-Turchia.
Il mio intento era quello di descrivere non tanto quanto avveniva in campo, quanto l'atmosfera intorno a questa manifestazione. Però, si sa, tra il dire e il fare c'è di mezzo e il.
Tra oggi e domani finisco la trascrizione e l'edit di quanto scritto, poiché i miei potentissimi mezzi tecnologici mi hanno consentito soltanto un bloc notes ed una penna (verde). Per cui già domani potrebbe essere online la prima parte.
Intanto, dopo l'eliminazione dell'Italia della quale non voglio parlare, sebbene non ci sia nulla da celebrare metto quassù il tormentone dei miei giorni lituani..