giovedì 6 agosto 2009

Cronaca semiseria di una conferenza stampa semiseria

Alla fine basketblog c’era alla prima conferenza stampa napoletana di Gaetano Papalia. Ecco la cronaca minuto per minuto. Per chi volesse risparmiarsela, un bignami delle cose serie. Ancora non si sa chi sono gli sponsor, ancora non si sa chi è l’allenatore (a leggere basketnet sembra Marcelletti, un casertano, mossa che farà decisamente storcere il naso ai napoletani). L’impressione, neanche tanto nascosta dalla società, è che Papalia voglia rivendere il tutto tra 2/3 anni, appena (se) il valore sarà aumentato. Lui è sembrato abbastanza onesto e aperto al dialogo, forse anche troppo per la realtà in cui si verrà a trovare.


16.05: Arriva Papalia accompagnato da una notevole cavalla bionda. Si scusa per il ritardo, ma l’autista aveva sbagliato uscita ed era finito a Rieti.
16.08: Con l’arrivo di maui (corpulento tifoso noto per il suo presenzialismo, ndr per i non napoletani) l’elenco delle personalità si completa.
16.11: Arriva l’assessore Ponticelli, che del suddetto elenco dicono non facesse parte. Intanto maui approccia con la mia ragazza promettendo l’ingaggio di Jumaine Jones. Che ha già firmato per Caserta.
16.17: Papalia inizia a parlare, finirà due ore più tardi. Non c’è nulla di provvisorio nel trasferimento della società, si è tenuto conto di tutte le possibilità alternative. Con le istituzioni c’erano già stati 1/2 colloqui durante l’anno per capire la fattibilità dell’operazione. Fa capire inoltre che, se il trasferimento della società è definitivo, lui è lì provvisoriamente.
16.20: Inizia il giro di scommesse sul prosieguo della conferenza. La mancanza di notizie concrete è data a 1.03.
16.21: L’eloquio di Papalia non è il massimo della vitalità. Si iniziano a notare sconocchiamenti tra la folla.
16.22: Un breve excursus storico su chi erano i fratelli Sebastiani.
16.23: “Ho bussato io a Napoli”.
16.24: “Maione ha fatto bene ed è stato bravo. Ha fatto il passo più lungo della gamba, come me a Rieti”. Un lungo brivido percorre la schiena dei presenti.
16.25: L’obiettivo è la permanenza in serie A.
16.26: Papalia ribadisce: “Io sono sperimentale, l’impegno della società invece è stabile”.
16.27: Le maglie avranno colore azzurro.
16.28: Si cercherà di baskettizzare la regione. Entro la prossima primavera ci saranno 30 playground in tutta la regione. Si attende promessa di un milione di posti lavoro.
16.29: “La squadra sarà un vettore di promozione turistica, in trasferta porteremo uno stand che promuova le eccellenze del territorio”.
16.35: “Dobbiamo capire il budget quale sarà”.
16.43: Più di mezz’ora di fumo. La conferenza stampa ideale per il mio amico pappice.
16.48: La prima scottante rivelazione della conferenza stampa. “Prima della guerra mio nonno aveva il bar Papalia al rettifilo, ben otto vetrine”.
16.51: Arriva l’annuncio del primo acquisto: Varenne.
16.54: Ancora Papalia: “L’unica persona in cui ho fede è Alfredo Ponticelli”. Risate in sala.
16.55: “Un’azienda importante sponsorizzerà il palazzetto”.
16.58: Arrivano le prime contestazioni degli ultras dopo la proposta della creazione di un museo della cioccolata in caso di sponsor legato a quel settore.
17.01: Prende la parola Ponticelli: “Maione è stato un grande presidente”.
17.03: Ancora Ponticelli: “Papalia per me è un grande presidente”. Secondo brivido freddo.
17.04: “Mi ha convinto l’idea di un progetto triennale”. La fiera del dejà vu.
17.08: Ponticelli scatenato: “Sono abbastanza ottimista in merito all’inizio dei lavori di ricostruzione del Mario Argento”. I facepalm in sala si sprecano.
17.11: Manfredo Fucile ammette di sentire una forza dentro che neanche lui sa come (cit.)
17.13: Stavamo prendendo il titolo di Scafati, ma in una notte hanno ripianato i problemi.
17.15: Dibattito con tifosi che si lamentano del mancato cambiamento del nome e del logo. Dicono che loro non hanno nulla da dimostrare, parleranno i fatti. Papalia dice che li capisce e dà vita a un fitto scambio di opinioni.
17.40: Via alle domande della stampa. Un giornalista, che precedentemente aveva avuto un colpo di sonno, chiede quali saranno budget e obiettivi.
17.42: Ponticelli chiede se può andare via “per impegni istituzionali” (gioca il Napoli). Nessuno se lo fila.
17.45: Tre ipotesi per l’allenatore, due sono italiani uno americano.
17.47: Con Sorrentino ci sono contatti, si proveranno a prendere altri napoletani in seguito a provini.
18.00: Termina la conferenza stampa, Papalia è ancora là a parlare. Credo sia lì tuttora.
18.02: Maui auspica l’arrivo di Flamini (che ha firmato per Pesaro), Monroe e Jumaine Jones (come già detto, Caserta).

martedì 4 agosto 2009

Qualcosa si muove

La novità è che c’è un sito, che riporta l’annuncio di una conferenza stampa - aperta anche ai tifosi - in cui la società si presenterà alla città. Sfiga vuole che basketblog rischia di non esserci, causa impegni di lavoro. Hanno beccato proprio la giornata sbagliata. Ma niente paura, siamo in trattative per avere un’inviata speciale in loco.

mercoledì 29 luglio 2009

Considerazioni sparse - Mercato Globale

Strana questa estate del basket, e non solo per gli appassionati di Napoli. Sulla questione NSB Vitor ha già detto tutto: la cosa che però mi lascia più perplesso è il silenzio sotto cui passa la vicenda. Io vivo a Milano, e se non fosse stato per amici e qualche forum, probabilmente non avrei neanche saputo del trasferimento.
E vabbè che il basket è uno sport minore, ma si parla sempre di due squadre di LegaA…. mi piacerebbe solo sapere se i media ignorano la questione perché “chissene del basket” o per via dei contorni poco chiari della manovra. Perchè di certo c’è chi non ne fa una bella figura.
Intanto si va avanti? Forse, ma sempre sotto silenzio.


In Italia comunque il mercato mi sembra differenziarsi dal canovaccio degli anni passati: tutta la storia sulle quote, ovviamente, non favorirà i giocatori nostrani, a meno di clonare quelli buoni. La cosa positiva però è che il mercato inizia a parlare Europeo. Buoni gli acquisti lituani di Milano, importante Akyol ad Avellino, Treviso deve risolvere la grana Kalnietis e molto bene anche Cantù e Montegranaro (anche se non sono un estimatore di Frates). Manco a dirlo però, se ai più forti aggiungi Zisis e Hawkins… In ogni caso li vedo ancora carenti in tonnellaggio per aspirare all’Eurolega: Mancinelli e Will McDonald per avere speranze di vincere.
Ah, si diceva che Marcus Brown avrebbe offerte dall’Italia: sarebbe bello rivederlo da queste parti. Chiudo con Roma: qualcuno mi spieghi perchè vogliono una guardia da quintetto da affiancare a Jaaber.


Per quanto riguarda la situazione europea, sono sempre in attesa della bomba dell’Olympiacos: mi piacerebbe prendessero Nate Robinson (perchè giustamente nel ruolo di play sono scoperti) per vedere lo spogliatoio implodere. Intanto hanno lasciato andare uno di quelli che non dovevano lasciare andare, Printezis, che sostituirà lo sperone Haislip. Siamo in attesa anche del colpo del Real Madrid (Prigioni? Rubio? operazione nostalgia con Wally? Duncan, magari, per non essere da meno alle meregues del calcio) e del Barcellona, che ha visto dimezzarsi la frontline causa NBA. A questo punto o si scateneranno aste selvagge sui pochi lunghi europei rimasti, o non sono da escludere altre manovre alla Childress, perchè a bocce ferme il Pana sotto canestro è troppo superiore a tutti gli altri.


A proposito di lunghi, in Nba si è formata la front-line più bella di sempre. No, non parlo di Nowitzki e Tim Thomas. Se Odom lascia i Lakers, nonostante RonRon, Boston diventa la naturale favorita.
Shaq ai Cavs ha un senso solo mediatico: in difesa può scombussolare quella che era una macchina quasi perfetta, resa ancora migliore dall’acquisto di Moon che dirotta James su quei 4 (alla Lewis) che Varejao non poteva inseguire sul perimetro. Il fatto è che Shaq non solo si esclude da un quintetto veloce con 4 esterni, ma toglie anche spazio alle penetrazioni di James, non essendo di certo un pericolo fronte a canestro come Z.
Interlocutoria Orlando, che sulla “carter” portebbe essersi rinforzata. Ottimo Miller a Portland, resta Boozer (oltre al suddetto Lamarvelous diretto verso Miami) l’ultimo giocatore con le valigie in grado di spostare un po’ gli equilibri.

martedì 28 luglio 2009

Noi si attende, però…

… voglio dire, abbiamo aspettato un anno senza basket, figuriamoci se non aspettiamo qualche settimana. Però dal giorno della decisione della Fip ormai son passati dieci giorni. Papalia ha fatto una conferenza stampa piuttosto calda a Rieti, per comunicare le motivazioni della sua decisione, incentrate su questioni finanziarie e politiche. Ma la società a Napoli non è stata ancora presentata. C’è qualche vocella di mercato, ma restano sussurri e indiscrezioni probabilmente inventati da chi non ha e non sa che scrivere, perché al momento c’è veramente poco di cui scrivere.
Per il mercato c’è ancora un mesetto, per l’inizio ideale di un ritiro ci sono ancora tre settimane. Capisco che creare praticamente da zero una società sia difficile, però l’ideale sarebbe iniziare agosto con le idee chiare. Non che non possano già esserlo, ma sarebbe carino comunicarle a tifosi e addetti ai lavori, con una conferenza stampa in cui si comunichi chi sponsorizzerà la società, e da chi sarà composta.
Non per qualcosa, ma almeno per andare in vacanza con qualche ombra in meno.

domenica 19 luglio 2009

Una nuova erA

Questo blog è nato monco. Era appena finito il campionato, e già si sapeva che sarebbe stata una dura estate per il Napoli basket. Le cose sono poi evolute nella maniera peggiore, con l’esclusione dai campionati. In questo mese, il basket - che per me e credo anche per Dis/Impegno per il quale mi permetto di scrivere in attesa di un suo intervento rappresenta uno sfogo insostituibile, quasi una ragione di vita - è diventato qualcosa di quasi asettico, che la solo la passione per una squadra, e il suo allenatore, hanno tamponato, seppure a fatica.
Contro ogni aspettativa, per chi si era rassegnato a vedersi privato della sua gioia settimanale dell’andare al palazzetto un’ora prima della palla a due e andarsene un’ora dopo la sirena finale, questo inferno è durato meno di un anno.


Premessa: l’operazione che ha portato Rieti a Napoli, provvisoriamente (mah) o meno, non mi è piaciuta. Per niente. E’ stata condotta con grande efficacia da Papalia e dalle istituzioni napoletane (una volta tanto), ma scippare una squadra a un’altra città è orribile. Soprattutto se questa città è Rieti, che ha sempre vissuto il basket con passione, e soprattutto dopo la favola vissuta nell’ultimo anno dalla Sebastiani. Quindi, la solidarietà ai reatini è d’obbligo.


Detto questo, vanno affrontate a mio avviso due questioni, uno a livello nazionale, e una che riguarda la futura squadra.
Iniziamo dalla prima, che non può non riguardare il movimento cestistico. In un giorno sono sparite tre piazze storiche: Fortitudo, Livorno e Rieti. Probabilmente Meneghin è troppo concentrato a volere un italiano in più per ogni squadra e a rinnovare il contratto a Recalcati, che proprio ieri ci ha regalato l’ennesima figura di merda contro i rincalzi della Repubblica Ceca, per soffermarsi su quante piazze che hanno fatto la storia del basket spariscano ogni anno, in aggiunta ad altre il cui nome magari può dire poco, ma son sempre pezzi di movimento che muoiono. Le nuove regole, quelle dell’italiano in più, appunto, peggiorano ulteriormente la situazione, perché gli italiani buoni sono pochi, costano parecchio e quindi vanno dalle solite note, mentre le altre si devono accontentare dei Rizzo e dei Monti o di imberbi.
Verrebbe quasi da sperare che la spaccatura tra Fip e Lega diventi definitiva, in modo da consegnare a quest’ultima la regolamentazione del gioco, evitando casi di esclusione come quello avvenuto con Capo d’Orlando lo scorso anno, o trasferimenti farlocchi come quello di Rieti a Napoli.


Passiamo ora alla nuova società. La prima speranza sarebbe quella di non sentire balle. Non so quanto sia sincero Papalia. Effettivamente, rispetto a Maione, ha sempre ribadito che lui non ce l’avrebbe fatta, ha sempre chiesto aiuto. Poi magari ha agito sottobanco per salvaguardare i suoi interessi, ma questa onestà credo che gli vada riconosciuta, diversamente da un Maione che parlava di sedersi al tavolo delle grandi mentre i ragazzi in campo facevano 24 secondi di sciopero per i mancati pagamenti, c’era chi non aveva la luce in casa…
Quindi, l’ideale sarebbe essere sempre chiari.


Per ipotesi tecniche bisognerà vedere quali saranno effettivamente gli sponsor e quanto porteranno in cassa. Chiaro che è una cosa è Original Marines, un’altra Carpisa. Una cosa Lete, un’altra Ferrarelle. Un GM fondamentale è d’obbligo, e bisognerà recuperare il tempo perso finora. Come allenatore c’è Finelli che s’è appena liberato dalla Fortitudo. Nel caso non fosse disponibile, ridarei la chance che il povero Maurizio Bartocci ha perso un anno fa. In quest’anno ha dimostrato a Scafati, con un miracolo negatogli da (ancora!) “mal di schiena”, che può fare grandi cose. E con Bartocci, non mi spiacerebbe rivedere da queste parti un play puteolano. Insomma, una Napoli “napoletana”. Otto giocatori: tre americani (Christmas, ex Temple, sarebbe ottimo, e mi piacerebbe rivedere anche Forbes, più un lungo), un italiano da quintetto (Spinelli), un comunitario. In panchina un play comunitario, un 2/3 (dovrebbe essere sotto contratto Mario Gigena), e un 4/5. Due vecchietti e qualche giovane.

giovedì 9 luglio 2009

Silenzio stampa

Si spera per poco. Ci son voci su Napoli, vedremo a breve se sarà una bufala o meno.

sabato 27 giugno 2009

Post-Draft 2009

Smaltita la delusione per essermi perso il draft, vediamo un po’ cos’è successo. Alla prima i Clippers hanno scelto Griffin, e si sapeva che sarebbe andata così. Giocatore atletico, in grado di mettere da subito punti e rimbalzi a referto, col tempo si costruirà un range di tiro migliore. I Grizzlies decidono di andare da Thabeet e questo la dice lunga sulla povertà di questo draft. Bel difensore, il tanzaniano è alto alto e con senso della stoppata ma offensivamente siamo allo zerovirgolauno e ha dimostrato di soffrire i lunghi di stazza Ncaa, figuriamoci quelli Nba. Alla tre i Thunder prendono Harden: gran bella scelta, l’ex Arizona State è una guardia completa offensivamente e in grado di fornire quegli istinti di regia che la PG attuale, Westbrook, non ha. Westbrook, Harden, Durant, Green: a questa squadra manca solo un lungo devastante a rimbalzo per iniziare a dare parecchio fastidio.
Alla 4 prima sorpresa: i Kings scombinano il draft di metà delle franchigie, perché anziché su una delle tante PG tradizionali di questo draft vanno su Tyreke Evans, combo/guard che nel dubbio preferisce buttarsi dentro e tirare. Avendo già un esterno realizzatore come Martin, forse conveniva puntare su Rubio o Flynn. Ecco, Minnesota nel dubbio prende entrambi. Perché dannazione, perché? I Timberwolves hanno due dei migliori prospetti di quest’anno, possibile che Ricky saluti presto.
Alla 7 i Warriors vanno su Curry, bene ma Monta Ellis? Hill con D’Antoni va bene, Hansbrough forse scelto un po’ altino ma sono suo fan e quindi va bene. I Pistons vanno su Daye, la versione offensiva e anoressica di Prince, che già è magro di suo. Troppo in alto.
Bella presa di Denver (via Minnie, che aveva preso ancora un play): Lawson può essere un ottimo cambio per Billups. Stessa cosa per i Jazz (Maynor come cambio di Williams) e gli Hornets (Collison benissimo al posto di Paul, anche se non so quanto riuscirà a vedere il campo). Bene anche gli Hawks con Teague, che può coesistere sia con Crawford che con Joe Johnson: scontato a questo punto l’addio a Bibby. Dallas prova a investire su Beaubois, sperando sia un nuovo Tony Parker, prendendolo in una trade che manda Mullens (non è il feroce rimbalzista di cui parlavo prima) a OKC. Gibson ai Bulls vuol dire ciao a Tyrus Thomas, Carroll a Memphis vuol dire ciao ad Hakim Warrick. Bene i Twolves nella quarta scelta al primo giro con Ellington, una signora SG.


Nel secondo giro i Blazers dopo una trade si appropriano di Pendergraph sperando sia col tempo meno soft di Frye, occhio anche alla scelta di Mills; i Pistons, dopo aver preso un 3/4 al primo giro, prendono un altro 3/4 come Summers e un 3 come Jerebko (mah… comunque Jonas dopo due anni di Eurolega è pront); i due di Pitt possono essere delle steal: Young a Memphis, Blair agli Spurs (nuovo Malik Rose?); Spurs che come al solito non si lasciano sfuggiere le buone occasioni, e mi riferisco al McClinton, tiratore mortifero; i Cavs possono puntare da subito su Green; i Mavs lasciano maturare Calathes in Europa ma occhio; presona dei Rockets con Budinger.

giovedì 25 giugno 2009

Mock d…oh!

La redazione di basketblog esprime la solidarietà a uno dei due redattori, costretto a una sveglia alle 5.30 per motivi lavorativi nella giornata di venerdì. Non potendo seguire il draft, di conseguenza la redazione si astiene dal pubblicare il consueto mock draft, rinunciando di fatto a una figura di merda, visto l’improbabilità del draft di quest’anno, e lasciando il bel ricordo dell’ottimo 6/14 dello scorso anno.
La redazione assicura comunque una copertura successiva al draft, con analisi e commenti delle scelte.
Un’analisi a poche ore dall’inizio ci è comunque concessa: draft povero ma allo stesso tempo ricco. Poche le stelle (Griffin e Rubio, forse Flynn). Nella zona lottery, quindi, draft povero, con tanti giocatori che in altri anni sarebbero stati decisamente più giù. Nella zona dalla 15 alla 30, invece, comprese probabilmente anche le prime scelte del secondo giro, tanti giocatori discreti, che possono dare un contributo valido da subito.
Pallini di basketblog: a parte ovviamente Rubio. Flynn (il ragazzo ha due cojones), Harden (prototipo di guardia), Curry (l’eleganza fatta giocatore), Terrence Williams (non un gran realizzatore ma in campo fa di tutto), il duo di Pittsburgh Blair e Young, DeRozan (per il nome), Hansbrough (perché sì), Ellington (guardia dalle braccia chilometriche che può segnare in più modi), DeMarre Carroll (per il nome e per le treccine), Jerebko (perché sì), Dionte Christmas (presto in Europa a bruciare la retina).
Idiosincrasie di basketblog: Thabeet (per la spocchia, senza motivo), Jennings, Mullens (ragazzo mio, ma farti qualche altro anno di college? Ma se preferivano addirittura Lauderdale a te…), Pendergraph (antipatico a pelle, che vi devo dì).

lunedì 22 giugno 2009

Dejà vu

Come suggeriva l’amico pappice, le somiglianze tra l’Italia di calcio post-mondiale e l’Italia di basket post-argento olimpico sono raccapriccianti. Ma probabilmente è un discorso che è espandibile a tutta la mentalità italiana: i giovani sono inesperti e quindi non giocano, e quindi non fanno esperienza.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti nel basket, speriamo non lo siano anche nel calcio. Ma a giudicare dalle parole di Lippi di ieri sera, la strada è quella.

giovedì 11 giugno 2009

Rivalry

rivalry
In questi mesi ci hanno fatto due palle cubiche sul duello Bryant vs. James. Capisco il marketing ma, con tutto il rispetto, non stiamo parlando di Magic e Bird e i due finora non si sono incontrati ai playoff manco per sbaglio.
Questa premessa acidella è finalizzata all’introduzione della lettura che ho appena concluso, ossia il libro di John Taylor “The rivalry”, incentrato sulle due figure che hanno permesso l’affermazione del basket Nba ai grandi palcoscenici: Bill Russell e Wilt Chamberlain, appunto. Il sottotitolo “Bill Russell, Wilt Chamberlain, and the golden age of basketball” è esemplificativo di quanto poi andremo a leggere. Non solo Bill e Wilt, ma un momento di intensa crescita di un basket in cui c’erano figure come John Havlicek, Bill Cunningham, Nate Thurmond, Jerry West, Elgin Baylor, Oscar Robertson. Una storia di due grandissimi giocatori che è la storia di un gioco che stava passando dal dilettantismo basato su patti tra gentiluomini a essere qualcosa di più, con dirette nazionali, minacce di scioperi di fronte alla mancata tutela previdenziale e cose di questo tipo.
Un gioco in evoluzione, in un paese in evoluzione. Sono gli anni dell’emancipazione nera, del Klan, di Martin Luther King Jr. e del suo assassinio, delle Black Panthers. Tutti fenomeni che si riflettono in un gioco che ha fatto da apripista all’integrazione razziale.
La storia di un paese raccontata attraverso la storia di un gioco. E la storia di un gioco raccontata attraverso le storie dei suoi maggiori protagonisti, in campo e non (Auerbach, ad esempio). Su tutti, Bill Russell e Wilt Chamberlain, così diversi tra loro ma due metà comunque combacianti di una stessa storia.

Almeno credo che il libro dica queste cose, perché l’ho letto in inglese. Una faticaccia…