lunedì 6 ottobre 2008

Meneghin su Repubblica

Interessante l’intervista al Dinone nazionale su Repubblica. Rilancia la faccenda degli italiani che vanno aiutati ma non trovano spazio. Mah, condivisibile ma fino a un certo punto. Resto dell’idea che se è uno è bravo, gioca. Certo, probabilmente la maggior parte delle società punta sugli americani anche per un fatto di nomi, di incassi, di spettacolo, di abbonamenti. Però se sei bravo in serie A ci giochi. Certamente, i ragazzi dovrebbero essere messi nelle condizioni di crescere e di fare i loro errori senza angosce, senza la paura di essere tolti alla prima incertezza. In un altro post avevo proposto la possibilità di dare vita a una sorta di campionato under22, ma non so quanto cambierebbe la situazione, visto che si tratterebbe sempre di partite tra ragazzini e visto che comunque lo sforzo economico sarebbe ingente. Si potrebbe pensare, invece, ad affiliazioni con società minori vicine territorialmente, per far giocare i ragazzini in b1 o in LegaDue per un paio d’anni e poi tornare a casa pronti per entrare in rotazione nella massima serie.

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