“Shawn (Taggart, ndV), quando Greg riceve in quella posizione ti conviene avvicinarti un po’ che l’assist è dietro l’angolo…”
Quest’anno non sto riuscendo a seguire il college basketball quanto vorrei, anche a causa della mia consueta pigrizia che ci mette il suo. In altri casi è mancanza di tempo, in altri è che - per quanto mi possa piacere vedermi una partitella di sti giovinotti - ammetto che a volte preferisco fare altro.
Detto questo, nella serata di sabato ho avuto modo di gettare un po’ l’occhio su Georgetown-Villanova, e di riguardare Greg Monroe all’opera. Il lungo degli Hoyas sta disputando un’ottima stagione, con 15 punti, 9.6 rimbalzi e 1.7 stoppate di media. Eppure i mock lo mettono dietro a giocatori molto più acerbi come Ed Davis e Derrick Favors. Come mai?
Mancino, 6-11 con braccia lunghissime che gli permettono di essere fastidiosissimo in aiuto, Monroe ha un raggio di tiro ampio, sa giocare il pick and roll e nonostante l’altezza può anche mettere palla a terra per battere il marcatore più lento.Ma soprattutto è un passatore formidabile. Sono tre gli assist di media per il ragazzo (secondo di squadra), che quando riceve palla in post alto è abilissimo nel servire i tagli dei compagni e nel far girare la Princeton offense di coach John Thompson III.
Insomma, ricapitoliamo: dimensione interna ed anche esterna, diciamo fino ai cinque metri siam tranquilli. A dire il vero il jumper quest’anno va e viene. Ai liberi è una macchina. Stoppa. Mani morbide. La passa divinamente. Siamo a quasi dieci rimbalzi di media… Cosa c’è che non va?Parte delle perplessità viene probabilmente dalla scarsa esplosività di cui gode Greg. Non è un atleta di prim’ordine, è anche piuttosto longilineo, e soprattutto non sempre sembra aggressivo. Da freshman non ha convinto a pieno come rimbalzista: quattro doppie doppie e un high di 11 rodmans. Quest’anno i progressi sono sotto gli occhi di tutti. Le partite con almeno 10 punti e 10 rimbalzi sono già raddoppiate, e sarebbero potute essere di più se non fosse stato per un paio di gare offensive sballate. Contro Harvard (vabbè…) e nella prima gara di questa stagione con Villanova ha portato il suo high di rimbalzi a 16.
Lo scorso anno Georgetown è crollata a metà stagione, dopo un’inizio eccezionale, e lui - che, va detto, era solo un freshman - non ha dato segnali di reazione sperati. Le perplessità maggiori sono sulle sue possibilità di andare a sbattere ripetutamente contro i corpaccioni Nba. Diamo un’occhiata ad alcune shot charts che ci possono aiutare a comprendere il suo gioco offensivo.
Contro Pitt, squadra più fisica, la maggior parte delle sue conclusioni sono tiri in sospensione dai 3-4 metri. Interessante notare come vengano comunque quasi tutti dalla zona pitturata, fronte a canestro e perpendicolarmente.
Il rischio è appunto questo, che Monroe non riesca (e non voglia) giocarsela fisicamente, e tenda ad accontentarsi dei jumper.
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