giovedì 1 luglio 2010

I benefattori

Fino a qualche mese fa, toccava ai Memphis Grizzlies la poco onorata carica di "benefattori" della Nba. Hai una stella viziata in squadra di cui ti vuoi liberare? Hai sbagliato a dare un contratto così alto a un giocatore che si è ricordato di saperci fare con la palla a spicchi solo nel contract year? Vuoi far fare il salto di qualità definitivo alla tua squadra, acquisendo per due spiccioli uno dei migliori lunghi della Lega?
I GM dell'NBA sapevano che in queste situazioni il prefisso da comporre era quello di Memphis, e fioccavano strani scambi con il Tennessee.
La crescita dei Grizzlies nell'ultimo anno ha modificato le carte in tavola. Panico nella Lega: l'estate 2010 è vicina, abbiamo un sacco di contratti da mollare per nulla per svuotare il nostro salary cap per la caccia grossa ai free agent. A chi ci rivolgiamo?
Occorreva individuare una nuova franchigia che mondasse i peccati altrui. Detto fatto. E' Natale, guarda te proprio un mesetto e mezzo prima della chiusura della trade line, quando scoppia lo scandalo Arenas. Agent Zero viene sospeso, la stagione dei Wizards (già non esaltante ma con qualche segnale di ripresa proprio da Gilberto, al ritorno dopo gli infortuni al ginocchio), va rapidamente a sud.
Le linee telefoniche di Washington diventano improvvisamente caldissime. Prima si muovono i Mavs, che impacchettano Josh Howard (ormai chiaramente alla chiusura del suo ciclo texano), Gooden e altri minus habens per Caron Butler, Brendan Haywood e DeShawn Stevenson.
Pochi giorni dopo, è il Re, o presunto tale, a chiamare. LeBron vuole Jamison. Detto fatto. In uno scambio che coinvolge anche Clippers (toh...) e Kings, l'ex UNC va sulle rive del lago di Cleveland sostanzialmente in cambio di nulla. A Washington arriva il contratto in scadenza di Ilgauskas (il lituano tornerà a Cleveland), Al Thornton e una prima scelta.

Passa qualche mese, a riportare un po' di entusiasmo a Washington è la vittoria alla lottery, il che vuol dire John Wall, nonostante tutte le incognite di una convivenza con Arenas. Fa nulla, la strana coppia può riportare pubblico, spettacolo, entusiasmo. Per le vittorie vedremo. Inoltre, il cap sarebbe decisamente vuoto, grazie alla scadenza di un po' di contratti.
La notte del Draft Wall è il primo a essere chiamato, e indossa il cappellino dei Wizards. Ma riparte il giro di telefonate verso la saletta di Ernie Grunfeld. I Bulls hanno bisogno di liberare spazio, c'è LeBron da portare a Chicago a seguire le orme di Sua Altezza. Nessun problema, ci prendiamo Hinrich e la 17. Alla fine l'ex Kansas può dare un po' di fosforo.
Fin qui, tutto bene.
Poi chiamano i Nets. No, dico, i Nets. E ti sbolognano Yi(-kes). Sì, lui, il cinese scarso. Quello che voleva fare i workout solo contro delle sedie.
Nessuna mossa devastante, per carità. Lo spazio salariale c'è ancora, ma non c'erano proprio altri modi per riempirlo?

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