venerdì 7 gennaio 2011

Coincidenze


Ci deve essere qualcosa di strano nell'aria, a Casalecchio di Reno. Il caso di Marcelus Kemp è solo l'ultimo caso di una lunghissima serie di incomprensioni che negli ultimi anni ha coinvolto la Virtus Bologna.
Giusto per fare qualche nome: Brett Blizzard, Alex Righetti, Fabio Di Bella, Sharrod Ford.
Cosa succede in casa Sabatini? Un articolo del Corriere di Bologna prova a fare luce, anche se con un po' di vaghezza.


Dopo giorni di minacce, insulti telefonici e prove di forza sui giornali, è scoppiata la guerra tra Claudio Sabatini e Marcelus Kemp. Ieri i legali del giocatore hanno inviato al club una lettera nella quale annunciano la rescissione unilaterale del contratto, impugnando una clausola nelle scritture tra Kemp e la Virtus. In questa clausola ci sarebbe stampato che oltre il mese di ritardo nei pagamenti, l’atleta ha facoltà di uscire dall’accordo: la Virtus dovrebbe pagargli l’intero importo previsto dal contratto e consegnargli la letter of clearance, il nulla osta per firmare con altri club. La versione di Sabatini è differente: secondo lui non c’è alcun ritardo e alcun appiglio, Kemp è sotto contratto, non ha adempiuto alle scadenze della società rispetto al suo viaggio negli Stati Uniti ed è quindi lui ad essere in torto. In tutti i casi, si finirà al tribunale della Fiba.
È l’ennesima brutta pagina di una gestione che ha alle spalle una lunga antologia di casi spinosi, rapporti tesi con gli agenti, giocatori messi sotto pressione per accettare rinnovi, tagli, nuove destinazioni, risoluzioni e chi più ne ha più ne metta. E altrettanto lunga è la giurisprudenza sabatiniana, che per prassi considera il valore del contratto solo quando fa comodo. Blizzard e Kemp, prima Righetti, Ford, Boykins, Michelori, Di Bella, Rodilla: una sfilza di incomprensioni, errori, rapporti difficili, o mobbing, a seconda della campana che si ascolta. Ma questa volta la faccenda è più delicata, non si tratta di una semplice schermaglia: Kemp attraverso i suoi legali annuncia di rescindere il contratto attaccandosi a un ritardo sui pagamenti. Va cioè a macchiare la riserva indiana di Sabatini, il caposaldo a lui più caro della regolarità degli stipendi. Il patron rigetta ogni sospetto: «Non c’è nessun ritardo, smentisco totalmente questa ipotesi. C’è arrivata una lettera dai legali, Kemp è un bravo ragazzo, il problema è chi lo gestisce. Finché il suo procuratore è Mario Scotti, lui resta qui e sta in tribuna fino al termine del suo contratto. Con Scotti ci rivediamo nel giugno 2012. Anzi, ora gli faremo noi causa per danni. Finirà come Blizzard, al quale abbiamo rescisso il contratto e fatto causa».
Due ora sono le questioni. Da un lato c’è una evidente inadempienza di Kemp — che ha saltato tre partite per un viaggio a Seattle dove è stato vicino alla nonna poi scomparsa — spintosi nelle «vacanze» ben oltre il permesso concessogli dal club. Dall’altro c’è l’accusa del giocatore alla Virtus. Secondo le indiscrezioni, il club sarebbe in regola solo con lo stipendio depositato in Lega. Un cortocircuito simile è stato rischiato anche a luglio, quando solo all’ultimo istante prima della deadline e dopo serrati colloqui con il suo entourage è stata regolarizzata la pendenza con Petteri Koponen, evitando che potesse uscire dal contratto — la clausola «incriminata» è frequente nei contratti bianconeri — firmando per altri club (Malaga era molto interessata). Quindi la guerra è tra una inadempienza certa e una presunta, ma i legali del giocatore sono talmente sicuri di avere in mano carte inattaccabili dall’aver scelto di avventurarsi con decisione nel contenzioso. A quel punto far rientrare il giocatore non aveva senso e come raccontato nei giorni scorsi l’atleta è rimasto a Seattle.
Kemp avrebbe già delle squadre nelle quali accasarsi (Pesaro, Brindisi, Reggio Emilia in Italia, ma ci sono anche alcuni club europei), ma se com’è probabile si finirà al tribunale della Fiba i tempi per dirimere la questione non sono velocissimi. Sabatini è irremovibile, e anche Scotti finisce nella lunga lista di procuratori sgraditi al patron. Diventa complesso ora anche lavorare per risistemare la squadra e allestirne una in futuro: Jon Scheyer e Morris Finley sono rappresentati da Scotti, tanto per dire. Fortunatamente per Lino Lardo non lo è Omar Thomas, per il quale bisogna parlare con Dave Gasman e Luigi Bergamaschi: lunedì è atteso il redde rationem ad Avellino, poi si potrà tentare un blitz concreto.

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