martedì 22 febbraio 2011

Il Grande Melo

Innanzitutto direi che l'aspetto più interessante è quello che riguarda Isiah Thomas. Ossia, come mai una franchigia come i Knicks, impegnata da anni in un lento ma strutturato processo di ricostruzione, abbia deciso di affidarsi - per la trade più importante degli ultimi anni in casa NY - al principale artefice degli orrori che hanno portato a questo processo di ricostruzione. Cos'è quella di Dolan, sindrome di Stoccolma? E ancora, Walsh e D'Antoni sono felici del ritorno della calamità naturale? Non si sentono un minimo scavalcati?


Un altro aspetto su cui soffermarsi è quello della logica delle "superstar", che tanto sembra andare in voga negli States. I Knicks hanno preferito cedere per mezza squadra per una star e un signor play (ma di 35 anni e in scadenza): la stella conta più degli equilibri di squadra. Leggendo su ESPN, ho letto cose tipo "se i giocatori ceduti fossero stati così forti, NY non sarebbe poco sopra il 50%". Mah, è opinabile. Se ho visto tante buone squadre senza superstar, non ho mai visto una squadra da titolo senza i giusti comprimari. E tutto questo partendo dall'assunto che Carmelo Anthony sia una star. Cosa sulla quale, se permettete, io qualche dubbio ce l'ho ancora.
Come? Sì esatto. Melo è un giocatore fantastico, ma non va dimenticato che il vero leader in quei Nuggets che più si sono avvicinati al titolo (sconfitta contro i Lakers) era Billups. Insomma, non sono così sicuro che Anthony valga queste cessioni. Soprattutto perché a luglio c'era la possibilità di poterlo prendere a molto meno. E' un top 10 NBA? Per talento sì, senza dubbio. E' un giocatore in grado di portarti al titolo? Non so.
C'è poi una questione tattica da prendere in considerazione: a differenza di LeBron e Wade, entrambi giocatori che amano gli isolamenti ma in grado di recapitarla ai compagni di squadra con grande efficacia, Anthony e Stoudemire sono a loro volta giocatori da isolamento, ma la passano poco e male. In un sistema come quello di D'Antoni, che necessita di tiri rapidi e grande fluidità di gioco per sfruttare il tiro da 3, si tratta di un aspetto di non poco conto.

Tanta apparenza ma poca sostanza?

Insomma c'è da vedere come si evolverà questa situazione. Trenta gare sono poche per costruire una squadra da titolo, e a fine stagione bisognerà allungare l'estensione ad Anthony, vedere se estendere di un anno il contratto di Billups, trovare eventualmente un nuovo play, cercare lunghi che possano dare una mano a Stoudemire, eccetera... Certo, hanno trattenuto Fields, ma non basta. I Knicks restano quindi un cantiere aperto, ma al momento non ci convincono. Lo sapete, noi di Poetry in motion siamo giovani ma con mentalità da anziani. Preferiamo che una squadra abbia sì delle stelle, ma che sappiano sacrificarsi e integrarsi con gli altri (Boston, San Antonio). D'altra parte, in questi anni a vincere i titoli sono state le franchigie che hanno una squadra ben strutturata e non una raccolta di figurine.

Nota a margine sulle altre squadre coinvolte: Minnesota si porta a casa il bel contrattone di Eddy Curry e Anthony Randolph che va a riempire ulteriormente il già intasato settore dei 3/4. Denver poteva perdere Melo per nulla a luglio, riesce ad ottenere dei comprimari che in questa stagione, avvantaggiati comunque dal sistema Knicks, stavano facendo grandi cose. Felton è affidabile, ma dovrà dividersi il posto con un altro ex UNC in rampa di lancio come Lawson. Chandler può metter su ottime cifre. E il Gallo? In questa fase ancora non si capisce se dovrà disfare o meno la valigia, sperando non finisca in qualche gulag...

PS: bentornato, Renaldone...

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