sabato 28 maggio 2011

And the winner is...

Non di certo una finale prevista in sede di bracketing, ma una bella serie. Una serie piena di significati, da qualsiasi parte la si veda. Squadra contro somma di individui. Attacco contro difesa. Ma anche la rivincita di una delle serie più discusse degli ultimi 10 anni. E da questo punto di vista, gli occhi saranno puntati tutti sugli arbitri, perché di catalizzatori di falli (e non mi riferisco ad eventuali star del porno) stavolta ce n'è più d'uno.

C'è però un aspetto che accomuna le due squadre arrivate sin qua: le motivazioni extra dei loro leader, fuoriclasse assoluti, dominatori assoluti dell'ultimo decennio che, paradossalmente, hanno ancora tutto da dimostrare. Le etichette su di loro si sono sprecate. Soft, perdente, uomo che fugge davanti alle difficoltà (sinteticamente quitter), traditore, senzapalle. Gli Spurs, gli Heat, i Warriors ed una certa mentalità che snobba chi non si atteggia a Maschio Alfa da una parte; i Celtics, i Magic e la comunità cestistica mondiale dall'altra, riunitasi attorno ai cittadini di Cleveland, dall'altra. I fantasmi di Tim Duncan e Larry Bird, quelli di Micheal Jordan e Kobe Bryant. Modelli, chimere, asintoti: un obiettivo non raggiunto diventa un fardello da portarsi dietro mentre si punta al successivo.
I nostri protagonisti, di sassi nelle scarpe, di foto appese allo specchio ne hanno a bizzeffe. Chi vincerà? Quello per cui i sassi nelle scarpe potranno essere solo una motivazione e non un peso. Quello che, nonostante le foto appese allo specchio, avrà ancora modo di guardarsi negli occhi.

1 commento:

drunkside ha detto...

... Kevin Spacey! (cit.)