lunedì 22 marzo 2010

La rivincita dei nerds

E così abbiamo la nostra "cinderella", oltre alla Northern Iowa a cui abbiamo accennato ieri. Si tratta di Cornell, una squadra che ha letteralmente incantato nelle prime due partite del Torneo, eliminando due avversarie ostiche come Temple e Wisconsin.
Cornell proviene dall'Ivy League, una conference dove il basket è un di più, frequentata da mostri sacri a livello accademico come Princeton, Harvard, Yale.
E questo si riflette nel gioco dei Big Red: innanzitutto in un quintetto composto prevalentemente da bianchi, spesso dotati di fisico da ragioniere. Difficile vedere persone che mostrino i muscoli alle telecamere dopo una schiacciata, insomma. E, non potendo disporre di chissà quali doti atletiche, ci si affida ai fondamentali e all'esecuzione dei giochi.
La vittoria contro Temple poteva rappresentare una bella soddisfazione, ma la gara contro Wisconsin è stata una incredibile dimostrazione di forza. Contro una delle migliori difese della nazione, che generalmente concede sui 50 punti a partita agli avversari, i Big Red hanno segnato 43 punti solo nel primo tempo, e hanno chiuso a 87, tirando con il 61% dal campo e il 51% da 3. Un clinic offensivo.
Una squadra bella da vedere, in grado di variare un attacco che spesso passa per le mani di Jeff Foote. Centro di 7 piedi, è il terzo miglior assistman di Cornell, e nella gara di questa sera è stato il miglior passatore dei suoi. Riceve spesso in punta o in ala, e i suoi compagni di squadra tagliano a pochi centimetri da lui, come dei ragazzini che correndo sfiorano un grosso albero per raccogliere una mela. A quel punto, è lui a decidere quale taglio lo convince di più, con un passaggio consegnato che di fatto inizia e spesso fa terminare, con un tiro facile, l'azione. In alcuni casi, non c'è neanche bisogno di rifletterci su, e si opta per un rapido dai e vai che manda il compagno di squadra dritto a canestro.
A trarne i frutti è soprattutto Ryan Wittman, figlio d'arte: il papà è stato campione NCAA con gli Indiana Hoosiers e ha avuto una discreta carriera Nba da gocatore (Atlanta, Indiana, Sacramento) e una rivedibile da allenatore. Ryan ha una mano mortifera, può segnare da ogni distanza e posizione, anche se le sue conclusioni preferite sono dopo aver ricevuto il pallone in posizione centrale (da 3) o con un arresto e tiro frontale dai 5 metri.
In una squadra dove comunque è difficile parlare dei singoli, due parole anche su Louis Dale, unico nero ad avere ampio minutaggio, in grado di portare imprevedibilità all'attacco di Cornell. 12 punti di media in stagione, nelle prime due gare ha segnato 21 e 26 punti.
Alle Sweet Sixteen Cornell affronterà Kentucky, che dopo l'eliminazione di Kansas è da considerarsi la favorita. I Wildcats sono atletici e giocano un basket decisamente agli antipodi, basato sul talento dei singoli.
Sulla carta pronostico chiuso, ma...


Post dedicato a ndru, cornelliano fino al midollo.

2 commenti:

ndruglio ha detto...

DIRETTORISSIMO!

Emozioni a manetta questi bianconi futuri manager delle piccole aziende di famiglia. Wittman pallone d'oro.
Jeff van gundy l'hanno prossimo prenderà il posto dell'orso come simbolo del college

ndruglio ha detto...

con un H fantastica, sarà un anno Hoso