martedì 13 aprile 2010

Rookie Report

Alla fine della stagione regolare possiamo tirare le somme di quanto nella Lega è stato fatto dai rookies, letteralmente gli inesperti, le matricole, i pivelli.



Non ci dilunghiamo eccessivamente sui simpatici
Evans e Jennings (nella foto durante il corteggiamento): il primo è diventato il giocatore franchigia a Sacramento, trovando la sua collocazione come guardia non tiratrice; il secondo, dopo essere partito col botto, è sicuramente calato numericamente, ma ha grandi meriti nella bella stagione dei Bucks. Vogliamo fare i puntigliosi? Ok, il futuro Novellino dell’Anno tira con il 25% da tre, l’altro con un orrido 37% dal campo (seppur collezionando il 38% da tre).
Anche per questo motivo, ma non solo, ad entrambi i due rookie sensazione noi di Poetry in Motion preferiamo il terzo incomodo (nella foto con cibo che potrebbe fare impazzire il nostro amico Piero): quello
Stephen Curry - sul quale, ai tempi di Davidson, un assistente allenatore italiano si era sbilanciato al punto da scrivere sulla sua pagina facebook “secondo me ‘sto Curry è buono”... – dicevo, quel Curry che ha fugato i dubbi sulla possibilità di un giocatore alto 1,80 di tirare piedi a terra in Nba, che da rookie è riuscito a strappare minuti a Don Nelson (Mission Impossibile per il tiratore da San Giovanni Persiceto) e scippato le chiavi della squadra a quel tipetto di Monta Ellis, seppur alla sua migliore stagione in carriera.



Giusto per farci strabuzzare gli occhi, ad aprile il figlio di Dell sta andando a 25 punti +8.5 assist + 6.2 rimbalzi (eh!?) + 2.8 rubate. Qualche giorno fa ha piazzato una partita da 27 + 14 assist + 7 recuperi: come ci dice Elias, da quando l’Nba ha iniziato a contare le palle recuperate, solo 2 persone sono riuscite a mettere su numeri del genere, ossia Sugar Ray Richardson nel 1985 e Chris Paul lo scorso anno. Sti cazzi, dite? Pazienza..

Agli americani, alle americane (e anche a noi) piace molto Jerebko, il quale sta facendo grossomodo quello che faceva all’Angelico, così come Casspi, che non eccelle in niente ma fa bene tante cose.

Darren Collison e Marcus Thornton meritano un discorso a parte: il primo si è trovato dietro ad uno dei giocatori più incredibili della Nba, rispetto al quale è più realizzatore e decisamente meno genio, ma appena ha avuto spazio è passato dai 5.5 punti + 1.7 rimbalzi + 2.8 assist in 15’ a gennaio, ai 21.6 + 3.9 + 8.3 di febbraio. Thornton, notevole tiratore (che va detto non ha davanti particolari eccellenze) si era predetto il posto il quintetto entro l’anno. Ha avuto ragione: è diventato la prima opzione offensiva della squadra, anche in senso cronologico, dal momento che il 43% del suo fatturato in termini di punti arriva nei primi 10 secondi dell’azione. A proposito, il fatturato dice 18.8 a febbraio, 19.9 a marzo, 22 ad aprile.

Bene il salterino Budinger, bravo ad inserirsi nella pieghe della lunga tela dei Rockets, bene il duo dei Thunder, ossia il barbuto Harden (nella foto), complementare a Sefolosha, e in nerboruto Ibaka, complementare a Krstic. Bene Matthews, per il quale i Jazz hanno scaricato Brewer, bene il magico DaJuan Blair, e Lawson fino a febbraio - per lui Karl ha messo da parte il suo pupillo Carter – prima di cadere vittima del rookie wall. E ci è piaciuto anche Taj Gibson.


Infine, un cenno meritano quei rookies che non hanno visto campo per gran parte della stagione e che proprio sul finire stanno mostrandosi per quello che potrebbero essere, talvolta facendo venire qualche rimpianto ai rispettivi allenatori: Terrence Williams tempo fa ha avuto un’infelice uscita sul suo spazio Twitter, lamentandosi di essere stato scelto dai Nets. Posto che non è mai furbo per un giocatore lamentarsi su internet e che è difficile che un primo anno possa trovare spazio in una squadra di vertice – e i Nets di quest’anno..lasciam perdere – è però comprensibile che ti girino se la tua squadra va di merda e tu sei sul pino, non per dare spazio a LeBron, ma a Trenton Hassell, con tutto il rispetto. Ecco, comunque il nostro nelle ultime due gare è andato vicino alla tripla doppia di media. Non male. Così come non male Jodie Meeks, nostro pupillo, sfortunato a finire in una squadra in permanente crisi d’identità. Comunque il nostro sta trovando il suo spazio uscendo dalla panchina, registrando una doppia cifra di media ad aprile, con un eccellente 53% da tre. E forse dovrei parlare di Thabeet, intenso e pensieroso nella foto sottostante: dovrei parlare delle sue recenti 4 stoppate, di come sembrerebbe migliorato dall’esperienza in D-League, almeno ha scalzato Haddadi... sì, dovrei proprio parlarne, ma la nostra linea editoriale lo vieta.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie a Sportitalia scorpacciata di NBA quest'anno. A luglio vado a New York a comprarmi la maglia di Harden. By Jacopo