venerdì 9 aprile 2010

Il draft più incasinato di sempre?



Strano scenario, quello che si sta profilando per il draft del prossimo giugno. Oltre ai vari seniors e agli internationals, più gli ovvi talenti che sanno di poter vedere chiamato il loro nome molto presto, sono di questi giorni le dichiarazioni delle early entries, ossia quei giocatori che non hanno ancora finito il loro percorso accademico ma decidono di lasciare l'università e di dichiararsi in anticipo per il draft.
Ricordiamo che i giocatori hanno due possibilità: se scelgono un agente, son dentro e non possono più tornare indietro. Se non lo scelgono, la loro decisione è reversibile, prima dello svolgimento del draft ovviamente, e quindi possono tornare tranquillamente alla loro carriera universitaria.
Ora, cosa sta succedendo. Che quest'anno mezzo mondo sta decidendo di lasciare il college e di dichiararsi al draft. Le motivazioni? Beh, il mondo del professionismo porta soldi. Ma c'è di più. La prossima estate la Nba dovrà rinegoziare il contratto collettivo con i giocatori e non è così impossibile un lockout, come quello del 1998. Ma, soprattutto, è sicuro che, con i tempi di crisi che corrono anche per i Paperoni della Nba, gli stipendi medi scenderanno sensibilmente. Di conseguenza, quelli firmati quest'anno saranno probabilmente gli ultimi contratti da rookie di un certo livello economico, e chi verrà scelto al draft 2011 intascherà decisamente meno dei fortunati del 2010.
E così si spiega la voglia di tanti giocatori di dichiararsi quest'anno. Ma ovviamente tale intasamento porta con sé tanti rischi. Primo tra tutti, quello di ritrovarsi 80, se non di più, giocatori a contendersi 60 posti. Quindi tanti giocatori potrebbero finire undrafted, e ritrovarsi improvvisamente in mezzo a una strada a dover cercare di sbancare il lunario tra Europa, Porto Rico, Cina e qualche lega minore americana. Oppure molti giocatori che nel 2011, dopo una stagione universitaria, potrebbero valere una chiamata al primo giro, potrebbero essere scelti quest'anno nel secondo giro, a causa della troppa concorrenza oppure di workouts non proprio esaltanti, entrando così nel limbo dei contratti non garantiti.

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