giovedì 15 aprile 2010

Road to the Ring (West)

Dai, diciamo la verità, non aspettavamo altro, così come gran parte delle squadre impegnate in questi giorni. Chiude la Regular Season, finalmente partono i playoff. Vediamo un po' cosa dobbiamo aspettarci, iniziando dalla Western Conference.

Los Angeles Lakers (1) - Oklahoma City Thunder (8)
Non proprio l'esordio più semplice ai playoff per Kevin Durant e soci, squadra che, nonostante lo scippo a Seattle, negli ultimi anni raccoglie un numero di estimatori sempre maggiore. I Lakers - e il legittimo calo dei Thunder - hanno di fatto indirizzato l'accoppiamento perdendo contro i Blazers "Royless" (anzi diremmo in generale "healtless", ma ne parliamo dopo), evitando di trovarsi contro quelle vecchie volpi degli Spurs oppure l'atmosfera sempre calda del Rose Garden. La serie è indubbiamente interessante, e servirà a verificare soprattutto lo stato di salute dei Lakers e di Kobe Bryant, fresco di contratto faraonico, ma apparso sottotono in questa seconda parte di stagione. Intendiamoci, sottotono rispetto ai suoi standard, con un aprile giocato (poco) con il freno al mano. E ora Bryant si troverà di fronte un cliente di quelli ostici, ossia Thabo Sefolosha, che con i suoi tentacoli dovrebbe essere uno degli uomini più adatti a limitare il 24. Altre chiavi di lettura interessanti: il duello Fisher-Westbrook, con il secondo che è point guard rapida che ama attaccare l'uomo, e il primo che inizia a sentire le sue primavere. La difesa sul portatore di palla avversario costituisce da un po' di tempo uno dei problemi difensivi dei Lakers. Durant vs Artest: il giocatore del futuro contro uno dei difensori più arcigni. La difesa di Ibaka su Gasol. Il recupero di Bynum: gioca? Non gioca? Se non gioca i Lakers hanno la coperta cortissima sottocanestro. Se gioca bisogna vedere in che condizioni si trova e se la sua presenza sotto i canestri avversari non può, dall'altra parte, portare a difficoltà di accoppiamenti difensivi, costringendo Gasol a uscire dall'area per mantenere Green.


Denver Nuggets (4) - Utah Jazz (5)
I Nuggets visti nelle ultime settimane hanno impressionato poco. Sarà stato l'infortunio di Kenyon Martin, sarà la mancanza di coach Karl. Ma non mi è sembrato lo squadrone dello scorso anno e della prima parte di stagione. Dall'altra parte, i Jazz, che in trasferta non sono fenomenali, hanno avuto la possibilità di giocarsi l'ultima in casa per ottenere il quarto posto, ma si son dovuti presentare senza Boozer e Kirilenko, beccandosi una sonora imbarcata. Interessantissimo il duello tra Billups e Deron Williams, uniti dalla simpatica capacità di mettere tiri importanti. Sarebbe molto interessante quello tra Kirilenko e Anthony, ma le condizioni del russo al momento rappresentano un'incognita. Rischia di essere una lunga serie.


Phoenix Suns (3) - Portland Trail Blazers (6)
Sfida tra due squadre che sono andate oltre ogni aspettativa. Chi avrebbe mai detto che i Suns, con un Nash sulla carta ormai parecchio anziano, accompagnato da Stoudemire e un gruppo di onesti mestieranti, avrebbe giocato un basket ancora così bello ed efficace, raggiungendo addirittura il terzo posto ad Ovest? Ricordiamo che sottocanestro, oltre a Stat, i Suns schierano Robin Lopez (attualmente infortunato...), il redivivo Frye, che il diabolico canadese ha trasformato in tiratore mortifero dall'arco, Jarron Collins e Louis Amundson. E ora i Suns hanno un'ottima chance per arrivare in semifinale di conference.
I Blazers, mettiamola così, non sono una squadra fortunata. Doveva essere l'anno del salto di qualità, invece con tutti gli infortuni (nella foto, scene di vita quotidiana al Rose Garden) che hanno avuto il sesto posto rappresenta un miracolo. McMillan, probabilmente a ragione, non viene considerato come il coach in grado di far fare lo step successivo a una buona squadra, trasformandola in contender, ma il malocchio che ha colpito Portland raramente ha avuto eguali. E così i Blazers, che pure hanno vinto due dei tre scontri diretti con i Suns, si presentano a Phoenix incerottati, e con un punto interrogativo enorme, quasi quanto il suo talento, sulle condizione fisiche di Brandon Roy, il cui menisco ha detto recentemente ciao.


Dallas Mavericks (2) - San Antonio Spurs (7)
Oh bene, i miei Mavs hanno la seed #2, sarà un accoppiamento agevole. Vediamo un po' chi c'è... OH SHI-.
Ennesimo derby di postseason tra i cugini texani. Lo scorso anno vinsero nettamente gli underdog Mavs. Quest'anno la situazione è differente. Gli Spurs arrivano in netta crescita (38-20 dal 15 dicembre), potevano cercare di vincere l'ultima di regular season - proprio a Dallas - per cercare di strappare il sesto posto, e invece si son presentati senza Duncan e Ginobili.
Una delle chiavi è rappresentata dalle condizioni fisiche di George Hill. Il play ha giocato un'ottima stagione e con la sua rapidità, unita ovviamente a quella di Mr. Longoria, può mettere in seria difficoltà Kidd. Inoltre, Ginobili ora come ora è difficilmente marcabile, e sarà interessante vedere gli accoppiamenti difensivi che proporrà Carlisle. Son curioso di vedere se rispolverà DeShawn Stevenson, che però, vedasi serie Cavs-Wizards, ha la brutta abitudine di non sapere quando è meglio non provocare il diretto avversario.
A favore dei Mavs le maggiori alternative, rispetto al passato, per contenere Tim Duncan. Oltre al solito Dampier, Dallas potrà ruotare ottimi difensori come Haywood, Najera e probabilmente anche Marion.
Il problema principale in casa Spurs è un altro: chi ferma il tedesco (nella foto sopra, per la serie "ancora tu, ma non dovevamo non rivederci più?"), che prima della sgambatella di ieri aveva 32 punti di media contro San Antonio?

Nessun commento: