lunedì 7 giugno 2010

Ciociaria coast to coast

Come detto qualche giorno fa, mi piace essere snob. E così, se l'Italia cestistica attende senza troppa ansia di conoscere chi avrà l'onore di essere battuta in finale da Siena, e se il mondo palpita davanti all'ennesima sfida tra Lakers e Celtics, io me ne frego (classico detto ciociaro) e mi faccio una bella scampagnata nel Frusinate, che culmina in Veroli-Sassari, gara-1 della finale promozione.
Grazie alla gentilezza della segreteria della Prima, riusciamo a comprare tre biglietti nella parte di tribuna dedicata agli ospiti. Il clima sarà comunque tranquillissimo e potevamo stare in qualsiasi parte del palazzetto di Frosinone. D'altra parte, il sassarese adottivo Simone non è noto per manifestare in maniera molto evidente le sue emozioni.
Ma alla partita arriviamo dopo. Prima il resoconto della giornata, che potete benissimo saltare.

Dunque, l'arroccata Veroli vince la palma di mvp della giornata. Paesino piacevole e rilassante, in fermento per l'evento. Tra l'altro, se il centro è arroccato, l'estensione del comune è ENORME, tanto che il ristorante che avevamo individuato (La Locanda del Brigante) è a 7/8km. Ma, come vedremo, Veroli si estende fino all'abbazia di Casamari.
Ristorante scelto un po' alla cieca. Trattasi di una classica trattoria a conduzione familiare. Antipasto nella norma, taglierini coi fagioli deludenti, ottimi invece i secondi (abbacchio allo scottadito e bocconcini di vitello al Trebbiano d'Abruzzo).
Dopodiché un salto all'abbazia di Casamari, con tanto di tabaccheria che si pregia del titolo di ricevitoria più vincente d'Italia, vantando nientemeno che una partecipazione a Porta a Porta. Apprendiamo inoltre con entusiasmo che a fine agosto si esibiranno Martufello e Luisa Corna per una due giorni che si preannuncia indimenticabile.
Dopodiché è indispensabile una tappa a Isola del Liri, cittadina bagnata appunto dal fiume Liri, che si contraddistingue per una bellissima cascata che è proprio nel bel mezzo del centro. Fattosta che le strade nelle immediate prossimità della cascata lasciano la forte sensazione di trovarsi di fronte ad un'occasione mancata. Sulla costa destra c'è il Municipio e un megaedificio in costruzione, che non preannuncia nulla di buono. L'altra riva è tra l'abbandono e il degrado, quando la si potrebbe tranquillamente riqualificare con un paio di locali e tavolini vista cascata.
L'improvviso temporale ci conferma che la Ciociaria non è baciata dal bel tempo, ma non ci ferma nel visitare Alatri con la sua acropoli. Affrettatevi se volete comprare libro e dvd che ripercorrono 60 anni di venerdì santo del paesello.
Di Frosinone è meglio che non parlo, che faccio un piacere alla città.

Il momento della partita, dunque. Spalti gremiti in ogni ordine di posti, e anche di più, visto che hanno pensato di far entrare gratis i bambini sotto i 12 anni e non sanno dove metterli. Per radio, dopo la partita, parlavano del grande calore del tifo, ma sinceramente ho visto di molto meglio. Colpa più del resto del palazzo che della curva, direi. Nutrita la rappresentanza sassarese. Purtroppo c'è anche Franco Lauro.
Come previsto, la Prima è nettamente superiore. Quello che non immaginavo è la pochezza di Sassari. Ok, si sapeva che tutto passa da Rowe, Kemp e Hubalek, ma la situazione non è delle più rosee. Innanzitutto, difensivamente siamo a livelli pessimi. La transizione difensiva è agghiacciante. Rowe non tiene Draper, Sacchetti mette Hubalek su Gatto e Vanuzzo su Hines, con il risultato che l'americano polipone prende in un amen tre rimbalzi offensivi. Veroli chiude con il 78% da 2.
In attacco Hubalek gioca un primo tempo sontuoso, poi viene dimenticato. Kemp è costretto a giocare di isolamenti. Tutto nasce, e di conseguenza muore, da Rowe. Me lo ricordavo ai tempi di Livorno, e già non mi piaceva, ma non mi ricordavo fosse così dannoso, almeno per una squadra che si sta giocando una promozione. I suoi punti li mette anche, ma nascono tutti da situazioni in cui prende la palla e tira. Non mette in ritmo nessuno. Ma nessuno proprio. Nella ripresa, come detto, Hubalek non vede un pallone, e per segnare decide che l'unica è prendere il rimbalzo e farsi un coast to coast. E' successo due volte. Lo stesso Kemp (nervosetto anche con gli arbitri) per mettere a referto i suoi punti deve andare a prendere palla dalla rimessa e giocarsela lui. Fatto sta che Veroli può permettersi il lusso di far riposare Hines per gran parte della ripresa e, quando la Dinamo torna a contatto, è di nuovo Rowe a mandare tutto all'aria con quattro (QUATTRO) perse consecutive.
Dall'altra parte, la Prima dimostra di essere una squadra pronta al grande salto. Draper, che Napoli aveva preso due anni fa prima di essere esclusa, e che nelle prime apparizioni in amichevole non mi aveva colpito più di tanto, ha giocato una gran gara non solo dal punto di vista realizzativo, ma soprattutto ha esercitato il controllo totale del match. Buon primo passo e anche mano calda da fuori. Nissim è stata un'ottima spalla.
Hines non coinvoltissimo, un po' frenato dai falli, ma ha portato a casa il suo solito mattoncino. Se da una parte Sassari si basa essenzialmente su tre giocatori (e basta, davvero basta... giusto qualcosina da Binetti che tra l'altro andrebbe coinvolto di più in regia, vedasi anche plus/minus di +6), Veroli è riuscita a far segnare chiunque. 17 di Gatto con il 70% al tiro, 10 di Gigena che fa 4/6, 13 per Foiera (!) con 5/6.

2 commenti:

Pierrì ha detto...

Bel resoconto :)
Veroli è un amore, davvero. Tra l'altro notai anche io che si estende per chilometri e chilometri ahah

Anonimo ha detto...

ecco, la prossima volta nota qualcos'altro va. che ti si sentiva aleggiare nel cervello di Rowe.

Commando ultras Dinamo
sez.Arenella