lunedì 5 ottobre 2009

Ranking

Atteso tanto quanto Chinese Democracy, Duke Nukem Forever e uno schema originale di Piero Bucchi, arriva il ranking di basketblog per l’ormai imminente campionato di basket! Donne, masturbatevi con il virtuosismo lessicale di Dis/Impegno, che ha sopperito alle mie mancanze dovute a inevitabili impegni (Fifa 2010 è Fifa 2010…).

Ranking Serie A.

1) …… e che ne parliamo a fare?
2) AJ “Simpson” Milano: super quintetto, se Rocca sta bene anche una valida panchina (almeno per quanto riguarda i giocatori). Quest’anno Bucchi ha il play con le caratteristiche desiderate, due centri che rollano da far sentire profumo d’erba ganja e una guardia potenzialmente dominante. In più, gerarchie e ruoli sembrano definiti.
3) Benetton. Treviso ci sta abituando a rose belle come la Lolita di Nabokov: il problema è proprio la giovinezza, eccessiva. E anche un po’ d’intimidazione a centro area. Ovviamente parlo di Lolita. Hackett ha le chiavi della squadra, alle sue spalle Kus, più un cecchino che una guida. Il rischio è quello di brancolare nel buio, nel frattempo ci gustiamo questi Motejunas e gli altri giovanotti che hanno tutto quello che serve per volare alto.
4) Roma. Forse manca un’ala piccola. Scherzo. C’è l’equivoco playmaker, come sempre in presenza di Amadeus Vitali, Gentile deve ancora dimostrare di valere una panchina del genere e sotto canestro non sembra esserci troppa consistenza. Il talento però è tanto.
5) Virus Bo. Lardo. Koponen. Moss. Basterebbe questo per metterla su un ideale podio. In realtà l’infortunio a Collins ed un reparto lunghi abbastanza carente a rimbalzo fanno scendere le Vu nere di qualche posizione.
6) Cremona. Esterni tra i migliori della Lega per assortimento tra cui la pantera Forbes, che suo malgrado ha lasciato assaporare le sue grazie senza mai concedersi ai tifosi napoletani. Brandon Brown è una certezza per la squadra potenzialmente più divertente del campionato.
7) Avellino. Anche qua, reparto esterni che ha tutto per essere devastante, la stella senza cielo Akyol ed il sottovalutatissimo “Uomo della Verità” sotto canestro. L’incognita? Forse il simpatico quanto imprevedibile presidente.
8) Pesaro. Con Williams abile e arruolabile hanno un grande asse play-pivot, Sakota, Hicks a fare pentole e coperchi. Forse non è ancora completa nel settore esterni, ma sembra già molto solida. Senza Williams è un’altra storia…
9) Biella. Tolti Smith e Soragna, non è proprio una squadra di filosofi del gioco. Però viene da un anno trionfale ed hanno il talento per giocarsela con (quasi) tutti. Qui è a metà classifica, ma nessun’altra squadra può come Biella finire altissima o scendere molto in basso.
10) Teramo. Il Cocch è sempre il Cocch, ci sono Poeta e Amoroso. Ma sulla carta non convince. James Thomas dovrebbe essere un’idiosincrasia per tutti quelli che amano il gioco e con Jones al posto di Moss, Teramo si candida ad essere ostaggio delle proprie percentuali.
11) Caserta. Bowers e Jones a guidare l’attacco, il tuttofare Ebi potrebbe essere una sorpresa del campionato. Qualche dubbio sui play e sui centri, ma Sacripanti sa il fatto suo. Playoff sicuramente alla portata.
12) Cantù. Jerry Green è un signor giocatore, così come Markoishvili. Jeffers è un paraculo che si mette spesso nei guai, ma in un modo o nell’altro riesce a venirne fuori. E fisicamente è messo benino. Con lui che si butta dentro ed il Cardinale che spara da fuori, Cantù può andare forte. Ago della bilancia sono i minuti che Lydeka riuscirà a garantire e soprattutto Leunen.
13) Ferrara. Due combo guardie in regia, il nobile decaduto Jackson, Jamison a fare legna. Ricambi sotto la sufficienza.
14) Montegranaro. Frates non ci è mai piaciuto. Sappiamo che è un nostro problema, ma è anche uno dei motivi per cui mettiamo i simpatici marchigiani così bassi. Maestranzi è molto più di un’incognita, Hite e Marquinos garantiscono tanti punti, così come tolgono spazio all’eterna promessa Antonutti. Il reparto lunghi è molto “interno” e non molto atletico.
15) Varese. Non c’è un centro, Childress va per i 38 e si rischia di dipendere troppo dalle prestazioni balistiche di Thomas. Il baby Martinoni può incantare, Morandais e Slay sono due teste di ciuffo.
16) Napoli. Un cantiere. Con Adeleke e Tsaldaris ci hanno messo una pezza ma, scaramanzia o no, siamo sempre in fondo alla griglia. Il quintetto è fin troppo quadrato, l’apporto della panca in attacco è “limitato” (eufemismo), ma forse il mercato non è ancora chiuso. E c’è una settimana di precampionato in più degli altri.

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