mercoledì 6 aprile 2011

Nostalgia canaglia

Appena finito di leggere "Il basket eravamo noi", dedicato alle carriere (e non solo) di Larry Bird e Magic Johnson, il mio pensiero è andato ad un altro volume che avevo letto un paio di anni fa, Rivalry, dedicato invece alle carriere (e non solo) di Bill Russell e Wilt Chamberlain.
E' curioso notare come i duelli tra queste due coppie di splendidi giocatori e delle loro rispettive squadre (credete sia un caso che si tratti in entrambi i casi di Celtics e Lakers? Noi di Voyager crediamo di no) abbiano saputo incidere così tanto non solo sul gioco, ma anche sulla crescita di una nazione e di una società.
Russell e Chamberlain si sono scontrati nel pieno di un'epoca tormentata da fortissimi sentimenti razziali. Con le loro battaglie hanno contribuito a far evolvere il gioco, fino a quel momento di scarsa attrazione, ottenendo importanti riconoscimenti per i giocatori anche da un punto di vista contrattuale e previdenziale. Ma soprattutto sono stati capaci di aprire la strada all'integrazione.
Allo stesso modo, Bird e Magic sono stati in grado di salvare una NBA che era sempre più allo sbaraglio, tra arene vuote, disinteresse dei media e diffusione delle droghe. Magic col suo sorriso a 32 denti, Bird con i suoi silenzi: entrambi hanno contribuito a rendere la lega ciò che è ora e che solo il fenomeno Jordan ha saputo proiettare più in alto. Ma anche loro, come Russell e Chamberlain, hanno avuto un forte impatto sulla società. La questione razziale, certamente, convincendo i neri che questo Bird tanto male non fosse e i bianchi che questo Magic alla fine vedeva in campo cose che nessuno era in grado di vedere. E poi con l'opera di sensibilizzazione sul virus HIV, in un'epoca in cui l'AIDS era qualcosa di sconosciuto e significava morte certa: le battaglie di Magic hanno dimostrato la possibilità di poter convivere con il virus; come dimenticare l'All Star Game del 1992, a pochi mesi dall'annuncio della sieropositività?



Un libro da leggere tutto di un fiato, quindi, grazie ai racconti delle due leggende. Dai quali traspare anche l'evoluzione dei sentimenti nei confronti dell'altro: curiosità, odio, simpatia, amicizia. E rispetto.
Considerazioni a margine:
1) Cosa avreste dato per poter assistere a un allenamento del Dream Team?
2) Un appunto sulla traduzione e in generale sull'edizione italiana: capisco che il libro possa interessare anche ad appassionati occasionali del basket, ma che senso ha scrivere in seconda di copertina "Prima di Ibra, Messi e Cristiano Ronaldo c'erano loro: Magic Johnson e Larry Bird"? Ed era proprio necessario mettere tutte quelle note a piè di pagina? Perché voglio anche capire la necessità di spiegare aspetti del basket americano che magari possono sfuggire a molti (l'organizzazione in Division della NCAA, ad esempio). Ma stare a spiegare cosa sia una point guard, un draft, gli highlights (Le azioni più significative della partita, ndT) o un Hall of Famer (Membro della Hall of Fame, ndT. 30 pagine prima aveva spiegato cosa fosse la Hall of Fame) sembra un po' esagerato.

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