mercoledì 20 ottobre 2010

Northwest Division Preview

Utah Jazz
Premessa. Si definiscono part-time quei giocatori che:
a. tendono a giocare più in una metà campo che nell'altra (e solitamente quella trascurata è la propria)
b. tendono a giocare non più di 60 partite a stagione
I Jazz hanno perso il principe dei giocatori part-time, tale Carlos Boozer, che costituiva assieme a Deron l'80% della pericolosità offensiva. In più, Okur sembra non passarsela benissimo (eufemismo), Kirilenko è nell'anno del contratto. E il tiro da 3 di Ashton Kutcher è a Chicago. L'è nera!? No, affatto.
I mormoni hanno preso l'erede al trono di Boozer, quell'Al Jefferson che in quanto a infortuni e applicazione difensiva ha ben poco da invidiare all'ex uomo più odiato dai tifosi dei Cavaliers. E il talento offensivo, seppur in forme un po' diverse, c'è. In più è arrivato Gordon Hayward, rookie che noi di Poetry in Motion metteremmo in quintetto a prescindere. Earl Watson può dare buoni minuti di cambio alla più devastante point-guard della Lega (quando può spingere un po' ai suoi ritmi), Millsap piace assai, anche se reduce da una cattiva annata.
In soldoni, i Jazz sembrano essere ancora una squadra solida, in fondo dal pino guida il Venerabile Sloan, garanzia di Gioco e apparizioni ai play-off. Fosse per me, gli regalerei un titolo, ma non penso potranno ambire a più di un secondo turno di PO; ma trattandosi di Sloan, sarei felice di essere smentito.
Ah, e poi c'è Fesenko.

Minnesota Timberwolves
                                                                                                      
I Timberlupi sono stati il primo amore Nba di chi vi scrive, per colpa (o merito) del Bigliettone, di Sam I Am e di Spree. Altri tempi, altra classe: Minnesota è la cenerentola della Division. Quest'anno però la cenerentola ha il piedone di Kevin Love, chiamato al ruolo di leader dopo la fine della difficile convivenza col suddetto Big Al. Coach Rambis ha venduto l'anima alla triangolo e sinceramente il materiale umano non sembra dei più adatti ad un sistema piuttosto complesso.
Però, se ne facciamo una questione di talento, quest'anno i T'wolves non sono messi male. Luke Ridnour è un Playmaker, che va protetto difensivamente, ma sa giocare per davvero. Se Jonny Flynn (per ora acciaccato) non mostrasse i progressi attesi, l'alternativa sarebbe sicuramente di livello. Ellington, Webster, Brewer e Wes Johnson (che invece nella triangolo ci piace) si giocheranno i minuti di guardia e ala piccola, dove però dovrebbe partire l'incompreso Beasley, che potrebbe essere una discreta fonte di mismatch. Sotto canestro i lupi sono abbastanza solidi, con Love, Pekovic, Milicic e Tolliver, realizzatore di razza.
Sicuramente lotteria, ma se Rambis riesce a non pretendere la soluzione di equazioni differenziali cestistiche da bambini delle scuole medie, potranno andarci con stile.

Denver Nuggets
Eh. I Nuggets. E che vuoi dire sui Nuggets.
Hanno tutto, titolari, panca, talento, volendo anche difesa, intimidazione, eppure… proverò a dirlo a parole mie: dissociati.
K-Mart, JR Smith, Anthony, the Birdman, ora anche Al Harrington. La sensazione è che l'attimo sia passato. Coach Karl avrà le mani piene al suo ritorno in panca, tra voci di trade, mancate estensioni e magari anche qualche infortunio, che soprattutto al buon Nenè mancano di rado.
Denver può andare ovunque, ma tutto dipende da 'Melo. Il che probabilmente significa che l'ultima chiamata è andata.

Oklahoma City Thunder
I predestinati. Giovani, belli e forti. Sulle spalle di KD, che a sua volta ha le spalle coperte da un gruppo ben amalgamato. L'anno scorso mancavano d'esperienza e avevano in Krstic l'anello debole. Ad oggi dopo una gran serie contro i Lakers, dopo i Mondiali (e che Mondiali) per Durant e Westbrook, si può dire che i bambini abbiano avuto la loro buona dose di calcio; per quanto riguarda Nenad, credo che il karma negativo dopo la rissa (oltre alla scarsa intimidazione quando non ha sedie in mano) gli porterà via il posto in quintetto. "Ibloka" sembra fatto e finito per il ruolo, mentre con curiosità di guarda al marine Aldrich. In più, questo potrebbe essere l'anno di James Harden.

"Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda" direbbe Mr. Wolf. E a ragione, perché Winston Wolf ha sempre ragione. Il rischio per questi Thunder è quello di compiacersi, di essere belli, simpatici e non "imparare" quella cattiveria che inevitabilmente serve per fare il passo oltre. KD dice di non essere un Top 2 della Lega. Indipendentemente dal merito della questione (di lana caprina, a dire il vero) l'importante è che continui a lavorare come ha fatto sinora: i compagni seguiranno a ruota. Infine, da non trascurare la maledizione del Coach dell'anno uscente.

Portland TrailBlazers
Portland è un altro bell'enigma. Franchigia sfigata se ce n'è una, i cui centri avrebbero bisogno di una periodica puntata in qualche santuario Europeo. La squadra è buona, ha tanta qualità, forse troppo diffusa e Roy e Miller potrebbero pestarsi un po' i piedi. Si ha fiducia in Batum, meno in Rudy (viziatello, a dire il vero), ma si è preso lo stesso l'ottimo Wes Matthews in uscita da Utah e Luke Babbitt al draft. Bayless invece non sembra propriamente in rampa di lancio, anzi…
LaMarcus Aldrige nella mia personalissima opinione sta entrando nella categoria dei Chris Bosh: giocatore bravissimo, ma da numeri e non da vittorie. Oden è ad un bivio, perché Marcus Camby non è eterno. In sostanza, Portland è (era) un bel progetto, ma l'anno scorso andava presa una super-star complementare a Roy. Senza contare gli infortuni: sarà stato per quello che il loro gioco lo scorso anno fosse così compassato?
Ora è tutto sulle spalle del suo miglior giocatore, ma il 2011 potrebbe già essere anno di rifondazione. A meno che i pianeti non si allineino…

Conclusione
La NW è una delle divisions più equilibrate ed interessanti della Nba. Pur senza vere e proprie contenders (Durant permettendo), presenta un livello medio piuttosto alto grazie ad una serie di squadre con l'obiettivo dichiarato di fare più strada possibile nel post-stagione.
Ma, a costo di sembrare ripetitivi, questa division ci piace perché vi si può trovare il passato (Sloan), il futuro (Durant) e con un sospiro constatare che sono entrambi meglio di quello che è il presente della Nba, la generazione dei re senza anelli.

Nessun commento: