lunedì 11 ottobre 2010

Nuova squadra, vecchio risultato

L'unica cosa che non sembra cambiato è il risultato finale. Siena vince anche questa volta, e lo fa con largo margine, contro una Virtus ancora in rodaggio, senza Winston e con Koponen non al meglio.
In realtà abbiamo visto una Mens Sana molto diversa, tanto negli uomini quanto nel gioco (ma non nella mentalità vincente), e più adatta alle nuove dimensioni dell'area. Una squadra che sembra meno dipendente dal tiro da fuori, innanzitutto: McCalebb è meno tiratore di McIntyre, Kaukenas meno di Domercant, Moss meno di Sato.
Oddio, a pensarci bene un'altra cosa non è cambiata: l'ago della bilancia è sempre Shaun Stonerook, quest'anno più che mai. Già a 16 di valutazione dopo soli 10 minuti, il capitano forma con David Moss un duo riccioluto di grandissima intelligenza cestistica. L'aumento dei giochi che lo vedono come protagonista è un primo sintomo: palla a Shaun fuori dall'arco, taglio dei vari Kaukenas (è il suo marchio di fabbrica), Carraretto e anche McCalebb e sono due punti facili.
Moss non sarà mai Sato, ma può dare un contributo diverso, meno appariscente. I primi venti minuti di Kemp, che sicuramente non è un attaccante timido, sono stati un incubo. Non ha abboccato a una finta.
Dove si potrà capire se questa Siena sarà la solita schiacciasassi, almeno in Italia, è in difesa. Negli anni passati, la Mens Sana chiudeva le partite con dei momenti difensivi assolutamente pregevoli, nei quali soffocava totalmente gli avversari e dava il via a break spezzagambe. Quest'anno la difesa per alcuni elementi sembra concentrarsi maggiormente sulla palla che sull'uomo, vedi McCalebb che ha mani rapidissime con le quali ha dato vita a numerosi contropiedi, spesso chiusi proprio da lui.

Punti da verificare? Al momento direi i rimbalzi (Rakovic difensivamente non è Eze, anche se in attacco siamo di fronte a un giocatore con molte più opzioni) e ovviamente qualche meccanismo offensivo (sulla zona 3-2 ad esempio Bologna ha costruito una minirimonta) e difensivo, ma in quel caso c'è anche da abituarsi alle nuove distanze sul perimetro.

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