Iniziamo col botto.
Io odio i Lakers. Detesto i Lakers da prima di diventare tifoso di Boston, detesto i Lakers da prima di conoscere il giocatore che mi ha fatto ri-appassionare alla Nba (KG), detesto i Lakers da prima di conoscere l'Nba. Li detesto da generazioni.
Ma questo è un anno particolare, l'anno nel quale il Male cestistico si è materializzato: per i fan di Harry Potter, LeBron potrebbe essere come Voldemort, il mago oscuro che s'è radunato i suoi mangiamorte a South Beach ed ha iniziato a minare alle fondamenta l'equilibrio nella distribuzione del talento che ha fatto della Nba un modello per tutte le leghe del mondo.
La vera natura di LBJ |
E a dire il vero i Lakers hanno fatto di tutto per rendere la vita il più difficile possibile ai Miami Heat. Mercato perfetto, Kobe a riposo, Phil Jackson ancora al timone, Fisher in naftalina per i momenti topici. Sulla carta sono fortissimi. Bynum è un problema-non-problema, perché senza di lui giocano meglio.
La fame agli odiati lacustri non manca mai, se la salute dovesse assisterli sarebbero ancora i più forti. Purtroppo e per fortuna.
Sacramento Kings
I Kings hanno iniziato l'opera di ricostruzione attorno a Tyreke Evans, puntando su giocatori atletici, che sappiano correre. Non più un'Università della Pallacanestro, come ai tempi di Adelman, ma una congrega di illetterati cestistici giovani e tosti. Andranno laddove Tyreke riuscirà a portarli, con possibili sorprese se Thompson dovesse mostrare un minimo di tenuta mentale e soprattutto se DeMarcus Cousins dovesse mantenere le aspettative: Dalembert è una presenza difensiva, ma c'è bisogno di qualcosa di più in attacco ed il giovane lungo allenato da Calipari ha tutto (passaggio incluso) per diventare un fattore, come direbbe Franco Lauro.
Evans deve ancora trovare una sua collocazione, perché non è carne né pesce, ma un ibrido da 20+5+5 mi sembra una buona base su cui lavorare. Intanto che ci si lavora, ci si fa un altro anno in lotteria, per pescare l'esterno complementare a ciò che Evans riuscirà a diventare.
Golden State Warriors
Via Nelson. E già qua potremmo scriverci un libro. Via L'Allenatore che della disfunzionalità ha fatto un credo da una squadra disfunzionale, che però rimane tale. Partiamo dal reparto arretrato. Ellis e Curry sono bravissimi, ma l'impressione è che ne giochi bene uno alla volta e pesano 100 chili in due. In ala piccola potrebbero partire o Reggie Williams, uno che due punti non ha problemi a metterli, o Dorell Wright: l'ala ex Miami è la ragazza niente-di-che con cui esci perché ci vedi del gran potenziale. Che finora ha tenuto abbastanza per sé, ad onor del vero. Infatuazioni cestistiche a parte, non posso non menzionare "Slalom" Radmanovic, per il quale si prospetta una stagione più tranquilla dopo il ritiro di Rasheed. Continuando con l'analisi del quintetto, reparto lunghi presenta gli stessi problemi del reparto guardie. Lee e Biedrins sono entrambi bei giocatori (molto bei nel caso di Lee), ma insieme? Dalla panca si alza Louis Amundson, altro giocatore d'energia: Ekpe Udoh e Brendan Wright sembrano già quasi indispensabili.
Smart ha senz'altro le mani piene. Il talento non si insegna e qua ce n'è tanto, ma questa sembra tutt'altro che una squadra.
Post scriptum: seguiamo (da tempo) con interesse le gesta di Jeremy Lin.
Phoenix Suns
Un tempo fu Zemanlandia. Fermatasi ad un paio di sciagurate squalifiche di distanza da un titolo. L'anno scorso la fenice è risorta dalle sue ceneri, ma questa estate dovrebbe aver ricevuto il colpo di grazia.
Gli Zdenek Zeman e Beppe Signori d'America |
Los Angeles Clippers
Tutta l'intimidazione di Blake Griffin... |
Con Foye che esce dalla panca ne hanno abbastanza per puntare ad un posto al sole, il problema è che sono i Clippers.
Nota a margine
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