martedì 26 ottobre 2010

Pacific Division Preview

LA Lakers
Iniziamo col botto.
Io odio i Lakers. Detesto i Lakers da prima di diventare tifoso di Boston, detesto i Lakers da prima di conoscere il giocatore che mi ha fatto ri-appassionare alla Nba (KG), detesto i Lakers da prima di conoscere l'Nba. Li detesto da generazioni.
Ma questo è un anno particolare, l'anno nel quale il Male cestistico si è materializzato: per i fan di Harry Potter, LeBron potrebbe essere come Voldemort, il mago oscuro che s'è radunato i suoi mangiamorte a South Beach ed ha iniziato a minare alle fondamenta l'equilibrio nella distribuzione del talento che ha fatto della Nba un modello per tutte le leghe del mondo.
La vera natura di LBJ
Questa metafora, della quale mi scuso, non vuole dimostrare che Kobe sia l'Harry Potter del caso, affatto: il predestinato è solo Kevin Durant. Ma se quest'anno dovessero essere i giallognoli a sconfiggere la magia oscura, forse la prenderei meno male che in altre circostanze, perché il cattivo è più cattivo di loro.
E a dire il vero i Lakers hanno fatto di tutto per rendere la vita il più difficile possibile ai Miami Heat. Mercato perfetto, Kobe a riposo, Phil Jackson ancora al timone, Fisher in naftalina per i momenti topici. Sulla carta sono fortissimi. Bynum è un problema-non-problema, perché senza di lui giocano meglio.
La fame agli odiati lacustri non manca mai, se la salute dovesse assisterli sarebbero ancora i più forti. Purtroppo e per fortuna.

Sacramento Kings
I Kings hanno iniziato l'opera di ricostruzione attorno a Tyreke Evans, puntando su giocatori atletici, che sappiano correre. Non più un'Università della Pallacanestro, come ai tempi di Adelman, ma una congrega di illetterati cestistici giovani e tosti. Andranno laddove Tyreke riuscirà a portarli, con possibili sorprese se Thompson dovesse mostrare un minimo di tenuta mentale e soprattutto se DeMarcus Cousins dovesse mantenere le aspettative: Dalembert è una presenza difensiva, ma c'è bisogno di qualcosa di più in attacco ed il giovane lungo allenato da Calipari ha tutto (passaggio incluso) per diventare un fattore, come direbbe Franco Lauro.
Evans deve ancora trovare una sua collocazione, perché non è carne né pesce, ma un ibrido da 20+5+5 mi sembra una buona base su cui lavorare. Intanto che ci si lavora, ci si fa un altro anno in lotteria, per pescare l'esterno complementare a ciò che Evans riuscirà a diventare.

Golden State Warriors
Via Nelson. E già qua potremmo scriverci un libro. Via L'Allenatore che della disfunzionalità ha fatto un credo da una squadra disfunzionale, che però rimane tale. Partiamo dal reparto arretrato. Ellis e Curry sono bravissimi, ma l'impressione è che ne giochi bene uno alla volta e pesano 100 chili in due. In ala piccola potrebbero partire o Reggie Williams, uno che due punti non ha problemi a metterli, o Dorell Wright: l'ala ex Miami è la ragazza niente-di-che con cui esci perché ci vedi del gran potenziale. Che finora ha tenuto abbastanza per sé, ad onor del vero. Infatuazioni cestistiche a parte, non posso non menzionare "Slalom" Radmanovic, per il quale si prospetta una stagione più tranquilla dopo il ritiro di Rasheed. Continuando con l'analisi del quintetto, reparto lunghi presenta gli stessi problemi del reparto guardie. Lee e Biedrins sono entrambi bei giocatori (molto bei nel caso di Lee), ma insieme? Dalla panca si alza Louis Amundson, altro giocatore d'energia: Ekpe Udoh e Brendan Wright sembrano già quasi indispensabili.
Smart ha senz'altro le mani piene. Il talento non si insegna e qua ce n'è tanto, ma questa sembra tutt'altro che una squadra.
Post scriptum: seguiamo (da tempo) con interesse le gesta di Jeremy Lin.

Phoenix Suns
Un tempo fu Zemanlandia. Fermatasi ad un paio di sciagurate squalifiche di distanza da un titolo. L'anno scorso la fenice è risorta dalle sue ceneri, ma questa estate dovrebbe aver ricevuto il colpo di grazia.
Gli Zdenek Zeman e Beppe Signori d'America
La coppia di ali Childress e Turkoglu è accattivante, ma il turco è uno di quelli che ha bisogno della palla in mano. Qualche tempo fa sarebbe potuto essere un peso per Nash, oggi, con l'Idolo che si avvia verso gli -anta, paradossalmente potrebbe essere di giovamento per lui e per Dragic. Ciononostante, i Suns hanno perso il loro miglior attaccante e rimbalzista. Hakim Warrick potrebbe essere un palliativo (non un sostituto), ma tocca sempre bussare a casa Nash per delucidazioni. Ieri Barbosa faceva comodo, oggi la chiave è Robin Lopez. I Suns possono ancora fare qualche gita fuori porta in primavera, perché hanno un sistema valido e un grande allenatore, ma probabilmente Nash penserà a Duncan e Bryant come Stockton pensa a Jordan e Olajuwon.

Los Angeles Clippers
Tutta l'intimidazione di Blake Griffin...
Ultimi, come al solito. Ma i Clips hanno una squadretta abbastanza equilibrata, con un vecchio play capace di spaccare il mondo quando vuole (purtroppo non troppo spesso), una potenziale star, poi una potenziale star reduce da un infortunio ed un centro al quale non daresti due soldi, ma che invece è un signor giocatore. Lo spot più debole è quello di ala piccola, con Rasual Butler che dovrebbe partire in quintetto, ma (udite udite) i rincalzi non mancano affatto. Ryan Gomes, Craig Smith e soprattutto Al-Farouq Aminu potrebbero generare soluzioni abbastanza interessanti.
Con Foye che esce dalla panca ne hanno abbastanza per puntare ad un posto al sole, il problema è che sono i Clippers.


Nota a margine

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