sabato 16 aprile 2011

Dei massimi sistemi: la stagione di Kevin Durant

Leggo da più parti commenti delusi riguardo alla stagione di Kevin Durant. Dai portali americani a quelli nostrani, l'opinione diffusa è un " Durant sì, ma..", forse delusi dalla mancanza di numeri alla Wilt Chamberlain. Fare discorsi come quello che mi accingo a fare, poco prima della serie contro una Denver imbizzarrita, è decisamente rischioso, ma li faccio lo stesso.

Rispetto all'anno scorso, Kevin Durant ha abbassato le sue percentuali dal campo. 50,3% da 2 contro 50,5%, 35% da 3 contro 36,5%, 88% contro 90% ai liberi. In più, prende 0,8 rimbalzi in meno a partita, etc. etc. etc.
Inoltre, è cambiata la distribuzione dei tiri: 1 tiro da 3 in più, 1,5 tiri liberi in meno ed è questa la voce che prevalentemente fa gridare allo scandalo. Se poi si tiene conto che è ormai una superstar ed inizia a racimolare i fischi da superstar, dei liberi che prende non sono da escludere vari "regali" degli arbitri. Diciamocelo: Durant quest'anno attacca meno il ferro.
Il principale deputato all'attacco del ferro è Russell Westbrook. Il nodo della faccenda è questo: Westbrook ha aumentato i suoi punti, tira un po' meglio da tre (ma non di più), in compenso va molto più spesso in lunetta (7,7 tiri liberi contro 5,1 dell'anno scorso).
Allora è migliorato Westbrook e peggiorato Durant? la stagione di Durant è deludente? Io dico per niente.



Westbrook è, come direbbe il Maestro Franco Lauro, un fattore, ma è tutta la squadra a bilanciarsi in maniera diversa: la crescita dei singoli permette ai Thunder di dipendere molto meno dalle iniziative del suo principale realizzatore. Oltre a Westbrook, ci sono sempre Harden, che porta tanti punti dalla panchina, e Ibaka, che ha costruito un tiro affidabile dai 5 metri. In questo modo, il mismatch vivente che risponde al nome di Durant può permettersi di stare un po' di più sul perimetro, sfruttando il suo "discreto" rilascio e "riposarsi". Perché tirare da 3 costa molta meno fatica che attaccare il ferro.
Dopo i mondiali Turchi ci si aspettava un Durant da almeno 35 punti a partita. Ripercorriamo gli ultimi 25 di capocannonieri NBA.



Si nota che, a parte Allen Iverson nella stagione del lockout, il KD di quest'anno è il capocannoniere con la media punti più bassa. Se invece andiamo da Jordan nel 86-87 e da Kobe Bryant nel 2005-2006 vediamo che tiravano, di media, la bellezza di oltre 28 e 27 palloni a partita. E' possibile segnare 35 punti a partita con meno tiri? Evidentemente no: segnare 35 punti vuol dire monopolizzare l'attacco. E' conciliabile un attacco monopolizzato con le vittorie di squadra? No.
Se Durant avesse tenuto le stesse percentuali della passata stagione, avrebbe segnato la bellezza di… 24 punti in più. Totali. Ossia 0,33 punti in più a partita. Il che gli sarebbe valso il sorpasso ai danni di Tmac ed il terzultimo posto della suddetta classifica. Mica pizza e fichi.
Durant ha fatto, a livello personale, cose molto simili a quelle dell'anno scorso, ma senza il peso di essere l'unico a poter segnare. La crescita di Westbrook è compagni non è da vedersi a discapito di KD, ma è sinergica: non sono i Cavs senza LeBron, o gli stessi Bulls senza Rose. E in questi Thunder che ottengono risultati migliori rispetto a quelli della passata stagione, Durant è ancora più pericoloso. Perché tra le frecce al suo arco ci sono anche i miglioramenti dei suoi compagni di squadra, e le coperte difensive altrui diventano per forza più corte.

2 commenti:

Jacopo ha detto...

Analisi perfetta. KD idolo.

Anonimo ha detto...

Quando giocava Michael Jordan si diceva che "Quando Michael segna tanto Chicago non vince sempre".

Il diminuire le cifre non significa peggiorare. Altrimenti sarebbe Chamberlain il migliore di tutti, ma non lo è; lo dimostra il fatto che pure una macchina da guerra come lui ha vinto proprio quando ha coinvolto tutta la squadra e non quando faceva 50.4 ppg